I Santuari a Messina
I Santuari a Messina, che tu abbia un interesse religioso o artistico, il Santuario è un luogo sacro, ha valore religioso e culturale, sono legati ad un individuo che è considerato importante o santo da parte delle persone.
Dopo il suo passaggio, il luogo diviene conosciuto come luogo dove quell'uomo o donna hanno soggiornato o vi sono dei resti che ricordano il suo essere santo.
La parola ha raggiunto importanza e significato dal punto di vista storico.
Perciò il santuario si presenta come uno spazio sacro al pari di tutti gli altri luoghi di culto, ma indissolubilmente legato alla propria posizione, sede di una determinata manifestazione del sacro.
Con questo, a differenza da altri luoghi di culto, il santuario è connesso al fenomeno religioso del pellegrinaggio.
Troverai i contatti e le indicazioni per visitare il santuario, le strutture nelle vicinanze dove poter mangiare o dormire in modo da organizzare al meglio il tuo soggiorno.
Santuario e convento del Carmine a Barcellona Pozzo di Gotto
Il convento, a seguito delle leggi di soppressione del Ordini religiosi del 1866, non fu incamerato dalla Stato in quando divenne “Spedale Civico”, mentre i frati continuarono ad occuparsi della chiesa, ma furono costretti a dimorare fuori dal chiostro. Il convento fu restituito ai frati alla fine dell’Ottocento con la concessione del Sindaco Raimondo Pettini. L’ampliamento della chiesa a tre navate, come si presenta oggi, fu realizzato intorno all’ultimo ventennio dell’Ottocento grazie a Padre Carmelo Calderone, Rettore del Santuario dal 1883, morto nel 1902. Nel realizzare le due navate laterali furono costruiti anche due campanili, danneggiati dal terremoto del 1908 assieme alla due navate. I due campanili non saranno restaurati e neppure ricostruiti, ma sostituiti da un unico campanile posto dietro l’abside, fornito di copertura a “cipolla”, prima in lamiera zincata, poi sostituita da una lamiera di rame nel 2013.
Tra le opere di pittura da segnalare i quadri ad olio su tela con la Madonna del Carmelo e Santi Simone Stock e Cirillo e Crocifisso e Santi Carmelitani, di fattura tardo-barocca della pittura siciliana del Settecento. Dei fratelli Vescosi è la tela con San Spiridione che risana un ragazzo, mutila della parte inferiore del supporto perché vittima di un furto avvenuto nell’inverno del 1988. In quell’occasione furono trafugati altri due quadri del Vescosi: la Presentazione di Maria al Tempio e il Sant'Andrea Apostolo. Per quando riguarda la scultura troviamo un Crocifisso settecentesco in cartapesta e il bellissimo simulacro della Madonna del Carmine scolpita in legno da Angelo Occhino (come riportato da Wikipedia) sul finire del Settecento. Secondo altri studiosi si tratterebbe invece di un’opera del palermitano Girolamo Bagnasco.
La facciata si presenta con un corpo centrale delimitato da due grandi pilastri (paraste) in pietra nuda fino all'architrave del portale, intonacati fino all'altezza del timpano, sulla sommità ciascuno reca una base quadrangolare decorata con fiore stilizzato fra volute, sormontata da un massiccio pinnacolo di forma piramidale culminante con sfera in pietra. Il portone centrale è incorniciato da portale costituito da robusti pilastri e paraste con architrave in pietra nuda sormontato da ampia finestra vetrata rettangolare, sovrastata dallo stemma dell'Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo cinto da corona.
Al centro del timpano un oculo cieco in pietra ospita una statuetta della Vergine. Sul vertice del timpano due volute simmetriche in pietra sorreggono la croce in ferro battuto, una decorazione floreale ingentilisce parzialmente il frontone.
La pianta è a tre navate con cappelle altari addossate ai muri laterali, la navata centrale è delimitata da tre archi, poggiati su pilastri a base rettangolare, nella controfacciata è realizzata una cantoria a balcone dove trovano collocazione i due gruppi di canne d'organo che delimitano la vetrata istoriata. I pilastri sono abbelliti da lesene con capitelli corinzi in stucco e riquadri rivolti verso l'interno, cornici semplici sulle restanti pareti.
