La strada statale 118 la Corleonese
La strada statale 118 la Corleonese, e va dallo svincolo sulla strada statale 121 Catanese (Bolognetta) ad Agrigento. Attraversa tutta la provincia di Palermo da nord a sud e quella di Agrigento nella stessa direzione. Nel suo percorso, a partire dallo svincolo, attraversa nell'ordine i seguenti comuni:
Bolognetta, Marineo, Corleone, Prizzi, Santo Stefano Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, Cianciana, Raffadali, Agrigento
Questo è un itinerario sviluppato per i motociclisti, per chi ha voglia di curve e tornanti, si attraversano paesi e borghi, boschi e vista mare mozzafiato, tra Madonie, tra borghi, e numerose cantine vinicole, da scoprire.
Solo questo percorso è di circa 170 km, è da percorrere in primavera inoltrata, fino a tutto l'autunno.
Come rientro si suggerisce la SS189 della Valle del Platani. o in alternativa si può decidere a Prizzi di procedere per la SS188 la Centro Occidentale Sicula Da Marsala a Prizzi , 160km.
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L’itinerario inizia ipoteticamente da :
Da Palermo si parte per un bel giro lungo due strade tortuose, fino a raggiungere Agrigento.
Il ritmo da tenere è blando, perché il panorama e i centri attraversati meritano un passaggio e diverse soste
Tra Palermo e Agrigento, due mete meravigliose, corrono due strade per biker che tagliano l’interno della Sicilia. Sono le statali 118 e 189, due tracciati che portano alla scoperta di paesaggi e di realtà autentiche, ma parleremo della SS118.
Una Sicilia rumorosa, ci catapulta a breve in una inaspettata e solitaria si inizia predendo la strada per Gibilrossa, è una piccola frazione collinare nota per la sua vista panoramica sita tra i comuni di Misilmeri e di Belmonte Mezzagno, è presente a Gibilrossa un obelisco in ricordo dell'impresa garibaldina progettato dall'architetto Giovan Battista Filippo Basile proseguiamo per Misilmeri, e Bolognetta, si procede per Marineo, con il Castello, cinquecentesco gioiello artistico che rappresenta il maggiore monumento storico del luogo, fu costruito dei marchesi Beccadelli-Bologna, che gestivano direttamente l'attività economica delle loro proprietà. La lapide posta all'ingresso del piano nobile del maniero segna l'anno 1559 come data di edificazione.
Dalla torre del castello marinese si gode una vista incantevole: verso ovest è possibile ammirare le Gole dello Stretto, scavate dall'Eleuterio, lago di Scanzano, Contrada Ficuzza Real Casina di Caccia, proseguiamo verso le Gole del drago, arriviamo a Corleone un territorio straordinariamente ricco di beni culturali di prestigio e di beni paesaggistici e naturalistici che offre occasioni di bellezza alla scoperta del suo patrimonio materiale fatto di beni monumentali e naturalistici, citta delle cento chiese, giungiamo al lago di Prizzi, Prizzi, Santo Stefano di Quisquinà con numerosi edifici religiosi, come il suggestivo Eremo di S. Rosalia, luogo in cui la Santuzza palermitana dimorò tra il 1150 ed il 1162, il teatro Andromeda è un teatro all'aperto sito in territorio di Santo Stefano Quisquina, nei monti Sicani, Bivona, Alessandria della Rocca, Cianciana, Raffadali, Agrigento.
Il viaggio prosegue verso Prizzi. Il paesaggio si trasforma ancora: rocce spuntano dai colli erbosi, che in primavera sono coperti di fiori colorati e non rispecchiano l’idea popolare di quest’isola arsa dal sole. I laghi punteggiano il percorso, zone ideali per un pic-nic nel verde e val la pena fermarsi a fare la spesa nei negozi di alimentari nei paesetti.
Al bivio che precede Santo Stefano di Quisquinia, da non perdere una visita al teatro Andromeda, si gira per Castronovo di Sicilia: i dintorni cambiano ancora, diventando montagna pura, la vista si apre a 360°. Si passa Bivona e una serie di frutteti fino al tratto più spettacolare della 118, zeppo di curve e tornanti fino a Raffadali, appena sopra ad Agrigento.
