I Santuari a Caltanissetta
Dopo il suo passaggio, il luogo diviene conosciuto come luogo dove quell'uomo o donna hanno soggiornato o vi sono dei resti che ricordano il suo essere santo.
La parola ha raggiunto importanza e significato dal punto di vista storico.
Perciò il santuario si presenta come uno spazio sacro al pari di tutti gli altri luoghi di culto, ma indissolubilmente legato alla propria posizione, sede di una determinata manifestazione del sacro.
Con questo, a differenza da altri luoghi di culto, il santuario è connesso al fenomeno religioso del pellegrinaggio.
Troverai i contatti e le indicazioni per visitare il santuario, le strutture nelle vicinanze dove poter mangiare o dormire in modo da organizzare al meglio il tuo soggiorno.
Santuario San Rocco – Butera
Il Santuario di San Rocco è un edificio religioso di Butera che trae nome e dedicazione da san Rocco di Montpellier.
Inizialmente si presentava come una cappella di piccole dimensioni; in seguito, è stato trasformato in un impianto a navata unica.
Nel tempo il santuario è stato oggetto di vari interventi, fra gli interventi più rilevanti, c'è stata nel 1907 l'aggiunta di nove tele raffiguranti la vita di San Rocco ad opera del pittore Domenico Provenzano di Palma di Montechiaro. Nel 1998, i due portoni della chiesa sono stati adornati con pannelli di legno, intarsiati da un artista locale, con rappresentazioni della vita di San Rocco all'esterno e di episodi tratti dal Vecchio e Nuovo Testamento all'interno.
All'interno del santuario, assume peculiare rilevanza un imponente simulacro di san Rocco con reliquiario, attorno al quale si polarizzano la pietà e la devozione popolari.
Il 16 Agosto di ogni anno si celebra la festa del Patrono con grande solennità e con la partecipazione di numerosissimi pellegrini e devoti che portano i voti e seguono la processione del Santo a piedi scalzi e con tanta devozione.
La festa viene preparata dalla celebrazione del mese in onore di San Rocco e dalla Novena che ha inizio il 6 Agosto.
Il 23 Agosto, ottava della festa, si ripete la processione del Santo, che viene portato, di mattina alla Chiesa Madre e poi la sera, dopo la celebrazione della Messa , ritorna al Santuario.
Butèra comune del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, 402 m s.m.,
patrono San Rocco 15 e 16 agosto,
iIl castello feudale conserva un torrione rettangolare con bifore in stile catalano,
la chiesa madre (sec. XVIII), dedicata a San Tommaso, è a croce latina,
frazione di Falconara, a picco sul mare, è un maestoso castello (sec. XIV), trasformato nel sec. XIX in residenza signorile
Santuario dell’Immacolata – Caltanissetta
Nel 1727 si decise a causa dall’aumento di popolazione di allargare la chiesa con l’architetto Giovan Battista Vaccarini a capo del progetto. All’interno il santuario si presenta a tre navate con pianta a forma di croce e con cupola nel centro. L’altare maggiore si trova sopraelevato rispetto al livello del terreno.
All’interno troviamo un pregevole organo opera di Michele Andronico da Palermo risalente al 1745. All’esterno si osserva la facciata in pietra da taglio e l’alto campanile con sei campane in bronzo.
Santuario Signore della Città – Caltanissetta
Le origini del Santuario Di Gesù Crocifisso Signore Della Città vanno ricercate tra il 1300 e il 1400.
La sua fondazione è legata il ritrovamento del Crocifisso all’interno di una grotta da parte della Famiglia Fogliamari. Nel corso del 1800 venne qui fondato dal Cappuccino Angelico Lipani l’Istituto per orfane figlie di minatori e la Congregazione delle Suore del Signore per la cura e istruzione delle orfane.
Lavori di ampliamento si registrano nel 1898 quando la chiesa venne arricchita di una cantoria e di una nuova facciata. Da segnalare all’interno i mosaici che decorano il Crocifisso e i due finestroni istoriati opera di Bevilacqua di Palermo.
