La settimana santa, folklore i riti della tradizione di Pasqua in Sicilia
La Sicilia durante il periodo della Pasqua che è particolarmente sentito ed è legato a tradizioni che uniscono religiosità, spettacolarità e folclore.
Scopri la Settimana Santa in Sicilia, nelle città e nei paesi dell’entroterra vanno in scena i più particolari riti pasquali, è un susseguirsi di processioni e liturgie.
Siete un turista, trovare alcune delle rappresentazioni tra le più importanti e significative che si svolgono nel periodo pasquale in Sicilia, che hanno la capacità di attirare fedeli e turisti in cerca di folclore.
La Settimana Santa in Sicilia è un mix incredibile di folklore, riti e tradizioni che ti lasceranno senza parole.
Ogni anno, i paesi si trasformano in palcoscenici viventi, dove la religiosità si intreccia con la spettacolarità di processioni e manifestazioni colorate.
Da Catania a Palermo, ogni città ha le sue usanze uniche, tra canti, danze e preghiere che raccontano storie antiche.
È un periodo in cui la comunità si riunisce, condividendo momenti di intensa emozione e bellezza, rendendo la Pasqua un'esperienza davvero indimenticabile.
Se vuoi immergerti nel cuore della tradizione siciliana, non perderti questa festa.
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La Settimana Santa in Sicilia, le celebrazioni, i riti da non perdere
La Settimana Santa in Sicilia, le celebrazioni, i riti da non perdere, la tradizione delle rappresentazioni religiose, che si ripetono da secoli mantenendo la simbologia pasquale, frutto di incontri di tradizioni e culture diverse: usanze greche, bizantine, arabe e spagnole.
Ovunque appaiono donne uomini incappucciati, bimbi vestiti di angioletti e canti e lamenti, rappresentazione delle forze del bene e del male che si scontrano.
I simulacri, opere d’arte che sfilano per le vie dei paesi in processione, sostenute non senza orgoglio della loro partecipazione, dalle spalle dei devoti.
E figuranti che rappresentano personaggi divini nelle Sacre rappresentazioni
La Processione dei Misteri, Settimana Santa a Trapani
La Processione dei Misteri, Settimana Santa a Trapani, tra riti, processioni, funzioni religiose che accomunano fede, tradizioni ed anche folklore, caratterizzano la settimana che precede la Pasqua. Brevi cortei di palme nelle chiese, durante la Domenica delle Palme, danno l’avvio ai riti. Il Martedì si svolge la processione del quadro della Madonna Addolorata detta Madonna dei Massari, che nel pomeriggio del Mercoledì incontra quello della Madonna del Popolo. Il Giovedì nelle chiese vengono allestiti i “sepolcri”, altari che rievocano l’Ultima Cena, riccamente addobbati. Ma il culmine è nella suggestiva ed emozionante Processione dei Misteri a Trapani, composta da diciotto gruppi statuari, in legno tela e colla dei secoli XVII e XVIII, rievocanti episodi della passione di Cristo, seguiti da Gesù nell’urna e dalla statua dell’Addolorata. Affidati alle “maestranze” e portati a spalla, sfilano dalle 14.00 del Venerdi fino al mattino del Sabato.
La Processione dei Misteri, Venerdì Santo a Erice
La Processione dei Misteri, Venerdì Santo a Erice, il Venerdì Santo sfilano per le vie del centro di Erice i “Misteri”, quattro gruppi statuari in legno, tela e colla (sec. XVIII) raffiguranti episodi della passione di Cristo, seguiti da Gesù nel sepolcro e dalla statua lignea dell’Addolorata (sec. XVI). Partendo dalla chiesa di San Giuliano, in cui sono custoditi tutto l’anno, sono portati in processione in un’atmosfera davvero suggestiva, suggellata dalla musica funebre che risuona per le vie e dalla folla che li segue.
La Via Crucis Giovedì Santo a Marsala
La Via Crucis Giovedì Santo a Marsala, momento significativo tra i riti della Settimana Santa in provincia di Trapani è la Via Crucis del Giovedì con personaggi viventi che sfilano per le principali vie della città di Marsala, interpretando i ruoli con grande coinvolgimento emotivo. Suggestive sono le “cadute” del Cristo con la croce, che più volte si ripetono lungo il percorso. Una commovente rappresentazione della Crocefissione si svolge inoltre nella serata dello stesso giorno. Molto partecipata è la processione del Venerdì con la statua dell’Addolorata che segue il Cristo morto.
Settimana Santa a Enna
Settimana Santa a Enna, la Settimana Santa è tra le più spettacolari e ricche di pathos del mondo. Il Venerdì Santo la città è coinvolta con 2500 confrati che sfilano, insieme all’amministrazione comunale ed il clero. Nelle 16 chiese, sedi di confraternite, vengono preparati gli oggetti che saranno portati in processione. La Settimana Santa è ricca di storia e di simboli legati alle consuetudini che si tramandano da secoli, addirittura dal periodo della dominazione spagnola. Tra i simboli, ricordiamo la visiera dei confrati che oggi viene portata abbassata, contrariamente al passato che, per legge, si portava alzata. La banda musicale accompagna le processioni con note meste, scritte da compositori ennesi.
Lu Signuri di li fasci a Pietraperzia
Lu Signuri di li fasci a Pietraperzia, l’anima di “lu Signuri di li fasci” è una trave di legno di cipresso, terminante a croce. La trave è alta metri 8,50 con tutta “la vara”. Essa viene portata all’esterno della chiesa del Carmine al tramonto del sole e lasciata in posizione orizzontale nello spiazzale antistante la chiesa stessa . Quindi, nella parte alta della trave viene apposto una struttura metallica di forma circolare. Di lì a poco i fedeli si avvicinano alla croce per annodare al cerchio numerosissime fasce di tela di lino bianche della lunghezza di circa 32 metri e della larghezza di circa 40 centimetri. Per annodare la sua fascia il fedele deve presentare ai confrati responsabi1i un biglietto di iscrizione che serve per registrare il numero delle fasce. La funzione delle fasce sarà quella di consentire ai fedeli di mantenere in equilibrio la lunga asta di legno lungo il percorso processionale.
Intanto, all’interno della chiesa del Carmine, si svolge un altro atto tradizionale di cui non si conosce l’origine: un componente della confraternita tutto il pomeriggio è impegnato a stendere sul corpo del Crocifisso dei nastrini rossi detti “misureddi” (piccole misure) che, così benedetti, vengono legati dai fedeli all’avambraccio o alla caviglia.