Arrivati in città, ci si riposa a piedi lungo la via Atenea, gustando il tramonto. Da vedere, naturalmente, la Valle dei Templi.
La strada è più scorrevole della 118, ma alcune soste sono imperdibili come a Cefalà Diana, per i bagni termali del XII secolo. Si rientra a Palermo, chiudendo a Mondello questo emozionante giro nell’entroterra.
Oggi Palermo si presenta ricca di chiese, teatri, palazzi ed architetture di pregio. Oltre alla Cattedrale di Palermo, non si può non menzionare la Chiesa di San Cataldo, in stile arabo-normanno, con le tre famose cupole rosse, accanto alla Martorana, con volte affrescate da Olivio Sozzi e Guglielmo Borremans, e mosaici nella cupola del Cristo. La Chiesa di San Giovanni degli Eremiti è un altro capolavoro arabo-normanno, con 5 cupole, campanili e raffinati arabeschi, i mosaici della Cappella Palatina, il Palazzo reale, è il più antico della città: già reggia, è oggi sede dell'Assemblea Regionale Siciliana, Adiacente al palazzo dei Normanni è la Porta Nuova, monumentale arco di trionfo. La Zisa è un altro edificio storico d'origine normanna. La città presenta inoltre affascinanti scorci barocchi come i Quattro Canti di città, quadrivio monumentale al centro della città antica, la Fontana Pretoria, il neoclassico Teatro Massimo ed il Teatro Politeama, edificio in stile neoclassico-pompeiano.
Per comprendere le bellezze di Palermo bisogna seguire il percorso arabo normanno, Patrimonio Mondiale dell’Unesco, espressione della felice convivenza tra arabi, normanni e bizantini, durante il medioevo.
Fuori dalla città, ma appartenenti allo stesso percorso, le Cattedrali di Cefalù e Monreale. Da visitare anche i qanat, strette gallerie sotterranee scavate nel sottosuolo della città, che si aprivano in pozzi verticali e consentivano l’approvvigionamento idrico di case, giardini e campi.
Se si vuole conoscere la città non può mancare poi una visita al mercato della Vucciria, mercato rionale storico, che esiste dal XII secolo, che pur avendo cambiato aspetto tante volte, resta un punto di riferimento in città per assaggiare il famoso pane ca meusa. E poi anche il Museo delle Maioliche – Stanze al Genio, ospitato all’interno di un appartamento privato nel piano nobile di Palazzo Torre Pirajno, raccoglie una collezione di mattonelle italiane che vanno dal XV al XIX secolo, con oltre 4964 esemplari esposti. E la Camera delle Meraviglie, affascinante camera ritrovata in seguito ai lavori di ristrutturazione di un palazzo. Dipinta di blu con decorazioni e scritte in arabo.
Bolognetta comune della Città Metropolitana di Palermo, 350 m s.m., patrono Sant’Antonio da Padova 13 giugno
La chiesa madre è del sec. XVII, ma fu rifatta nel XVIII. Nel paese è il Museo della Casa Contadina.
Misilmèri comune della Città Metropolitana di Palermo, 129 m s.m., patrono San Giusto ultima domenica di agosto
Qui nel 1860 le squadre di Giuseppe La Masa si congiunsero alla spedizione dei Mille.
Del castello, arabo e riedificato dai Normanni e dai Chiaramonte, sono visibili resti di mura.
La chiesa di Sant'Antonio custodisce un bassorilievo della scuola dei Gagini raffigurante la Crocifissione;
Duomo di San Giovanni Battista, eretto a partire dal 1553, l'edificio sacro custodisce una Immacolata, statua lignea con panni argentati del 1734, opera realizzata da Pietro Marabitti, è conservata una pala di Vito d'Anna.
La prima chiesa cristiana fu costruita prima del 1123 e intitolata a Sant'Apollonia, come citato in una bolla di papa Callisto II.
