Giuseppe Tomasi e la strada degli scrittori, la strada SS 640 degli scrittori, a Palma di Montechiaro
Giuseppe Tomasi nasce a Palermo il 23 dicembre 1896 da Giulio Tomasi, principe di Lampedusa. Nel 1914 Giuseppe Tomasi conseguì la maturità classica al Liceo Garibaldi di Palermo e l’anno successivo si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma. Fece invece la guerra: al suo scoppio venne chiamato alle armi, nel 1917 divenne ufficiale, fu inviato al fronte, assistette alla disfatta di Caporetto e fu fatto prigioniero
Negli anni immediatamente successivi viaggiò in Italia e in Europa, a Londra conobbe la moglie, la quale non si adattò alla vita coniugale e i loro rapporti durarono a lungo per via epistolare. Nel 1940, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Tomasi venne richiamato, ma fu presto congedato. Nel 1957 gli venne diagnosticato un tumore al polmone, che in pochi mesi lo condusse alla fine, avvenuta a Roma il 23 luglio di quello stesso anno.
È la casa avita, il palazzo di via Lampedusa, il suo rifugio. Non a caso, i suoi “Ricordi di infanzia” ruotano intorno alle due abitazioni più care allo scrittore, quella palermitana e la residenza estiva di Santa Margherita Belice, per le quali esprime un vero e proprio abbandono amoroso. “Il Gattopardo” nasce proprio sui tavolini dei caffè Caflisch e Mazzara, a Palermo, che Giuseppe frequenta assiduamente.I possedimenti di Santa Margherita sono legati al ramo materno della famiglia di Giuseppe Tomasi.
Una componente fondamentale dell’attrattiva esercitata sul piccolo Giuseppe da questa lontana residenza era dovuta al fascino avventuroso del viaggio, parte in treno e parte in carrozza, la casa immensa – con le sue trecento stanze, i tre cortili, le foresterie, le scuderie, le rimesse, il grande giardino e l’orto – era poi “una specie di Vaticano” nella cui desolazione era possibile aggirarsi liberamente e sicuramente come in un “bosco incantato” privo di draghi, ma ricco di leggiadre meraviglie.
Palma di Montechiaro comune del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, 162 m s.m.,
patrono Madonna del Rosario 8 settembre,
su una rupe a dominio del mare sorge il castello di Montechiaro realizzato nel 1300, Castello di Montechiaro in prossimità di Marina di Palma, usato ormai da secoli come santuario della Madonna locale, che si festeggia ogni domenica dopo Pasqua, e chiamata appunto dalla popolazione, Madonna del Castello, anche se il titolo ufficiale è Maria Montis Claris
E' nota come la Gerusalemme di Sicilia, fondata nel 1637, nel giorno consacrato all’Invenzione della Croce, il 3 maggio, nasce come la città di una
nuova Terra Santa.
Venne pertanto denominata Palma, dalla pianta simbolo di gloria,
la Chiesa Madre che, con i suoi campanili gemelli e la facciata preceduta da un’ampia scalinata, è una delle opere più significative del barocco siciliano,
Il palazzo ducale fu costruito dopo che il primo venne inglobato nel monastero delle Benedettine (1653-1659), Palazzo degli Scolopi edificio, oggi sede degli uffici comunali, è certamente uno dei più belli del patrimonio tardo-barocco.
il Palazzo Ducale che fu dimora dei Principi di Lampedusa, impreziosito all’interno da splendidi soffitti a cassettoni lignei dipinti.
la Chiesa del SS. Rosario, prima matrice del comune di Palma di Montechiaro,
il Monastero delle benedettine, nucleo spirituale della città, ha un aspetto semplice con finestre prive di decorazioni. Sul cortile interno, invece, si affacciano delle finestre decorate in stile barocco. All'interno il parlatorio ha volte a botte da cui si accede ad un giardino ricco di alberi in cui è sistemata una scultura della Madonna con San Benedetto. Le suore custodiscono, inoltre, la Madonna della Colomba Rosata. Ancora oggi è uno dei pochi monasteri di clausura in Sicilia.
Dopo il parco archeologico della Zubbia, si scorge la collina detta "Calvario" con i ruderi dell'antica chiesa di Santa Maria della Luce (1650), anch'essa dalle forme barocche, dove c'è una botola nel pavimento della Chiesa; di sotto sono ancora presenti e rinchiusi i corpi delle persone lì ricoverate e morte di peste del tra il 1550 e 1700.