Commovente è il passaggio del Crocifisso antico e miracoloso da una mano all’altra (“a ppassamànu”) dei confrati disposti a catena dentro la chiesa del Carmine, mentre pregano gridando la giaculatoria “Pietà e Misericordia, Signuri”. Subito dopo il Crocifisso sarà posto sulla grande croce per la spettacolare “alzata” all’esterno della Chiesa. Questa preghiera sarà ripetuta in processione dai portatori della “vara” ogni volta che sono chiamati dal doppio colpo di un martello di legno per rimettersi sulle spalle il pesante carico. Ai piedi del Cristo in croce viene posto un globo a vetri colorati, simbolo del mondo e delle sue diversità, dominato dalla potenza salvifica di Cristo. Questo globo viene internamente illuminato da 4 lampade.
La Festa dei Giudei a San Fratello
La Festa dei Giudei a San Fratello a San Fratello, in provincia di Messina, Mercoledi, Giovedì e Venerdì Santo, in un mix tra sacro e profano, si svolge la festa dei Giudei. L’origine di questa tradizione risale al Medio Evo e racchiude in perfetta simbiosi fede e folklore. Ha inizio nel 1276 con la “Confraternita dei Flagellanti”, oggi più numerosi, chiamati Giudei. Il loro policromo vestiario è vario e strano, come strani sono i loro comportamenti ed i loro atti sfrenati. Il costume è composto da una giubba e da calzoni rossi, adornati ai lati da strisce di stoffa d’altro colore. Il capo è completamente coperto da un cappuccio, anch’esso rosso, e dalla maschera penzola una grossa lingua di pelle lucida che, insieme ad una grande bocca e a due sopracciglia molto lunghe, conferiscono al mascherone un’aria grottesca e mostruosa. Ai piedi i Giudei calzano delle scarpe in cuoio grezzo o “scarpe di pelo” ed in mano recano mazzi di catene a maglie larghe e trombette. Il Venerdì Santo Per due giorni San Fratello impazzisce: i Giudei, correndo, attraversano strade, si arrampicano sui muri, camminano in pericoloso equilibrio sugli orli di case e balconi, saltano, suonano, fuggono e spariscono, creando un vero pandemonio.
Il ballo dei Diavoli Pasqua a Prizzi
Il ballo dei Diavoli Pasqua a Prizzi , “U Ballu di diavuli” è una tradizione folcloristico-religiosa legata alle manifestazioni pasquali del comune di Prizzi, in provincia di Palermo.
Di presumibili origini medioevali, la manifestazione conserva evidenti tracce di celebrazioni pagane incentrate sul trionfo della vita e della rinascita della vegetazione, agli inizi della primavera.
Sin dalla mattina del giorno di Pasqua diavoli mascherati (vestiti di rosso) e la morte, vestita del tipico giallo ocra, si aggirano indisturbati per le strade del paese, facendo scherzi e trattenendo i passanti, che vengono rilasciati solo in cambio di un obolo (soldi o dolci).
Il culmine della manifestazione avviene il pomeriggio, quando i diavoli tentano di impedire l’incontro, nella piazza principale del paese, tra le statue del Cristo e della Madonna. Ad essi si oppongono gli angeli che scortano le statue: è questo contrasto, effettuato secondo precise movenze ritmiche, che viene chiamato il ballo dei diavoli. Una volta sconfitti i diavoli, il Cristo risorto e la Madonna si possono finalmente incontrare e il Bene trionfa sul Male.
La Madonna Vasa Vasa a Pasqua a Modica
La Madonna Vasa Vasa a Pasqua a Modica, la Domenica di Pasqua si ripete la Festa della Madonna Vasa Vasa, immancabile appuntamento per i modicani e per i tanti visitatori che ogni anno invadono il centro di Modica. Il corso principale riesce a contenere a stento la folla di fedeli che si sposta fino alla chiesa di Santa Maria di Betlem per assistere al tradizionale “bacio di Mezzogiorno” tra la Madonna ed il Cristo Risorto. Prima di questo momento la Madonna e il Cristo, portati a spalla dai fedeli, si cercano per tutto il corso.
Festa dell’Uomo Vivo, U Gioia Scicli
Festa dell’Uomo Vivo, U Gioia Scicli
U Gioia, la festa di Pasqua a Scicli, è una delle celebrazioni pasquali più belle della Sicilia. Al termine della Settimana Santa, le luttuose atmosfere vengono spazzate via dal clima di festa che risveglia gli animi degli sciclitani e trascina tutti in una vigorosa processione che avvolge uomini e cose dentro una nuvola di suoni e colori. È la festa dell’Uomu Vivu o “U Gioia”.
La magia della Pasqua a Scicli ha incantato molti pittori, fotografi, giornalisti e musicisti. Tra i più noti artisti ad aver vissuto la festa c’è Vinicio Capossela. Il cantautore ha infatti inciso il brano Uomo vivo (Inno alla gioia) ispirandosi a questa festa a cui ha partecipato in prima persona, mischiandosi tra i portatori e cantando in piazza.
Pasqua a Piana degli Albanesi
Pasqua a Piana degli Albanesi, i riti pasquali a Piana degli Albanesi sono particolarmente suggestivi. Chiaro è il forte legame con l’antica appartenenza all’etnia e alla tradizione albanese, perpetuata da più di 500 anni, riconoscibile negli usi, nelle tradizioni, nei caratteristici costumi femminili riccamente ricamati e nella stessa lingua albanese. La splendida Pasqua, celebrata con il rito bizantino, esprime l’identità inalterata e le profonde radici culturali degli abitanti del luogo.
Settimana Santa a Caltanissetta
Settimana Santa a Caltanissetta a Caltanissetta, la tradizione del Giovedì Santo nasce intorno al 1700 con la processione delle piccole vare chiamate Misteri, come i misteri della Passione di Cristo.
Con il tempo la processione ha subito cambiamenti ed evoluzioni sia nell’itinerario che nel numero di gruppi statuari che raffigurano la Via Crucis, oggi incrementato a sedici con l’inserimento dell’Addolorata e della Sacra Urna. I gruppi portati in processione, furono realizzati in legno e cartapesta dagli artigiani Biangardi padre e figlio, su commissione degli antichi ceti nisseni (panettieri, zolfatai…) e delle varie confraternite.
il Mercoledì Santo nel capoluogo nisseno, la “Real Maestranza”. In tale occasione sfilano in un solenne corteo per le vie della città le antichissime “Maestranze”, nate ben cinque secoli fa.
Le Maestranze altro non sono che le dieci rappresentanze artigiane che nel 1806 Ferdinando IV di Borbone nominò “reali” e che sono costituite dai rappresentanti delle maggiori categorie di artigiani della città: i calzolai, i panificatori, i falegnami, gli idraulici, i barbieri, i pittori e decoratori, i muratori, i marmisti, i fabbri ed i carpentieri. Ogni Maestranza nomina ogni anno un Capitano (al quale vengono consegnate le chiavi della città dal mercoledì santo alla Domenica di Pasqua), gli Alfieri Maggiori, gli Scudieri, i Portabandiera e gli Alabardieri.