La Fontana Grande in Piazza comitato restaurata e decorata nel 1879 dallo scultore Palermitano Benedetto Civiletti. Alle spalle della Fontana Grande vennero costruiti i lavatoi pubblici,
La località di Gibilrossa è nota per essere stata utilizzata come "punto di appoggio" dalle truppe garibaldine guidate da Nino Bixio la sera precedente la presa di Palermo. Fu sempre in questa località che Giuseppe La Masa raccolse per l'occasione 4000 volontari a supporto dell'esercito di Garibaldi.
A tal proposito, è presente a Gibilrossa un obelisco in ricordo dell'impresa garibaldina progettato dall'architetto Giovan Battista Filippo Basile e eretto nel 1875; così come un'iscrizione sita nell'ex-convento (ormai cadente) nel quale Garibaldi passò la notte antecedente l'attacco. L'obelisco, una volta molto elegante con la sua forma perfettamente piramidale,
Il Diospyros Festival di Misilmeri, che si svolgerà a novembre, segna il ritorno della storica Sagra del Kaki dedicata a uno dei frutti più rappresentativi della tradizione agricola. Iniziativa di promozione del prodotto tipico locale, degustazioni di prodotti tipici, frutti e pasticceria a base di kaki. https://www.facebook.com/people/Diospyros-Festival/61566490361529/
Marineo comune della Città Metropolitana di Palermo, 531 m s.m., patrono San Ciro terza domenica di agosto,
la chiesa matrice conserva una sontuosa tribuna barocca e una pregevole urna d'argento settecentesca, contenente le spoglie di san Ciro.
Collegio di Maria e chiesa di San Vincenzo Ferreri. Il luogo di culto custodisce il dipinto raffigurante la Madonna con il Bambino ritratta nell'atto di consegnare l'indulgenza a San Francesco d'Assisi e Santa Chiara, opera di Filippo Randazzo.
Chiesa di San Michele Arcangelo (1630). Statua raffigurante la Madonna del Carmelo del 1809 ante, legno policromo, attribuzione, opera commissionata dalla Congregazione della Madonna del Carmelo a Girolamo Bagnasco.
Cappella di Nostra Signora di Guadalupe, la costruzione sorge sulla serra di Marineo, è stata ideata e fortemente voluta per la sua immensa devozione, da padre Francesco Francaviglia che per tanti anni è stato missionario in Messico
La posizione del Santuario Madonna della Dayna o della Pietà, caratteristico è il picco roccioso su cui esso si eleva, lo si può ammirare da tutto il paese e dintorni. Dalla terrazza centrale si può godere di un vasto panorama a 360 gradi di tutto il circondario: un suggestivo scorcio della rocca, tutto il paese, tutta la valle dell’Eleutero e, nelle giornate limpide, anche alcune isole delle Eolie.
Il castello, posto su uno sperone roccioso, la lapide posta all'ingresso del piano nobile del maniero segna l'anno 1559 come data di edificazione. Dalla torre del castello marinese si gode una vista incantevole: verso ovest è possibile ammirare le incontaminate Gole dello Stretto, scavate dalle acque dell'Eleuterio fra i massicci collinari della Montagnola e del Pizzo Parrino.
il santuario della Madonna dello Scanzano
InVicoliDiVersi il 5 agosto 2023 a Marineo la manifestazione artistico-culturale che ha lo scopo di valorizzare la poesia e l’arte portandola in strada, alla portata di tutti. https://www.facebook.com/people/Invicolidiversi/100063955093085/
Corleone comune della Città metropolitana di Palermo, 542 m s.m., patrono San Leoluca 1° marzo,
la chiesa matrice di San Martino (sec. XVIII)
la chiesa del collegio di Maria, in stile rococò
la chiesa dei Cappuccini, che conserva all'interno pregevoli opere di intaglio ligneo
la chiesa del Salvatore, con stucchi e affreschi
la settecentesca chiesa dell'Addolorata, a pianta centrale.
Di interesse naturalistico sono: il sughero monumentale di Castrateria; Rocca Busandra, vetta di 1613 metri, la più alta della Sicilia occidentale e antica riserva di caccia dei Borbone, con crinali e punti panoramici per escursionisti; area dei laghetti, i gorghi “tondo” e “lungo”, che si trovano sul versante orientale, il versante di Godrano; e le Gole del Drago.