Campanile
Il campanile superstite del santuario è contraddistinto da un'insolita cupola a bulbo o a cipolla: ha un corpo rialzato, strombato, sfaccettato e una coronazione a punta recante una sfera sormontata da una banderuola, rara e felice contaminazione tipica dell'architettura religiosa dell'Europa centro orientale.
L'organo al suo interno è collocato un organo a due tastiere e venti registri reali della Ditta Ruffatti di Padova.
Il Santuario dei tre Santi a San Fratello
E' considerato monumento di interesse nazionale e fu una delle prime presenze dei monaci greco-ortodossi della regola di San Basilio, in cima al Monte Vecchio (o Monte San Fratello), in una splendida posizione panoramica, un monumento che ospitò in una cripta ancora visitabile le reliquie dei Santi patroni di San Fratello, che secondo documenti storici giunsero qui nel corso del IX secolo, in seguito all’invasione saracena della Sicilia.
La chiesa, costruita tra la fine XI e gli inizi del XII secolo, presumibilmente sui resti di un tempio greco, è costituita da un'unica navata chiusa da una struttura a forma geometrica e da due piccoli vani laterali che conservano gli oggetti per il culto. I tre ambienti dell'interno sono divisi da un ordine murario che serve anche da sostegno agli archi e alla cupola. Sul fianco destro dell'edifico si appoggia un monastero.
La parte del Santuario con tamburo ottagonale che sorregge la cupola, insieme al campanile, rappresentano il corpo più antico dell’edificio, che verrà ampliato successivamente. Originalmente spoglio e semplice nella struttura, venne arricchito con stucchi ed affreschi in epoche tardive, un esempio e l’immagine di colonne in marmo rosso che adorna il muro d’ingresso e che svolge la funzione di illusione di un tempio ancora più vasto e decorato. L’unica parte a rimanere semplice è il Presbiterio che rispetta lo stile di un Convento di stampo Basiliano.
Luogo di venerazione è il piccolo sotterraneo denominato "Catoio di Santa Tecla" la giovane che fu miracolosamente guarita dai Fratelli, luogo ove erano presenti, come in tutto il monastero, dipinti raffiguranti i Tre Santi ed un’intera serie di quadri riportante il loro martirio.
Il Santuario, è rivolto a Est perchè il sole che sorge rappresenta la nuova vita in Cristo.
La stessa Chiesa è stata costruita con molto materiale di reimpiego, come mattoni e grossi blocchi di pietra squadrata beni visibili soprattutto su alcuni angoli della struttura.
Chiesa di Santa Caterina e Santuario dell'Ecce Homo a Piraino
La Chiesa di S. Caterina d’Alessandria, con l’annesso Santuario Diocesano dell’Ecce Homo, è situata all’ estremità occidentale del paese su un piccolo colle da quale si gode di uno splendido panorama che si affaccia sia sulla costa che sulla valle del torrente S.Angelo. La chiesa, di origini molto antiche, è stata abbellita e riadattata nel corso dei secoli. La struttura a tre navate scandite da colonne, è da anteporre al 1400. Sull’altrare maggiore è collocata la statua marmorea della titolare di ambito gaginiano e tante sono le statue e tele di interesse artistico. Adiacente alla chiesa è il Santuario dell’Ecce Homo, patrono del paese. Questa cappella è sorta dopo il terremoto del 1693 ed è completamente decorata da affreschi: sulla volta si nota la raffigurazione del Cristo che, col suo sangue, salva le anime del Purgatorio. La statua ivi custodita è oggetto di grande venerazione.
Santuario dell’Immacolata – Monforte San Giorgio
Santuario di San Calogero Eremita – San Salvatore di Fitalia
Questo luogo di culto è sorto agli inizi del XX secolo al posto di una precedente chiesa non più esistente.
L’esterno è molto semplice ed essenziale e non denota elementi architettonici di pregio se non delle paraste in facciata che incorniciano il lineare portale ad arco. L’interno, ad unica ampia navata, ospita lateralmente statue e pitture degli inizi del XX secolo fatta eccezione per un’Immacolata settecentesca.
L’altare maggiore ospita la ricca custodia lignea che intronizza in posizione sopraelevata la cinquecentesca statua di San Calogero la quale, più volte l’anno viene scesa, mediante un sofisticato sistema meccanico, per essere condotta in processione.