La processione si divide in due momenti distinti e separati. Nella prima parte i Mastri indossano cravatta e guanti neri, in segno di lutto e mostrano una serie di simboli dello stesso tenore: un crocifisso velato di nero, lo stemma della città coperto da un nastro nero e lo stendardo anch’esso coperto da nastri neri; il tutto con un sottofondo musicale malinconico e luttuoso suonato dalla banda della città. A mezzogiorno il tono della processione cambia: le cravatte e i guanti dei Mastri vengono sostituiti da quelli bianchi e, tra musiche festose, i nastri neri vengono rimossi, facendo dispiegare le bandiere a festa. CaltanissettaIl corteo, dopo aver attraversato le vie del centro, si dirige nuovamente verso la Cattedrale in cui, dopo la benedizione del Vescovo, si scioglie per ricongiungersi durante la processione del Venerdì Santo, quella del Cristo Nero.
Il “Cristo Nero”, un crocifisso di legno scuro custodito all’interno di un baldacchino d’oro, ha origini antichissime. Si dice che molti secoli fa i leggendari raccoglitori di erbe amare selvatiche (detti “fogliamari”) trovarono questo crocifisso e lo adottarono come protettore dei nisseni. Da allora divenne il “Signore della Città”. Proprio i fogliamari, durante tale processione, rivestono un ruolo fondamentale. Sono loro le urla che accompagnano il crocifisso per le vie della città e donano all’intera manifestazione un’atmosfera mistica e surreale. Per tutto il tragitto, infatti, portano il baldacchino a spalla, rivolgendo al Signore della città lamenti in strofe che commuovono i fedeli, i quali seguono il crocifisso scalzi come penitenza per chiedere una grazia o come
Al tramonto del Giovedì le “vare”, addobbate con fiori e frutti, si ritrovano nella piazza centrale, accompagnate da bande musicali provenienti da tutta la Sicilia. La processione interessa tutte le vie del centro storico fino a notte inoltrata, quando si ritrova nuovamente in Piazza Garibaldi, per dare l’ultima emozione ai fedeli con la “Spartenza”, cioè la separazione delle “vare”.
La sera del Venerdì Santo a Caltanissetta è giorno di lutto e di silenzio. Dal Signore della Città , un’antica chiesetta posta nel quartiere popolare di San Francesco, viene portato in processione un Crocifisso ligneo, probabilmente quattrocentesco, oggetto di venerazione e di culto da parte di tutta la cittadinanza, chiamato Cristo Nero, per il suo colore scuro.
La tradizione vuole che il Crocifisso sia stato ritrovato in una grotta all’interno dello stesso quartiere, da due fogliamari, raccoglitori di erbe selvatiche, e che la devozione nei suoi confronti si sia rapidamente diffusa tanto da farne “il Signore della città”. I fogliamari, che oggi appartengono a tutti gli strati sociali, indossano una tunica viola e, a piedi scalzi in segno di penitenza, portano a spalla il tronetto di legno dorato, a forma di corona, che custodisce il Cristo Nero, mentre attorno si intonano le ladate, lamentazioni in arcaico dialetto siciliano.
Alla processione partecipa tutta la maestranza in abiti di lutto, con a capo il vescovo e a seguire il clero, suore, monaci, confraternite e congregazioni religiose. Il Cristo Nero è seguito da una gran folla di persone, per la maggior parte a piedi scalzi per sciogliere un voto o per chiedere una grazia.
Pasqua Corsa di San Leone a Sinagra
Pasqua Corsa di San Leone a Sinagra, da centinaia di anni ‘A Cursa ‘i Santu Liu caratterizza la domenica di Pasqua a Sinagra. La statua del Santo patrono viene portata a spalla dai fedeli in una lenta e lunga processione che parte dalla Chiesa di San Leone, in campagna. Sul calare della sera e alle porte del paese, l’andatura della processione improvvisamente cambia con la caratteristica corsa finale che termina in Chiesa Madre. L’andatura lenta iniziale della processione simboleggia l’indecisione di Leone nel far ritorno a Catania, dove svolgeva l’attività di Vescovo, mentre la corsa finale rappresenta la sua scelta di rimanere con il popolo di Sinagra. Un evento molto suggestivo che si ripete ogni anno e registra la presenza di migliaia di persone, oltre ai residenti, che con tanto entusiasmo onorano il Santo patrono. La festa continua il Lunedì di Pasqua con la processione del Santo per le vie del paese e con la tipica “Fiera del lunedì di Pasqua”.
Archi di Pasqua a San Biagio Platani
Archi di Pasqua a San Biagio Platani, la Festa degli “Archi di Pasqua” è lo spettacolare e suggestivo esito di una competizione artistico-artigianale, unica nel suo genere in Sicilia. Per molte settimane, prima della Pasqua, le confraternite dei “Madunnara” (devoti alla Madonna) e dei “Signurara” (devoti a Gesù), sono impegnate nella costruzione di imponenti composizioni di canne e ferle; queste fanno da incastellatura a magnifici addobbi artistici di agrumi, alloro e soprattutto di pane, nelle più svariate forme e dimensioni. Le grandiose costruzioni artistiche, di archi, cupole, e campanili vengono poi disposte lungo tutto il corso Umberto I, la via principale del paese. La straordinaria ricercatezza delle decorazioni, unita alla illuminazione serale, trasformano San Biagio Platani, in provincia di Agrigento, nel più sontuoso ed accogliente salotto a cielo aperto. Il culmine della manifestazione si ha il giorno di Pasqua, quando il Cristo e la Madonna si incontrano davanti la Chiesa Madre.
Pasqua A Giunta a Caltagirone
Pasqua A Giunta a Caltagirone, la Domenica di Pasqua a Caltagirone è una grande e sentita festa popolare che si svolge all’aperto, per le vie cittadine.
Si compone di due momenti ‘a Giunta (l’incontro) e ‘a Spartenza (la separazione), durante i quali i tre simulacri di San Pietro, del Cristo Risorto e della Madonna si incontrano e si separano.
Migliaia di cittadini e turisti assistono da ogni angolo della Piazza Municipio, ma soprattutto la Scala Santa Maria del Monte appare come un’immensa platea dove ognuno va a cercarsi un posto per ammirare l’evento.
‘A Giunta, certamente il momento più significativo e spettacolare della festa, è l’esito di un preciso percorso: San Pietro, uscito dalla chiesa omonima, dopo un breve tratto di strada, incontra con immensa gioia il Cristo Risorto; entrambi, risalendo la via Infermeria ed attraversando Piazza Umberto, si dirigono verso Piazza Municipio – il vero e proprio teatro dell’incontro – per dare il lieto annuncio alla Madonna. Da questo incontro deriva la denominazione ‘a Giunta.