Le Gole del Drago sono un canyon naturale, formato dal fiume Frattina nel territorio di Corleone, a pochi km da Palermo. Le piccole cascate e le piccole piscine formate dall’acqua, le cosiddette Marmitte dei Giganti, sono uno spettacolo della natura.
In Contrada Tagliavia, l'ottocentesco Santuario della Madonna del Rosario, costruito in seguito al ritrovamento di un'immagine su pietra della Madonna del Rosario che si conserva all'interno del santuario
All’interno del parco di Ficuzza si trovano anche opere di interesse storico come La Real Casina Borbonica e il trono del Re.
La Real Casina di caccia è un palazzo reale imponente immerso nel verde, con davanti un enorme prato e dietro il fitto bosco di Ficuzza. Il palazzo fu costruito per volere per volere del re Ferdinando di Borbone. Nel 1799, in seguito ad insurrezioni e all’avanzata napoleonica, il re lascia Napoli insieme alla sua famiglia per trasferirsi a Palermo, dove fa costruire la Palazzina Cinese, e a Ficuzza fa costruire la sua residenza estiva, la Real Casina Borbonica, ed il bosco diventa la sua tenuta di caccia.
Carnevale Corleonese, con i suoi carri e minicarri, gruppi in maschera e sfilate di cavalieri per le vie della città. "U Riavulicchiu”, maschera che balla, saltella, tintinna, fugge e ritorna, solo o a branchi, è il padrone del carnevale corleonese.
Siccagno Fest" a Corleone a settembre. Il Pomodoro Corleonese Nano Siccagno è una varietà tipica del territorio Palermitano, utilizzato per produzione di salsa e di concentrato (Strattu) https://www.facebook.com/siccagnofest
Prizzi comune della Città Metropolitana di Palermo, 966 m s.m., situato nell'alta valle del fiume Sosio. Fondato in epoca normanna, i cistercensi vi fondarono i monasteri di San Michele e di San Cristoforo. La chiesa madre risale al 1561; nella chiesa di Sant'Antonio Abate sono un gruppo raffigurante la Madonna col Bambino e un'acquasantiera, ambedue cinquecenteschi.
Del castello medievale alcuni resti
La Domenica di Pasqua a Prizzi
La Domenica di Pasqua a Prizzi, si svolge il Ballo dei Diavoli (U Ballu di Diavuli), una festa a metà tra il profano e il sacro.
La festa inizia quando la Morte e i Diavoli prendono possesso della città.che saranno i protagonisti del famoso Ballo dei Diavoli che si svolge in diversi quartieri del paese.
La tradizione prevede due momenti: uno religioso, che è quello dell’incontro fra la Madonna e il Cristo Risorto, a simboleggiare la rinascita di Gesù, e un momento pagano, che è quello del ballo dei diavoli che cercano di impedire “u contru”
La Morte, vestita di giallo, con una maschera e con in mano una balestra, va in giro per la città alla ricerca di anime da portare all’inferno. Quando sono catturate, le vittime della Morte sono chiuse in una casa e possono liberarsi solamente pagando un obolo.
I Diavoli indossano una tuta rossa e una grande maschera. Insieme alla Morte, trascorrono il pomeriggio facendo scherzi ai passanti e rinchiudendo le persone.
Il culmine della manifestazione avviene quando la Morte e i Diavoli tentano di impedire l’incontro delle statue della Madonna e del Cristo Risorto nella piazza principale di Prizzi.
Al terzo tentativo arrivano gli Angeli che colpiscono e uccidono le forze del male, mentre le campane suonano in segno di festa.
A quel punto la Madonna perde il suo mantello nero e si mostra con il suo vestito celeste, simboleggiando così il trionfo del bene sul male.
I Diavoli si arrendono e compiono un rito di purificazione dal peccato con il pigliar’a paci, inchinandosi per tre volte dinanzi alle statue della Madonna e di Cristo Risorto.