Caltanissétta o Caltanisétta capoluogo dell'omonimo libero consorzio comunale, 568 m s.m.,
patrono San Michele Arcangelo 29 settembre,
la cattedrale, dedicata a Santa Maria la Nova e a San Michele Arcangelo, fu eretta tra il 1570 e il 1622, anche se l'ampia facciata, affiancata da due campanili è del 1840,
la chiesa di San Domenico, ricostruita nel sec. XVIII su una preesistente costruzione quattrocentesca,
la chiesa di Sant'Agata o del Collegio,
suggestive sono le celebrazioni della Settimana Santa: il giovedì si svolge la Processione dei Misteri, in cui i sedici gruppi statuari a grandezza naturale, raffiguranti scene della Passione di Cristo,
la badia di Santo Spirito, con l'annessa chiesa di fondazione normanna
Santuario di San Calogero – Campofranco
il Santuario San Calogero eremita proprio all’interno della chiesa di San Francesco d’Assisi.
Al suo interno si venera un simulacro del santo color nero vestito con abiti da eremita.
L’opera risale ai primi anni dell’ottocento. Nel santuario troviamo anche una raccolta di ex voto comprendenti anche oggetti di oreficeria e figurine antropomorfiche.
L'ultima domenica di luglio, almeno una volta nella vita, i campofranchesi compiono a piedi scalzi il viaggio dalla propria dimora alla chiesa di S. Francesco, per i festino di S. Calogero "ricco".
L'intero mese di luglio è dedicato ai santo; per trenta giorni, ogni sera, una folla di devoti assiste alla messa nella chiesa dell'antico convento francescano, recita il vespro e canta «Fedeli a Calogero, correte fidenti, mentr'Egli sa compiere sublimi portenti».
Il Viaggio a piedi scalzi con il rosario in mano, fino ad alcuni anni fa si completava nella chiesa con la "lingua a strascinuni" dall'entrata fino all'altare maggiore. Oggi resta la raccolta delle offerte per una "missa cugliuta", le grandi forme di pane, anche a decine di chili, che riproducono gambe, braccia o altre pani dei corpo guarite per intercessione dei santo. In concomitanza si svolge la "Sagra dei Pupi di Pane", durante la quale vengono distribuite quintali di grosse forme di pane, da mangiare caldo con olio, pepe e formaggio fresco.
Campofranco comune del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, 350 m s.m.,
patrono san Calogero ultima domenica di luglio,
chiesa madre di San Giovanni Evangelista, fondata nel 1575 ma molto rimaneggiata nel sec. XX,
chiesa di San Francesco
Santuario di Maria SS. d’Alemanna – Gela
La chiesetta del santuario di Maria SS. dell’Alemanna o della Manna fu edificata nel XII secolo; si ha notizia che essa già nel 1243 era retta dall’Ordine Militare dei Religiosi Teutonici iniziatori probabilmente del culto della suddetta santa.
Trasferimento dell’icona della Madonna in città tre volte l’anno in corteo solenne, “presenti il Governatore e i Magistrati in eleganti carrozze” e seguita da tutto il popolo -in gennaio alla chiesa del Carmine, in occasione dell’annuale ricorrenza del terremoto del 1693; -nel mese di maggio esposizione solenne in chiesa Madre; -nell’ultima domenica di agosto per i festeggiamenti patronali del successivo otto di settembre; Dopo tali tradizionali riti il quadro della Patrona era riportato al santuario in processione. Durante la Seconda Guerra Mondiale e da diversi decenni a oggi l’icona bizantina della Vergine ha avuto ed ha casa nella Chiesa Madre.
MARIA SS. DELL’ALEMANNA – Sec. XIII – Autore anonimo – Dipinto su tavola, Icona bizantina di Maria SS. d’Alemanna che è chiamata protettrice e Patrona della città di Gela. Dipinto bizantino su fondo oro dove spicca la Madonna vestita di maphorion (mantello) color marrone, con un manto blu adornato di decorazioni e fregi a girali in oro blu cosparso di stelle dorate, che mostra il Bambino già grande; il volto della madonna è leggermente reclinato, una dolcezza tutta materna. I racconti popolari, tramandati da generazione in generazioni, parlano del rinvenimento della venerata icona di Maria SS. d’Alemanna in un modo miracoloso intorno al 1476. Si narra infatti che un contadino mentre arava la terra si accorse che i suoi buoi non proseguivano più; pensando che si trattasse di un ostacolo proveniente da qualche corpo duro sottostante il terreno, il contadino si mise a scavare, anche con la segreta speranza di trovare un tesoro nascosto, ma quale non fu la sua meraviglia quando le sue mani cominciarono a tirar fuori una tavola sulla quale s’intravvedeva una immagine dipinta: era l’effige della Beata Vergine nascosta lì per evitare la distruzione degli iconoclasti. Nel momento stesso in cui estrasse dal terreno l’intero quadro, il contadino si accorse che i due buoi si erano inginocchiati.