Pasqua U ‘Ncuontru a Petralia Sottana
Pasqua U ‘Ncuontru a Petralia Sottana, la Settimana Santa di Petralia Sottana raggiunge il momento più alto di partecipazione emotiva con il gioioso e commovente “Ncuontru”, a mezzogiorno della Domenica di Pasqua. Sin dalle prime ore del mattino, le campane suonano ininterrottamente a festa annunciando la Resurrezione di Cristo. Sono le ore in cui i congregati delle Confraternite si preparano alla vestizione con i loro abiti tradizionali. Il simulacro della Vergine, ancora ammantata di nero per il lutto, viene portato a spalla dalla Confraternita del SS. Rosario, mentre l’onore di portare il simulacro del Cristo Risorto è riservato alla Confraternita del SS. Sacramento. Le due statue vengono portate attraverso il centro storico, seguendo itinerari diversi per poi fermarsi in punti precisi del paese in prossimità del “Chianu ‘u Culleggiu”, dove attendono lo sparo dei mortaretti e il segnale dei cerimonieri: tre squilli di tromba e tre spari. Il Cristo Risorto e la Madonna si muovono, si intravedono, corrono l’uno verso l’altra. La Madre riconosce il Figlio e perde il velo del dolore. Madre e Figlio si abbracciano, tra applausi, lacrime di commozione, volo di candide colombe, spari di mortaretti e note della banda musicale. Una cerimonia coinvolgente, gioiosa, liberatoria, propiziatrice per tempi migliori. Subito dopo, le due statue, una rivolta verso l’altra in modo da potersi guardare, percorrono il centro storico e rientrano nella Chiesa Madre.
Venerdì Santo U’ Tronu a Barrafranca
Venerdì Santo U’ Tronu a Barrafranca, la Processione del Crocifisso “U Tronu” (il Trono) è il momento più atteso del Venerdì Santo a Barrafranca in provincia di Enna.
La sera, al termine di tutte le celebrazioni liturgiche nelle chiese della città, inizia la processione del SS. Crocifisso, chiamato dalla gente del luogo “U Tronu”, in virtù di una macchina detta appunto “U Tronu” (il trono) che incorpora i meccanismi che ne consentono il sollevamento subito dopo l’uscita dalla chiesa. Il fercolo è sorretto da due “baiarde”, numerate da 1 a 100 in relazione al posto di ciascun portatore.
La statua del Crocifisso viene ricoperta interamente di ori ex-voto donati dai fedeli nel corso degli anni, e viene sistemata al centro della “Sfera”, una struttura lignea ovale che subito prima della processione viene incastonata sul “Mondo”, una grande sfera posta in cima ad un tronco alto circa due metri. La Sfera e il Mondo sono interamente ricoperte da variopinte coccarde di stoffa e fiori chiamate “Scocche”, le quali vengono donate ogni anno dai fedeli come voto al Crocifisso.
La Madonna Addolorata e l’Urna del Cristo Morto escono dalle loro chiese di appartenenza e si avviano verso la Chiesa Madre per unirsi alla processione del Crocifisso. Una volta raggiunto “U Tronu”, inizia la processione con a capo l’Urna del Cristo Morto, seguita dai “lamentatori”, dall’Addolorata con San Giovanni, dalla banda musicale e infine dal “Tronu”.
la Festa dell’Aurora a Castelvetrano
la Festa dell’Aurora a Castelvetrano, la Festa dell’Aurora, un rito medioevale propiziatorio che vede come protagoniste tre statue rappresentanti la Madonna, Gesù ed un Angelo. L’incontro avviene, come si può immaginare, nelle prime ore del giorno. Ad incontro avvenuto si lasciano volare colombe e grida di gioia.
La “calata r’a tila Palermo
La “calata r’a tila Palermo, durante il periodo quaresimale è tradizione coprire il presbiterio con un pesante velo figurato, nascondendo alla vista di tutti la figura di Gesù. Il velo verrà tirato via solo nella notte del Sabato Santo, notte in cui la veglia prepara alla funzione della Domenica di Pasqua, giorno della resurrezione.
Il tutto avviene in modo molto scenografico nella Basilica di San Domenico a Palermo, dove tra canti di gioia “a calata r’a tila” mostra a tutti il Risorto, simulando l’apertura del sepolcro, e rappresenta la vittoria della Vita sulla morte.
Le Barette a Messina
Le Barette a Messina, quella delle Barette è una celebrazione che si svolge durante il pomeriggio del Venerdì Santo, è tra le celebrazioni più suggestive della Pasqua in Sicilia. Si tratta di una processione liturgica che risale ai tempi della dominazione spagnola quando si pensò di creare una Via Crucis cittadina con un’immagine dell’Addolorata al seguito di un simulacro che raffigurava la bara del Cristo Morto. Da qui il nome “barette”.
Processione dei Santuna, Aidone
La Settimana Santa ad Aidone incomincia con la processione della Domenica delle Palme, alla presenza dei dodici “Santuna”, pupazzi che vengono condotti da persona posta al loro interno. Essi rappresentano i dodici Apostoli di Gesù.
Sono loro i protagonisti di questa domenica, che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, osannato con palme e rami d’ulivo, ma anche nella domenica successiva, domenica di Pasqua, in cui i dodici “Santuna” esultano per la resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, incontrando in simulacro del Cristo Risorto e rendendogli omaggio con degli inchini dopo che il Cristo ha incontrato la madre Maria nella piazza principale del paese, accanto al Santuario di S. Filippo Apostolo.
Per la domenica delle palme invece l’attenzione è rivolta nella parte alta del paese, perchè la processione parte dalla chiesa della Madonna Annunziata e si conclude in chiesa madre con la S. Messa solenne.
Dapprima viene percorsa la parte antica del paese, scendendo per i vicoli a valle, per poi risalire e dirigersi verso la zona nuova, nei pressi del Santuario di S. Filippo e la piazza centrale del paese, per poi ritornare di nuovo in cima al paese per la celebrazione della S. Messa in chiesa madre.
Particolarità di questa processione, oltre la presenza di questi “Santuna”, sono l’unione di alcune grandi palme che formano delle croci. Dopo la processione della domenica delle palme è lutto per l’intera settimana, ma l’appuntamento con i “Santuana”, è quindi anche con il clima di grande festa, è rimandato alla domenica successiva, giorno della Pasqua.
La cerca, riti della Settimana Santa a Collesano
Riti della Settimana Santa a Collesano, la Cerca. All'alba del Venerdì Santo la Comunità collesanese dà vita alla processione che rappresenta il mistero della Passione di Gesù Cristo.