A Prizzi, esiste un'antica tradizione, ricorrere alla Madonna del Carmelo per far cessare le pioggie...
Dopo un inverno con abbondanti piogge c'è chi ha pensato di rispolverare un’antica usanza, recarsi in pellegrinaggio alla chiesa del Carmine, poco distante dal paese, per prendere la Madonna del Carmelo e portarla in paese, affinchè per sua intercessione metta fine alla pioggia. Si ricorreva alla Madonna del Carmelo sia per porre fine alla pioggia, accompagnata da S. Eliseo che reca in mano una spada per poter tagliare le nubi, o per invocare la pioggia, accompagnata in questo caso da S. Elia che reca in mano una brocca, simbolo dell’acqua che si desidera.
La Chiesa Maria SS. Carmelo fu fondata dai Bonelli nell’1150 e riadattata nel 1582 dai Carmelitani sull’antica chiesetta di S. Angelo. Sorge fuori dell’abitato e accanto ad essa si trova il cimitero comunale. La Chiesa si presenta a croce latina. Sull’altare maggiore è posto il simulacro di Maria SS. Del Carmelo ed ai lati quelli di S. Elia e S. Eliseo.
La Fiera di Prizzi, il 14 settembre, fiera con il completo assortimento di oggetti di casa, strumenti da lavoro.
Nei giorni della manifestazione si svolge la Mostra Capi Selezionati Razze Bovini, presso il Foro Boario di Prizzi sito in C.da Zachia. La manifestazione è organizzatta dall'Associazione Prizzese Agro-Zootecnica e patrocinata dal Comune di Prizzi. Le Aziende Zootecniche presenti all’esposizione presenteranno i loro allevamenti di bovini iscritti nei libri genealogici o nei registri di razza presso gli stand espositivi. https://www.facebook.com/prolocohippanaprizzi/
Santo Stefano di Quisquinà è situato nell'entroterra agrigentino, ubicato ad un'altezza di 732 m s.l.m. È circondato dai monti Sicani
La settecentesca Chiesa Madre, ad abbellire la chiesa furono i fratelli Manno pittori di notevole fama e commissionate preziose statue lignee dorate ed un crocifisso intagliato. In occasione dell'elevazione a Santuario la chiesa ha aggiunto numerose opere d'arte già presenti alcune più recenti di fattura stefanese.
L'eremo di Santa Rosalia alla Quisquina è una costruzione lungo le pendici del monte Quisquina nel territorio di Santo Stefano Quisquina, comune italiano della provincia di Agrigento, in Sicilia.
L'eremo è stato costruito nelle vicinanze della grotta in cui si rifugiò per gran parte della sua vita santa Rosalia, la vergine palermitana, l'eremo comprende, oltre alla "grotta", la chiesa, la cripta e gli ambienti conventuali come le celle, la cucina ed il refettorio.
In una grotta mimetizzata della vegetazione difficilmente accessibile, la giovanissima Rosalia, fuggendo la vita mondana ed in cerca di solitudine, di pace e soprattutto di Dio, trovò dimora per ben dodici anni
Eremo di Santa Rosalia
È situato a mille metri di altezza nel cuore dei Monti Sicani, nella riserva naturale di Monte Cammarata, al confine tra la provincia di Palermo e quella di Agrigento e dista circa quattro chilometri da Santo Stefano di Quisquina, un paese di cinquemila abitanti famoso per i formaggi pecorini, l’abbondanza di acqua ricca di minerali e il gran numero di edifici religiosi. Dal 2000 è gestito dalla Pro Loco di Santo Stefano che ha allestito al suo interno un museo di cultura agro-pastorale e di vita eremitica.