Si ipotizza che l’icona sia stata portata qui tra il 1220 e il 1243 dai Cavalieri Teutonici (gli Alemanni) che fondarono una magione per i pellegrini che andavano in Terrasanta.
Gèla comune del libero consorzio comunale di Caltanissetta, 46 m s.m.,
patrono Maria Santissima dell'Alemanna 8 settembre,
scavi del Parco della Rimembranza hanno messo in luce una parte dell'acropoli con i resti di due templi,
il 19 marzo, sono le cosiddette “Cene” di San Giuseppe: in molte case vengono imbandite delle mense con enormi quantità di pietanze, cui vengono invitate tre persone,
monte Disueri, si trova la più importante necropoli sicula dopo quella di Pantalica,
Santuario Madonna dei Miracoli – Mussomeli
Troviamo il Santuario Madonna dei Miracoli all’interno del complesso conventuale di San Domenico a Mussomeli. La chiesa è anche in dedicazione a San Domenico.
All’esterno l’edificio si presenta nelle sue spiccate linee barocche. Il santuario venne edificato dai Padri Domenicani, nella sua cripta si trova la Madonna con Bambino dipinta su pietra.
All’interno l’edificio si presenta a navata singola. Nel 2005 si consluse il restauro del ciclo decorativo degli affreschi all’interno del santuario.
Sempre all’interno troviamo anche di notevole interessa anche un Crocifisso in legno del seicento di Frate Umile di Petralia.
E' legato ad una leggenda, nel quale si narra che, l’8 settembre del 1530, un povero paralitico che procedeva a dorso di un mulo si fermò all’ombra di un albero per riposare. Nel risvegliarsi, l’uomo rendendosi conto di poter camminare, gridò al miracolo.
La gente accorsa trovò tra i rovi l’immagine della Madonna col Bambino, da allora la chiesa prese il nome di “Madonna dei Miracoli”.
Mussomèli comune del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, 726 m s.m.,
patrono Madonna dei Miracoli 8 settembre,
chiesa di Santa Margherita, a pianta basilicale con pregevoli stucchi attribuiti al Serpotta,
chiesa di San Domenico conserva un crocifisso ligneo di fra' Umile da Petralia ,
la chiesa madre, dedicata a San Ludovico, di origini trecentesche ma rifatta nei sec. XVII-XVIII,
il magnifico castello, eretto da Manfredi III Chiaramonte nel sec. XIV su una struttura gotico-sveva
Santuario Madonna del Mazzaro – Mazzarino
Il Santuario Madonna del Mazzaro venne eretto intorno al 1100 per opera di Manfredi. Nel 1693 la chiesa venne completamente distrutta da un sisma ma venne successivamente ricostruita nel 1760.
All’interno si presenta con tre navate, le pareti sono riccamente decorate in classico stile barocco siciliano per opera di Bonaiuto da Siracusa. Sempre all’interno di particolare interesse artistico troviamo un quadro della Madonna con Bambino accanto alle Vergini Sant’Agata e Santa Lucia, l’opera è in stile greco-bizantino.
Il quadro venne rinvenuto da un pastore nel 1125 nei pressi di una collina boscosa di Mazzarino. In seguito l’opera venne sepolta a causa dell’aditto emanato da Leone Isaurico ma dopo il suo rinvenimento la Madonna de quadro venne proclamata Patrona di Mazzarino.
La festa si celebra la terza domenica di settembre quando la statua della Madonna del Mazzaro, una scultura in legno di scuola palermitana del 1874, viene portata in processione per la città. Mentre nel pomeriggio si svolge la processione della Madonna “dumannaredda” scortata da cavalli bardati.