Le origini della Cerca, come viene chiamata la processione mattutina di Collesano, si fanno risalire al XVII secolo per iniziativa della Confraternita del Santissimo Crocifisso i cui confratelli, ancora oggi, ne curano. Dalla Chiesa di Santa Maria la Vecchia, sita accanto ai ruderi del castello. Qui ogni anno viene rappresentato, con statue dalle dimensioni quasi reali, un momento diverso della vita di Gesù. Da notare la presenza di alcuni elementi vegetali tra cui i caratteristici "laurieddi" perlopiù frumento, ma anche altri cereali fatti germogliare al buio in modo da apparire di un tenue color giallo-verde - che rimandano ad antiche credenze precristiane legate alla rigenerazione della natura.
La processione, ripropone, con personaggi viventi, le quattordici stazioni della Via Crucis. Sin dalle prime luci dell’alba, nella Chiesa di Santa Maria la Vecchia si raduna una gran folla.
Mente i numerosi fedeli, di Collesano ma anche di paesi vicini, attendono l’inizio della processione, i confrati del Santissimo Crocifisso indossano i caratteristici abiti: una lunga tunica bianca, una mantellina marrone, un cappuccio bianco, guanti e calze di colore marrone, dei sandali e poi, ancora, una corona di spine sul capo. Questi, disposti in fila, portano i simboli che hanno caratterizzato la passione di Gesù, la tenaglia, i chiodi, il martello, i dadi, un sacchetto, la scala, il sole, la luna, il gallo, ecc. Questi oggetti durante l’anno vengono appesi sulla croce in legno che, in occasione della processione della Cerca, viene portata dal Cristo.Uno di loro indossa gli abiti di Cristo, altri, infine, quelli dei soldati romani e delle donne.
La processione prende il via intorno alle sette per concludersi, sempre in questa chiesa, nella tarda mattinata. Un confrate, il più anziano, a volto scoperto, a differenza di tutti gli altri, con il simbolo INRI del re dei Giudei apre il corteo; segue un altro confrate con un tamburo che intona incessantemente ritmi lugubri; quindi tutti gli altri confrati e infine Cristo, con una pesante croce in legno e delle catene legate ai piedi, circondato da soldati romani e da alcune bambine vestite da angioletti.
Chiude il corteo la banda musicale
Caccamo, U Signuruzzu a cavaddu
Caccamo U Signuruzzu a cavaddu, Domenica delle Palme la più antica manifestazione tradizionale di Caccamo, di origine orientale da far risalire al tempo degli eremiti basiliani.”U Signuruzzu a Cavaddu”, che per celebrare la Domenica delle Palme, rievoca l’ingresso di Gesù a Gerusalemme : una sfilata con un chierichetto che a dorso d’asino benedice gli astanti. Organizzata dalla Parrocchia di San Giorgio Martire, annunzia la venuta di Cristo in terra.
Lui è il più piccolo degli aspiranti Russuliddi (in abito talare e accessori di colore completamente rosso). L’evento annunzia la venuta di Cristo in terra. Quello che lo distingue è l’età dei protagonisti : sia Gesù che i dodici apostoli sono impersonati da ragazzi che reggono in mano lunghi rami di palme che lungo il persorso si intrecciano formando degli archi sotto cui transita il festeggiato. Così come giovanissimi sono coloro che precedono l’incedere dell’asinello bardato e infiorato agitando ramoscelli d’ulivo e palme intrecciate. Accompagnati dalla banda musicale, vanno in giro per il paese facendo soste nelle chiese,
L’intero corteo – sempre più folto – accompagnato dalla banda, percorre tutto il centro storico fermandosi in 5 Chiese al suono diverso di tante campane (solo per curiosa esattezza diciamo che, all’inizio del ‘900, Caccamo aveva : 46 Chiese e ben 77 campane). La sfilata si conclude sul piazzale antistante la Chiesa Madre dove l’arciprete accoglie solennemente la folla e Gesù-chierichetto, successivamente vengono benedette le palme.
Il “panacena” che si produce nella cittadina di Caccamo in occasione della Pasqua. Esso viene lavorato interamente a mano utilizzando fior di farina, ed insaporito con uova, zucchero e semini di anice. La lievitazione è abbastanza lunga, dopo la cottura, gli fa assumere una caratteristica forma qui detta a “quattru pizzi”. A Caccamo consigliano di mangiarlo tagliato a fettine ed accompagnato con vino dolce del tipo moscato o marsala.
Una favola circolante a Caccamo riferisce di una monaca bellissima che a mezzanotte del giorno di luna piena, vestita di bianco, allo scoccare del primo dei 24 rintocchi dell’orologio, si dirige dal Castello verso la Torre.
Molti non ci credono, noi la riproponiamo, Antonio Mastropaolo ve la racconta così:
“I rossi chicchi d’una melagrana,
al fatuo lume della luna piena,
dal giallo scrigno sradica e dipana:
poi mangiali, ma con dolce lena!
Se tutti quanti i piccoli rubini,
stando sempre dentro questa torre,
riuscirai, con tanti bocconcini,
nel delicato tuo pancino a porre…
allora, sì, hai fatto un bel lavoro,
perché così, tu, troverai un tesoro!”
Il paese dei due Cristi Ispica
Perché le protagoniste delle processioni sono due statue di antica manifattura, una è quella del Cristo alla Colonna portata in processione il giovedì santo e custodita all’interno della basilica Santa Maria Maggiore e l’ altra è quella del Cristo con la Croce portata in processione il venerdì santo e custodita nella basilica della SS. Annunziata.
Ad Ispica durante il periodo della Quaresima ogni venerdì, detto “venniri i marzu” si possono sentire suonare all’alba le trombe della passione che annunciano la morte di Cristo, durante tutto il periodo di Quaresima, nelle basiliche di Santa Maria Maggiore e della SS. Annunziata è possibile “acquistare” la cera votiva. Si tratta di opere scultore in cera raffiguranti bambinelli, parti del corpo, candele donati dal fedele ai Cristi come ringraziamento per una grazia ricevuta o per una richiesta di benevolenza. È usanza rivestirli di colore rosso (Cristo alla Colonna) o azzurro (Cristo con la Croce) per poi esporli lungo le navate delle chiese di Santa Maria Maggiore e SS. Annunziata per l’intera Settimana Santa.
La Settimana Santa, atipicamente, comincia l’ultimo venerdì di Quaresima. Due sono gli appuntamenti imperdibili: nella basilica di Santa Maria Maggiore si svolge il “saluto” al Cristo flagellato alla Colonna e la proclamazione dei nuovi confrati. La parte più intensa di questo momento è il grido “culonna”, invocazione al Cristo flagellato alla colonna.
Nello stesso momento nella basilica della SS. Annunziata si svolge la processione della cosiddetta “Santa Cascia”, un’urna reliquiaria in argento del XVIII sec., di pregevole fattura, che contiene la Santa Spina (secondo la credenza si tratta di un frammento della corona di spine di Gesù). Il momento piu’ atteso è quando i portatori del SS Cristo con la croce intoneranno il canto tradizionale del Popule Meus mentre il sacerdote collocherà la Santa Spina nel simulacro del SS Cristo.