Alessàndria della Ròcca comune del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, 533 m s.m., patrono Madonna della Rocca ultima domenica di agosto,
Alessandria della Rocca, che deve il proprio nome alla Madonna della Rocca, patrona del paese, ospitava un tempo il Castello della Pietra d’Amico, di cui oggi si possono ancora ammirare i resti.
la Chiesa del Carmine con annesso l'ex convento dei Carmelitani (fine sec. XVI),
la chiesa madre, originariamente dedicata a Santa Maria del Pilar (sec. XVII),
la chiesa dell'Immacolata e del Collegio di Maria (sec. XVIII),
la chiesa di San Francesco, con annesso un convento dei Padri Minori Riformati
Raffadali comune del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, 420 m s.m., patrono Madonna degli Infermi seconda domenica di luglio
Nella chiesa cinquecentesca della Madonna degli Infermi, fondata da Pietro Montaperto, si trova un sarcofago di età romana (proveniente dalle cavità sepolcrali scavate alla base del monte Grotticelle) su cui è raffigurato il Ratto di Proserpina.
Su un'ampia piazza alberata si affaccia il settecentesco palazzo dei Montaperto.
Il 1° Maggio a Raffadali è carico di tradizione, un multiforme e variopinto corteo, preceduto dalla caratteristica e attesa sfilata dei carri infiorati, rappresentanti il mondo del lavoro,
Fastuca fest a settembre la Festa del Pistacchio a Raffadali, tra esposizione e degustazione di prodotti dolciari e gastronomici a base dello squisito frutto. La Sagra del Pistacchio di Raffadali mira a promuovere il prodotto che cresce nell'entroterra, un programma con percorso del gusto, street food al pistacchio di Raffadali. https://www.pistacchiodiraffadali.com/
Agrigento capoluogo del Libero consorzio Comunale omonimo, 230 m s.l.m. patrono San Gerlando Giorno festivo 25 febbraio,
Posta al centro della costa meridionale della Sicilia, Agrigento è posta sulla collina dove sorgeva l'antica Girgenti, mentre la Valle dei Templi si trova poco più a sud
È nota come Città dei templi per la sua distesa di templi dorici dell'antica città greca posti nella cosiddetta valle dei Templi, inserita, nel 1997, tra i patrimoni dell'umanità dall'UNESCO,
il centro storico di Agrigento è individuabile sulla sommità occidentale della collina dell'antica Girgenti. Risalente all'età medioevale del XI e XV, conserva ancora oggi vari edifici medioevali (chiese, monasteri, conventi e palazzi nobiliari).
La Cattedrale di San Gerlando si trova nel centro storico di Agrigento, in cima ad una scalinata, sita sul ciglio di una rupe.
Fu edificata nel XII secolo e, nel corso dei secoli, venne rimaneggiata e ristrutturata. La cattedrale è stata tra le prime fondate in Sicilia subito dopo l’avvento del Cristianesimo. L’edificazione del duomo venne affidata al Vescovo di Agrigento, Gerlando Besançon.
La facciata barocca, sormontata da un timpano spiovente e sottolineata da paraste sporgenti e il campanile quattrocentesco a base quadrata costituiscono gli elementi essenziali della parte occidentale esterna. In basso, nella parte a meridione, troviamo i due ordini di monofore cieche in stile plateresco.
L'interno, in stile normanno, presenta una pianta a croce latina ed è a tre navate, con sette alte colonne barocche ottagonali e arcate ogivali che culminano in un elegante transetto con copertura a capriate dipinte del Cinquecento e decorate con diverse figure di Santi agrigentini e con motivi ornamentali floreali.
Le opere custodite al suo interno sono numerose, di notevole pregio sono: la Tela dell’Immacolata; la Tela del Martirio di Sant’Erasmo; l’Urna di San Felice Martire; la Cappella di San Bartolomeo; la Scultura del Compianto; la Tela della Madonna del Rosario e anime purganti.
Il Santuario dell'Addolorata di Agrigento, noto anche come chiesa di Maria Santissima Dei Sette Dolori, è uno dei luoghi di culto cattolici mariani più importanti di Agrigento ed è sede di una delle confraternite più antiche della città, la confraternita di Maria Santissima Dei Sette Dolori.
Fu edificata nel XVII secolo da maestranze siciliane inglobando una preesistente edicola sacra. La chiesa si trova a picco su una parete di roccia calcarea, a ridosso di porta Garibaldi, gli spazi delle cripte sono adibiti a museo. La sobria facciata si contrappone al ricco interno in stile barocco. Lungo le pareti sono presenti pregevoli stucchi del Serpotta.