Il Calvario segna spiritualmente l'ambiente e la storia di Palma. Infatti, Giulio Tomasi volle riproporre nella realtà locale il percorso di Gesù dal palazzo di Pilato al Golgota, collegando in un itinerario ideale segnato da stazioni, il centro abitato con la solitudine della collina del Calvario. Il Santo Duca, otteneva, come per i pellegrini della Terra Santa, l'indulgenza plenaria per quanti avessero percorso il tragitto sino alla collina del Calvario, dove nella chiesa di Santa Maria della Luce era custodita una copia della Sacra Sindone donata a Carlo Tomasi, Primo duca di Palma e teatino a Roma, dall'infanta Maria di Savoia. Tale reliquia oggi viene conservata nella Chiesa del Collegio.
La Torre San Carlo risale alla prima metà del ‘600 e fu realizzata a difesa del litorale per volontà di Carlo Tomasi. Accanto ad essa un tempo vi era una piccola chiesa dove veniva celebrata la messa per i soldati.
Il duca Giulio (detto il Duca Santo), dopo aver cresciuto nel fervore religioso i 6 figli avuti dalla moglie nel casto matrimonio, ottenne dal Papa lo scioglimento in vita del matrimonio dalla moglie e la separazione, dopo aver rinunciato al ducato a al matrimonio, si ritira per poter vivere gli ultimi anni della sua vita da eremita. La moglie Rosalia Traina, prima duchessa di Palma, decide a sua volta di entrare in monastero insieme alle figlie, col nome di Suor Maria Seppellita e lì rimane sino alla sua morte. Il monastero era stato fortemente voluto da una delle figlie del Duca, Isabella Tomasi (la Beata Corbera del Gattopardo). Isabella, entrata nel monastero col nome di Suor Maria Crocifissa della Concezione divenne una celebre mistica, punto di riferimento dei nobili della Sicilia e non per il suo fervore religioso e il suo grande misticismo, nella sua biografia si ricordano innumerevoli tentazioni da parte del demonio, e lettere colme di fede e devozione.
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Parco Culturale del Gattopardo
La fondazione di Palma è come circondata da un alone mitico. Mario Tomasi, gentiluomo originario di Capua, primo della sua casata a insediarsi in Sicilia, sposò Francesca Caro nel 1583, e con questo matrimonio, che lo imparentava a una potente famiglia marinaresca catalana, acquisì la baronia di Montechiaro. In questo territorio, nel 1637, i suoi nipoti Carlo e Giulio, che erano gemelli, vollero che sorgesse la città di Palma. A Carlo, in quanto partorito per secondo, Filippo IV conferì l’anno dopo il titolo di Duca di Palma. Carlo, tuttavia, prese i voti e lasciò quindi feudo e titolo al fratello. Noto come il “Duca santo”, Giulio fece del suo palazzo un monastero delle Benedettine in cui si ritirarono, nel corso degli anni, quattro figlie, nonché la moglie Rosalia Traina grazie a una dispensa papale.
Parco Culturale del Gattopardo
c/o Kursaal Kalhesa
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Tel. 091 6254011
Cell. 3276844052
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Parco Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Il Parco Letterario intitolato a Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957) comprende un vasto territorio della Sicilia occidentale che da Palermo, dove lo scrittore nacque e scrisse Il Gattopardo, si estende a Santa Margherita di Belice nello splendido palazzo Filangeri Cutò, dove trascorse l'infanzia e a Palma di Montechiaro, feudo di famiglia.
La sede palermitana del Parco Letterario è a ridosso della storica piazza Marina, vicina al palazzo in cui Giuseppe Tomasi di Lampedusa visse l'ultima parte della sua vita.
Sicilia Letteraria by Associazione Pluralia
Via Contessa Adelasia, 13
90138 Palermo
sicilia.letteraria@gmail.com
Il gattopardo nel Belice
Il Parco Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa comprende un vasto territorio della Sicilia occidentale che da Palermo, dove lo scrittore nacque e scrisse Il Gattopardo, si estende a Santa Margherita di Belice nel Palazzo Filangeri Cutò, dove Tomasi trascorse l’infanzia, e a Palma di Montechiaro, feudo di famiglia. Tre luoghi che, insieme, fanno da scenario alle pagine del suo romanzo. Il Parco è un’articolazione di suggestioni e di luoghi.
Santa Margherita di Belìce AG 92018
Piazza Matteotti,
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