Santuario di San Giacomo, Capizzi
Il santuario è il sito jacobeo più importante della Sicilia, edificato dai normanni intorno al XII secolo ed attestata già a partire dal XIII secolo, diviene celebre Santuario quando nel 1426, il cavaliere spagnolo Sancho D’Heredia porta per la prima volta in Italia la reliquia del santo, consistente nella giuntura di un dito.
Capizzi diviene grande meta di pellegrinaggio e la chiesa viene ampliata nel 1500, da una a tre navate, proprio per accogliere sempre più fedeli, suscitando cosi l’invidia dell’Arcidiocesi di Messina che nel 1435, grazie all’appoggio del re Alfonso, riuscì ad ottenere il trasferimento della reliquia nella città.
I capitini si ribellarono a questa decisione e la reliquia venne spartita in due pezzi, metà è conservata a Messina mentre l’altra parte rimase a Capizzi.
L’edificio fu completato intorno alla fine del 1700, grazie al contributo di alcune famiglie facoltose del paese.
Al XIX secolo risale il pavimento in marmo rosso con venature bianche della Chiesa, lavorato dalla famiglia dei Culò e proveniente dalla contrada “Roccazza bianca” nel territorio di Capizzi.
Sull’altare principale è posta la statua del Santo titolare, di fattura ignota, all’interno dell’antico fercolo del XVI secolo.
Le cappelle laterali invece, sono rispettivamente dedicate al SS. Sacramento e alla Madonna del Soccorso, quest’ultima scolpita da Antonello Gagini nel 1517.
Nel Santuario è conservato anche il Real Vessillo che Pietro II D’Aragona donò al popolo nel XIV secolo, in memoria della fiera “Franca” da lui istituita.
Di grande impatto architettonico è la facciata neoclassica del tempio, realizzata da Giuseppe Biancavilla da Petralia nel XIX secolo, arricchita al centro da una statua di San Giacomo, realizzata dal Culò in collaborazione con Antonio Mascali Sciacchitano nel 1883.
Di grande importanza è la processione, unica nel suo genere, che ogni anno si svolge a Capizzi nella giornata del 26 luglio. L’apice della manifestazione si raggiunge in Piazza Miracoli, dove il santo, spinto dalla fede dei suoi portatori, abbatte il muro di una casetta con le travi del fercolo.
Santuario Gesù Ecce Homo – Villafranca Tirrena
Santuario Letto Santo – Santo Stefano di Camastra
Santuario Madonna dei Miracoli – Mistretta
Santuario Madonna del Carmelo – Messina
Santuario Madonna del Carmelo – Santa Teresa di Riva
Santuario Madonna del Terzito – Leni
Santuario Madonna del Tindari – Patti
Santuario Madonna dell’Aiuto – Roccafiorita
Santuario Madonna della Libera – Mongiuffi Melia
Santuario Madonna della Provvidenza – Montalbano Elicona
Santuario Madonna della Rocca – Taormina
Santuario Madonna di Crispino – Monforte San Giorgio
Santuario Madonna di Dinnammare – Messina
Santuario Madonna di Pompei – Messina
Santuario Madonna di Trapani – Messina
Santuario Madonna di Trofillo – Galati Mamertino
Santuario Maria Ausiliatrice – Alì Terme
Santuario Maria Consolata – Messina
Santuario Maria Santissima Annunziata – Ficarra
Santuario Maria Santissima Annunziata – Fiumedinisi
Santuario Maria Santissima Annunziata – Pedara
Santuario Maria Santissima della Catena – Lipari
Santuario Maria Santissima di Capo d’Orlando
Santuario Nostra Signora di Lourdes – Messina
Santuario San Benedetto il Moro – San Fratello
Santuario San Francesco di Paola – Milazzo
Santuario Sant’Antonio di Padova – Roccalumera
Santuario Sant’Antonio di Padova – Barcellona Pozzo di Gotto
Santuario Sant’Antonio di Padova – Milazzo
Santuario Santa Maria del Bosco – Alì
Santuario Santa Maria della Catena – Mongiuffi Melia
Santuario Santa Maria della Neve – Santa Lucia del Mela
Santuario Santa Maria di Montalto – Messina
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