La Chiesa di Santo Spirito di Agrigento si trova sul lato sinistro dell’omonimo Monastero, fondati dalla famiglia Chiaramonte nel 1299. La chiesa e l’annesso monastero furono costruiti nel XIII secolo dalla nobile famiglia dei Chiaramonte, all'interno del complesso monumentale, sono presenti due stemmi della
famiglia Chiaramonte, uno dipinto nella catena di una capriata della chiesa ed un rilievo dello stesso stemma si trova nel concio di
chiave di un’arcata del dormitorio del monastero. La chiesa presenta una pianta rettangolare e l’attuale facciata conserva ancora due elementi originari: il rosone e il portale
medievale.
La Chiesa di San Giuseppe di Agrigento, situata in fondo alla Via Atenea, presenta un prospetto in stile barocco arricchito da un doppio ordine di scalini e due torri campanarie.
L'interno è a unica navata. Il soffitto è stato dipinto da Raffaele Gurrieri con scene della vita di San Giuseppe.
La Chiesa di San Lorenzo ad Agrigento, nota anche come Chiesa del Purgatorio, è situata in piazza Purgatorio, lungo la via Atenea. Lo splendido monumento colpisce per la sua fastosità, per l'abbondanza e il fasto delle decorazioni, per gli stucchi, gli ori e le pitture.
Fu edificata nella seconda metà del 700 per volere dei ricchi borghesi del quartiere che, influenzati dalle espressioni dello stile barocco del momento, la vollero particolarmente sfarzosa.
La Chiesa di San Nicola di Agrigento, sita fuori dall’abitato nelle immediate vicinanze del Museo Archeologico, lo stesso che si ritrova nella Valle dei Templi.
La chiesa rappresenta uno dei maggiori esempi di architettura cistercense tardo-romanica della Sicilia. L’edificio, costruito in
epoca normanna, fu ampliato nel 1219 dai frati cistercensi di Santa Maria di Adriano. Il convento, invece, fu fondato nel 1426 dal
beato Matteo Cimarra, che introdusse in città il movimento dell’Osservanza francescana. Di notevole pregio è il Sarcofago di Fedra contenuto nella terza cappella. Il sarcofago, opera marmorea di inestimabile valore e splendida espressione della scultura romana in Sicilia, rappresenta quattro episodi del mito di Fedra e Ippolito.
L’edificio e i resti del complesso abbaziale fanno parte del museo Archeologico di Agrigento
La Chiesa di Santa Maria dei Greci di Agrigento è l’antica cattedrale di rito greco-bizantino della città.
La chiesa è stata costruita nel 1200 sui resti di un antico tempio dorico, da alcuni studiosi identificato con il tempio di Atena Lindia e Zeus Atabyrios di cui parla Polibio, del quale sono ancora visibili le tracce del basamento. La chiesa fu anche cattedrale di rito greco-ortodosso, e per questo è ancora oggi chiamata “Chiesa dei Greci”. Divenne poi cattedrale cattolica, prima che lo divenisse la
Chiesa di San Gerlando.
La Valle dei Templi è un parco archeologico della Sicilia caratterizzato dall'eccezionale stato di conservazione e da una serie di importanti templi dorici del periodo ellenico. Corrisponde all'antica Akragas, monumentale nucleo originario della città di Agrigento. https://www.parcovalledeitempli.it/
Il Giardino della Kolymbethra è un raro gioiello archeologico e agricolo, un luogo straordinario che racchiude i colori, i sapori e i profumi della terra di Sicilia e racconta, con i suoi reperti e i suoi ipogei, scavati 2500 anni fa, la storia dell’antica Akragas. https://fondoambiente.it/luoghi/giardino-della-kolymbethra
Il Parco letterario Luigi Pirandello che si sta realizzando in Agrigento, in omaggio ad uno dei più grandi Autori della Letteratura del novecento https://www.parcoluigipirandello.it/
importante l'appuntamento annuale la Sagra del Mandorlo in Fiore, che si svolge all'inizio di febbraio https://www.facebook.com/sagradelmandorlo/
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