Mazzarino comune del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, 553 m s.m.,
patrono Maria Santissima del Mazzaro terza domenica di settembre,
chiesa madre, barocca, dedicata a Santa Maria della Neve (sec. XVIII) e preceduta da una scenografica scalinata,
chiese barocche dell'Immacolata e di San Domenico,
chiesa e il complesso dei Carmelitani custodiscono le tombe della famiglia Branciforte,
la quattrocentesca chiesa di Santa Maria del Gesù ospita il sepolcro marmoreo di Carlo Maria Carafa Branciforte,
Santuario di Maria SS. del Bosco – Niscemi
Il Santuario Santa Maria del Bosco è anche conosciuto come “a saccara” a causa delle richieste di pioggia alla Vergine in periodi di siccità; oppure chiamata anche “dell’Acqua Santa” a causa dell’oggetto di culto trovato nei pressi di una fonte miracolosa.
L’oggetto di culto nel santuario era un dipinto della Vergine del Bosco in seguito andato distrutto. La tradizione vuole che il nuovo dipinto venne eseguito da un monaco utilizzando le ceneri dell’opera originale. Nel XVIII secolo il santuario venne distrutto da un forte sisma.
La chiesa presenta una facciata barocca semplice a ordine unico con pianta ellittica allungata ed è dotata di tre altari in marmo policromo con decorazioni barocche: quello centrale è dedicato alla Madonna del Bosco, quello laterale destro è consacrato a San Giovanni Neupomaceno, mentre quello a sinistra è dedicato a San Benedetto.
Nella cripta sottostante ad unica navata, coperta da una volta a quattro tele, si conserva un pozzo dove si narra scorra il ruscello in cui venne ritrovato il quadro. Il quadro venne ospitato nella Chiesa di S. Francesco, dove nel 1769 l’immagine andò accidentalmente distrutta e venne sostituita con un altro dipinto.
Il santuario è strettamente legato alla leggenda che vuole un pastore che ritrova un bue diperso presso una fonte.
Vicine al bue rinvenne anche un quadro della Vergine in seguito consegnato al parroco della zona che decise di edificare qui una piccola cappella. Nel livello sottostante la chiesa si trova una cappella con la fonte ritenuta miracolosa.
Niscèmi comune del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, 332 m s.m.,
patrono Maria Santissima del Bosco prima domenica di agosto,
chiesa madre, dedicata a Santa Maria dell'Odigitria, con facciata barocca, incompiuta, aperta da un maestoso portale colonnato,
chiesa dell'Addolorata a pianta ottagonale e con facciata convessa, nella cripta sottostante sgorga ancora la sorgente d'acqua in cui venne ritrovato il sacro velo con l'immagine della Vergine.
Santuario Maria Santissima della Catena – Riesi
Il Santuario Santa Maria della Catena venne progettato in stile classico con tre navate.
Oggi il santuario odierno si presenta a croce latina in spiccato stile barocco con cupola sormontata da tempietto. L’altare maggiore è riccamente decorato con intarsi e puttini.
Sul transetto troviamo due cappelle, quella del SS Sacramento e la Cappelle del Crocifisso morente in dedicazione ai caduti in guerra e sul lavoro.
Molto suggestiva la navata centrale con il bell’effetto delle cappelle con nicchie che in principio dovevano contenere le statue dei santi.
Festa della patrona Maria SS. della Catena la seconda domenica di settembre. Il lunedì successivo alla domenica di festa, spettacolo pirotecnico seguito da spettacolo musicale in piazza.
Il culmine della devozione viene raggiunto il sabato notte antecedenta la festa, quando giungono in pellegrinaggio a piedi scalzi dopo aver percorso a piedi il tragitto, i devoti che a frotte vengono accolti nella grande Basilica Santuario. Molte sono le domande di grazia che vengono legate o sciolte al vincolo che la Madonna tiene nella sua mano destra, Ella quale madre del Salvatore interceda per liberare i suoi figli sopratutto dalle catene del peccato. Di particolare pregio artistico è la settecentesca statua che la raffigura, opera in legno scolpito,di autore ignoto, che la sera della domenica viene portata in processione per le vie principali del paese.
In suo onore il paese viene addobbato a festa con splendide luminarie.