La Domenica di Pasqua, il Cristo Risorto (”'U Risuscitatu”) della Basilica SS. Annunziata di Ispica conclude i festeggiamenti della Settimana Santa.
U Gioia a Scicli di Leonardo Sciascia
“Ma una festa religiosa – che cosa è una festa religiosa in Sicilia? Sarebbe facile rispondere che è tutto, tranne che una festa religiosa. È, innanzi tutto, un’esplosione esistenziale; l’esplosione dell’es collettivo, in un paese dove la collettività esiste solo a livello dell’es. Poiché è soltanto nella festa che il siciliano esce dalla condizione di uomo solo, che è poi la condizione del suo vigile e doloroso super-io, per ritrovarsi parte di un ceto, di una classe, di una città.”
“non c’è paese, in Sicilia, in cui la Passione di Cristo non riviva attraverso una vera e propria rappresentazione, in cui persone vive o gruppi statuari non facciano delle strade e delle piazze il teatro di quel grande dramma i cui elementi sono il tradimento, l’assassinio, il dolore di una madre. Ma è davvero il dramma del figlio di Dio fatto uomo che rivive, nei paesi siciliani, il Venerdì Santo? O non è invece il dramma dell’uomo, semplicemente uomo, tradito dal suo vicino, assassinato dalla legge? O, in definitiva, non è nemmeno questo, ed è soltanto il dramma di una madre, il dramma dell’Addolorata?”
Leonardo Sciascia
La Settimana Santa nelle varie località in Sicilia
Agrigento e provincia la Settimana Santa
Aragona, I Sanpauluna, la Sagra del tagano e i Riti della Settimana Santa.
Burgio, La Settimana Santa di Burgio.
Casteltermini, Archi di Pasqua e i Riti della Settimana Santa.
Favara, Sagra dell'agnello pasquale e i Riti della Settimana Santa.
Licata, Settimana Santa di Licata
Ribera, Le tre Statue e i Riti della Settimana Santa.
San Biagio Platani, Gli archi di Pasqua e i Riti della Settimana Santa.
Siculiana, Settimana Santa
Caltanissetta e provincia la Settimana Santa
Caltanissetta - Gesù Nazareno, Scinnenza, Real Maestranza, Varicedde, Vare, Signore della città, La Settimana Santa di Caltanissetta è un evento tradizionale che si svolge a Caltanissetta durante la settimana che precede la Pasqua. Essa si compone di varie manifestazioni religiose che si concatenano l'un l'altra, dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Pasqua. Nel 2006 è stata inserita nel Registro Eredità Immateriali della Sicilia.[1] I riti della Scinnenza e della Real Maestranza fanno parte del circuito internazionale Europassion.
Domenica delle Palme
Processione di Gesù Nazareno
Lunedì e Martedì Santo
A Scinnenza
Mercoledì Santo
La Real Maestranza
Processione delle Varicedde
Giovedì Santo
Processione delle Vare
Venerdì Santo
Processione del Signore della città
Sabato Santo
Domenica di Pasqua
Origini delle tradizioni pasquali
Intorno al XVII secolo nacquero nella chiesa di Sant'Agata al Collegio numerose congregazioni: Sant'Ignazio, Purificazione di Maria Santissima, San Luigi e quella della Santa Vergine Bambina. Queste svolgevano l'adorazione al Santissimo Sacramento, che si svolgeva nella chiesa madre dalla sera del lunedì santo fino al mezzogiorno del mercoledì santo, quando lasciavano il posto alla Maestranza, che salutava l'ostensione del Sacramento, e la pia visita ai Sepolcri, gli altari addobbati nelle chiese della città antica, tra il pomeriggio del Giovedì santo e la mattina del Venerdì santo. Nel corso della Quaresima e della Settimana santa le varie confraternite e congregazioni contemplavano i vari Misteri della Passione di Gesù, dando luogo a rappresentazioni sacre e a piccole processioni, come quella dei Misteri della Congregazione di San Filippo Neri che si svolgeva al vespro del Giovedì santo e che diede origine a quella delle attuali Vare.
Secondo lo storico Michele Alesso il percorso delle processioni veniva illuminata da piramidi di luce che sostenevano centinaia di candele.
«Caratteristiche, soprattutto, erano le macchinette così dette “piramiti” (piramidi) che si disponevano lungo la Via del Collegio (oggi Corso Umberto I), attorno alla piazza, e nella ringhiera di ferro che adorna il cornicione del prospetto della chiesa di S. Agata. Queste macchinette avevano la forma di un rettangolo alla base, terminante superiormente a mo’ d’un triangolo. Venivano costruite con tavole tagliate a strisce combinate simmetricamente, su cui si disponevano in gran numero le luminarie, in modo da formare vari disegni.»
La barca infiorata e la statua prima di essere portate in processione
Si tramanda che questa processione sia stata voluta dai contadini di Caltanissetta che, essendo stati estromessi dalle altre processioni della Settimana Santa, volevano avere il ruolo di protagonisti almeno nel giorno della Domenica delle Palme. Prima del finire del XIX secolo, la Congregazione della Santa Vergine Bambina portava in processione un simulacro del corpo senza vita di Gesù interamente ricoperto di fiori, simbolo della civiltà contadina, che andava dalla chiesa di Sant'Agata al Collegio fino alla Cattedrale, dove avveniva l'adorazione a Gesù Cristo. Nel 1869, quando il barone Vincenzo di Figlia di Granara fece notare l'incongruenza di tale simulacro con il clima di festa della Domenica delle Palme, venne portata in processione una statua del Cristo benedicente su un trono fatto di fiori e, con il tempo, la festa assunse l'aspetto con cui la si può ammirare oggi.
Il Signore della Città, noto anche con il nome di "Cristo Nero", è un crocifisso in legno di ebano che viene portato in processione nei quartieri più antichi del centro storico nella sera del Venerdì santo. È chiamato dai nisseni Signore della Città perché è stato l'unico Patrono di Caltanissetta fino al 1625, anno in cui il titolo venne attribuito anche a San Michele Arcangelo. La sua origine è incerta, ma sembra che questo simulacro non sia opera di uno scultore, bensì di un semplice devoto, come testimoniano alcune notevoli sproporzioni nel corpo del Cristo. La leggenda però narra che sia stato trovato in una grotta da due Fogliamari (o Figliamari), termine con cui in siciliano vengono indicati i raccoglitori di verdure selvatiche, e che sia diventato scuro a causa del fumo dei numerosi ceri offerti dai fedeli nel corso dei secoli.
Delia, Il riscatto di Adamo e i riti della Settimana Santa, Dalla domenica delle Palme alla Domenica in Albis, in molti accorrono alla celebrazione dei sacri riti nonché alla partecipazione del composito programma drammaturgico messo in scena dall'associazione folcloristico-culturale Settimana Santa Delia. Il copione di riferimento è il Riscatto di Adamo
Butera, Riti della Settimana Santa
Gela, il Venerdì Santo.
Mussomeli, La Settimana Santa.
Resuttano, Settimana Santa di Resuttano.
Riesi, Settimana Santa riesina, la domenica prima della Pasqua, in piazza Crocifisso, i fedeli partecipano al rito della benedizione delle palme e dei ramoscelli d'ulivo.
Successivamente comincia la prima processione della Settimana Santa riesina. Vengono portate a spalla per le vie del centro storico, le statue di San Pietro e San Paolo che alla fine degli anni cinquanta sostituirono i più caratteristici e popolari "Sanpauluna" censurati da un veto vescovile. Nei tre sabati che precedono la Pasqua, la chiesa del Santissimo Crocefisso apre le sue porte per un pellegrinaggio alle cinque statue - Veronica, Gesù crocefisso, Ecce Homo, Addolorata e San Giovanni - protagoniste della Settimana Santa. Al tramonto, un filo di mortaretti, che percorre due volte il perimetro della piazza, viene acceso.
Giovedì Santo
Il Giovedì Santo si svolge la lavanda dei piedi. Alla fine della celebrazione, dalla piazza si snoda un corteo composto dal comitato, le autorità, giovani vestiti da romani e il popolo che si recano nella chiesa del Santissimo Crocifisso, da cui escono le statue dell'Ecce Homo e di San Giovanni. Portati a spalla arrivano alla scalinata di San Giuseppe dove viene recitata 'La Condanna', alla fine vi è una fiaccolata e fuochi pirotecnici. I simulacri percorrono diverse vie del paese facendo delle soste, prima nella chiesa di Maria Santissima del Rosario, poi, nella chiesa Madre e infine rientrano nella chiesa del Santissimo Crocifisso.
Venerdì Santo
Alle cinque del mattino vengono sparati ventuno colpi di "cannone". Alle 5.30 escono dalla chiesa del crocifisso l'Addolorata e San Giovanni. Intorno alle 6, dall'alto di un balcone, nella zona più antica del paese - il Canale - viene recitata una poesia alla Santa Madre che suo figlio è stato condannato. Alle 15, nei quattro canti più importanti di Riesi, i "Quattru Cantunera" avviene il doloroso incontro - "La giunta". Preceduto dal suono del tamburo e della tromba, San Giovanni corre verso Gesù con la croce e ritorna dall'Addolorata. Dopo un ulteriore lancinante squillo di tromba avviene la "Giunta", la Madonna bacia la mano del Cristo: si verifica l'incontro tra la Veronica, che asciuga il volto del Cristo e ad uno scoppio della "maschiata". Dopo l'azione della Veronica si prosegue verso il Calvario. Alle 16, sotto la musica della "lacrima", Gesù viene crocifisso.
Alle 19, accompagnata dalle autorità locali, l'urna va a raccogliere le sacre spoglie. Alle ore 20.30 avviene la "scinnenza" - deposizione. Al segnale della "truccola" (due pezzi di legno che si urtano uno sull'altro) i portatori dei simulacri muovono tre passi avanti e due indietro. Verso la mezzanotte prima che la sacra Urna e i simulacri rientrano nella chiesa del Santissimo Crocifisso, nella piazza principale antistante la Basilica-Santuario Maria Santissima della Catena, un gioco pirotecnico conclude la serata.
Sabato Santo
Intorno alle 23.00 inizia la Veglia Pasquale che si conclude intorno all'una con fiaccolate, fuochi pirotecnici e "maschiate" e scampanii di campane.
Domenica di Pasqua
A Pasqua, alle 10, davanti alla Matrice, San Pietro e San Paolo fanno incontrare in una "giunta" di festa la Madonna con il Salvatore. Alle 20.30 la giunta finale: nei quattro canti di città, la Santa Madre riabbraccia il figlio di Dio.
San Cataldo, Processo a Gesù, Sanpauluna e i riti della Settimana Santa.
Serradifalco, La Real Maestranza e i riti della Settimana Santa, suggestivo, pieno di fede, tradizione e folklore è il periodo della Settimana Santa. Il mercoledì Santo, in piazza San Francesco viene rappresentata dal vivo l'Ultima Cena e la Passione di Cristo, con il processo, grazie al vescovo Antonino Migliore che rilanciò la Settimana santa serradifalchese. Il giovedì mattina avviene la processione dell'Addolorata, Maddalena e San Giovanni. I simulacri vengono portati a spalla dai devoti, tradizionalmente legati al circolo degli agricoltori locali.
La mattina del Venerdì Santo, ha luogo la Real Maestranza, o "Viaggiu di li mastri", a cui prendono parte i membri del circolo artigiani "San Giuseppe", che sfilano con la tradizionale "annacata"; gli artigiani, vestiti a lutto, visitano le chiese cittadine in cui è esposto il Santissimo Sacramento. Nel tardo pomeriggio, sul tetto della Chiesa del calvario, avviene la rappresentazione sacra della Scinnenza, con personaggi in costume che recitano il copione dell'Orioles, risalente alla fine del 1700. A seguire, c'è la Via Crucis per le vie del paese, con l'urna che contiene il corpo di Gesù portata in processione a spalla. Anche in quest'occasione il passo adottato dai portatori è l'annacata che prevede tre passi avanti e uno indietro. L'urna è seguita dalle statue della Madonna, di San Giovanni e di maria Maddalena portate in spalla dalle donne.
Sommatino, La Spartenza, la Scinnenza e i riti della Settimana Santa, rievocando teatralmente i passi del Vangelo riguardanti la passione e morte di Gesù Cristo. Di particolare effetto teatrale è la rappresentazione della Scinnenza, cioè della crocifissione di Gesù Cristo presso il monte Calvario e la sua discesa dalla croce dove vi è la Madonna ad attenderlo, la spartenza, cioè la separazione della Madonna da Gesù Cristo, e la processione dell'Urna contenente il corpo di Gesù Cristo trasportata e decantata da ex-minatori in divisa, nelle vie del paese fino alla chiesa Madrice.
Villalba, La scinnenza.
Catania e provincia la Settimana Santa
Cannizzaro frazione del comune di Aci Castello, Venerdì Santo, Processione del Cristo Morto e dell’Addolorata nel centro cittadino.
Adrano: Domenica delle Palme: Via Crucis Vivente. Giovedì Santo: Solenne processione della seicentesca statua del Cristo alla Colonna che si conclude nelle prime ore del mattino del Venerdì Santo. Venerdì Santo: (mattina) processione della Madonna Addolorata. Venerdì Santo (sera) processione del simulacro del Cristo morto. Domenica di Pasqua: I Diavulazzi di Pasqua.