Rièsi comune del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, 330 m s.m.,
patrono Maria Santissima della Catena seconda domenica di settembre,
chiesa madre della Madonna della Catena,
In località Monte degli Ulivi sorge un complesso moderno, chiamato “Casa dei Valdesi
Santuario Madonna della Mercede – San Cataldo
Nel corso del 1676 venne data in affidamento ai padri mercedari che in seguito dovettero lasciare il convento perchè adibito a ufficio postale e scuola.
Nel 1878 in convento venne demolito ma rimase in piedi la chiesa. Nel 1901 terminata la costruzione del nuovo convento tornarono i padri mercedari.
La chiesa è anche conosciuta come ‘ il Convento’ in dedicazione alla Madonna della Mercede così chiamata perchè San Pietro Nolasco diede i suoi frati in redenzione, cioè in ‘mercede’, in cambio della loro redenzione alla Madonna.
All’interno del santuario si trova una suggestiva statua della Vergine in legno opera del Bagnasco nonchè una serie di sei quadri antichi di autore sconosciuto.
San Cataldo comune del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, 625 m s.m.,
patrono San Cataldo 10 maggio,
chiesa madre dell'Immacolata Concezione, costruita nei sec. XVII-XVIII, una scenografica facciata barocca,
chiesa dei Mercedari,
interessanti le celebrazioni della Settimana Santa e, in particolare, la “Scinnenza” o “Discesa della Croce”, rappresentazione in costume della crocifissione di Gesù, che si svolge il Venerdì Santo
Santuario Santa Maria delle Grazie – Santa Caterina Villarmosa
All’interno del Santuario Santa Maria delle Grazie di Santa Caterina Villarmosa si venera la statua della Vergine con Gesù Bambino in braccio opera dell’artista Domenico Pugliese risalente al 1875.
All’interno la chiesa si presenta a pianta basilicale. Troviamo inoltre una collezione di ex voto comprendenti oggetti di oreficeria e altro. La festa del santuario cade il 19-20 Agosto.
Santa Caterina Villarmósa comune del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, 606 m s.m.,
patrono Santa Caterina d'Alessandria 25 settembre,
chiesa di Santa Maria delle Grazie risale al 1605,
la chiesa madre (sec. XVIII), dedicata a San Giuseppe, completata nell'Ottocento
Santuario di San Paolino – Sutera
Il Santuario di San Paolino sulla china del monte San Paolino a Sutera.
Le origini di questa chiesa sono probabilmente di matrice musulmana come si evince dalla forma urbana particolare caratterizzata da vicoli e cortili come nelle più tipiche città islamiche.
La scalinata che conduce sulla sua sommità è costituita da 183 gradini distribuiti in 4 rampe; il dislivello tra la parte più elevata dell'abitato e la cima del monte è di 200 - 250 metri circa, dalla sommità si possono vedere 25 paesi, il mare di Agrigento, le Madonie, l’altopiano di Enna e sullo sfondo l’Etna. Lungo il cammino si incontrano le stazione della Via Crucis
All’interno il santuario è strutturato su tre navate con decorazioni molto ricercate. Fatto costruire nel 1370, sulle rovine del castello da Giovanni III Chiaramonte. conserva una settecentesca tela della Madonna in trono con i SS. Cosma e Damiano, di Filippo Tancredi, e due capolavori dell'oreficeria siciliana: l'urna di San Paolino, del 1498, interamente ricoperta da lamina d'argento finemente decorata con figure, racemi e palmette, e l'urna di Sant'Onofrio, realizzata dal palermitano Francesco Rivelo nel 1649, pregevole espressione dell'arte barocca.
L’urna di San Paolino risale al 1496, è un’opera molto raffinata che ricalca lo stile tardo-gotico. L’urna di San Onofrio è invece del 1649 in classico stile barocco. Di recente fattura è la compana ottenuta con la fusione di quella antica.
Sutèra comune in provincia di Caltanissetta, 590 m s.m.,
patrono San Paolino martedì dopo Pasqua,
chiesa madre, dedicata all'Assunta, costruzione settecentesca che ingloba resti di una chiesa del sec. XIV e di una moschea, si ammira soprattutto la sontuosa cappella barocca del Santissimo Sacramento,
chiesa del Carmine, rifatta dopo la frana, conserva la statua marmorea della Madonna del Soccorso,
chiesa di San Giovanni Battista è decorata da pregevoli stucchi della scuola di Giacomo Serpotta
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