Biancavilla, I Riti della Settimana Santa. Giovedì Santo: "I Cruciddi", visita ai tradizionali "Sepolcri" che custodiscono il SS. Sacramento. Venerdì Santo: dall'alba, la "Cerca" dell'Addolorata, una lunga processione di sette ore del simulacro cereo di Maria alla ricerca del Figlio lungo le vie della città, per le chiese cittadine e i luoghi del dolore. Dal crepuscolo, il corteo dei "Misteri": un'imponente processione di otto gruppi statuari rievocanti i momenti della Passione e morte di Cristo, accompagnati a spalla dalle rispettive antiche confraternite in abiti tradizionali e della Reliquia della Santa Croce. Sabato Santo: "A cascata da tila" presso la chiesa dell'Annunziata, durante la Veglia pasquale. Domenica di Pasqua: a mezzogiorno, "'A Paci": l'incontro e il bacio tra i simulacri di Cristo risorto e Maria, alla presenza del simulacro danzante di Gabriele Arcangelo.
Caltagirone, I Riti della Settimana Santa e la processione di San Pietro.
Licodia Eubea, Cristo alla colonna e i Riti della Settimana Santa, affonda le radici nel passato. Sin dal 1500 vengono ripetute varie tradizioni che hanno luogo per le vie cittadine di Licodia. Caratterizzano la pasqua licodiana, i canti in lingua siciliana composti in passato dai cittadini di Licodia, che vengono ancora oggi cantati per le processioni del giovedì e venerdì Santo.
Palagonia, Cristo alla Colonna e i Riti della Settimana Santa, I festeggiamenti iniziano fin dal mercoledì santo con l’apertura alle ore 04:00 della chiesa di San Antonio Abate.
Paternò: Venerdì di Passione o comunemente Venerdì dell'Addolorata: il venerdì prima della Domenica delle Palme, la processione della Vergine Addolorata che tradizionalmente va alla ricerca del suo figlio Gesù, che incontrerà a sera inoltrata presso la chiesa di Santa Maria Annunziata (Ex Monastero) legato alla colonna. La processione si concluderà all'interno della chiesa Matrice presso la collina storica di Paternò dove la Vergine Addolorata resterà dinanzi alla grande pala del Cristo in croce sino al Venerdì successivo (Venerdì Santo).
Venerdì Santo: una delle processioni più suggestive e seguite della Sicilia. I fercoli vengono portati a spalla da circa 40 portatori vestiti con giacca, pantaloni, scarpe e cravatta nera oltre che camicia bianca. All'imbrunire i fercoli del Cristo Morto e della Vergine Addolorata percorreranno la settecentesca scalinata monumentale che collega la parte alta del paese con quella bassa accompagnata dalle varie confraternite secolari della città. L'assoluto silenzio della processione è rotto solamente dalla banda sulle note delle marce funebri. In tarda serata, presso la chiesa di Santa Margherita a conclusione della processione
verrà allestito il tradizionale "u Cunsolu", cioè il sepolcro di Gesù dngono messi in mostra fino al Sabato Santo gli artistici simulacri del Cristo Morto e della Vergine Addolorata.
Domenica di Pasqua: processione per le vie cittadine del Cristo Risorto.
Randazzo Lunedì Santo: processione con visita al SS. Sacramento da parte della confraternita Maria SS. Addolorata; Martedì Santo: processione con visita al SS. Sacramento da parte della confraternita Maria SS. Annunziata; Venerdì Santo mattina: processione con il simulacro del Cristo Crocifisso che gira tutti sepolcri della città e viene chiamata "u signuri chi spascia i saburchi"; Venerdì Santo sera: processione principale della settimana dove escono i pesanti simulacri del Cristo Crocifisso e di Maria Ss. Addolorata. Partecipano tutte le confraternite della città; Sabato Santo: processione del simulacro del Cristo Morto che gira tutte le chiese della città medievale.
San Gregorio di Catania, San Gregorio Magno.
Scordia, I Riti della Settimana Santa e l'omaggio a San Rocco, La Settimana Santa, oltre che con i consueti riti liturgici, viene celebrato con le processioni della Passione. Il mercoledì santo viene portato in processione il ligneo simulacro del Cristo alla Colonna, custodito nella chiesa del Convento. Il venerdì, dopo la Cerca di Gesù, una processione dei simulacri raffiguranti i tre santi della Passione - Maria Addolorata, Maria Maddalena e San Giovanni - viene esposto sulla croce issata davanti alla chiesa del Purgatorio il Cristo, che, dopo la meditazione delle Sette parole, viene sistemato entro un artistico cataletto ligneo. Ha così inizio la processione del Cristo morto. Entrambe le processioni fanno sosta presso la Chiesa Madre, in cui viene proclamata una predica, un tempo nota come meditazione dei setti parti 'i prièdica. La domenica di Pasqua, dopo la Messa del precetto nella chiesa madre, le quattro confraternite cittadine sfilano in un corteo. La sera dello stesso giorno, sul sagrato della chiesa madre, viene esposto il simulacro del patrono San Rocco.
Vizzini, A cugnunta e i Riti della Settimana Santa, Processione del Cristo alla Colonna - Mercoledì Santo Processione della "Addolorata" - Venerdì Santo A Cugnunta - Domenica di Pasqua
Enna e provincia la Settimana Santa
Aidone, Processione dei Santuna e i Riti della Settimana Santa, gli aidonesi chiamano le statue gigantesche dei dodici apostoli, alte tre metri circa e cave all'interno. In effetti gli aidonesi da sempre affettuosamenti chiamano i loro dodici apostoli "i sant", e, quando vogliono mandare bonariamente qualcuno fuori dai piedi, dicono: va vida curr'r' i sant nto cciangh, "vai a vedere correre i santi in piazza". Vengono fatti sfilare nella processione della domenica delle Palme, nella giunta di Pasqua e a volte anche per san Filippo.
Assoro, I Riti della Settimana Santa. Il Crocifisso è portato in processione in vari punti ai margini dell'abitato dove avviene la benedizione delle campagne, facendo progressivamente ruotare il simulacro verso i quattro punti cardinali, Venerdì Santo Processione del Cristo portato a spalla dalla congregazione dei "Nudi" a piedi scalzi con al seguito la congregazione di "Maria Santissima Addolorata". I Nudi sono 64. Il fercolo ha il nome di u Munti. La cerimonia dura dalle 21 alle 4 del mattino. Prima della processione viene celebrata all'interno della chiesa madre, una cerimonia della congregazione "del Crocefisso". L'Addolorata degli Angioletti, il mercoledì santo una processione di oltre cinquanta bambini portano i simboli della Passione: la croce, i chiodi, la lancia e la corona di spine dalla chiesa dello Spirito Santo fino alla chiesa Madre.
Catenanuova, I Riti della Settimana Santa.
Enna, Gli incappucciati e i Riti della Settimana Santa, Domenica delle Palme, visita della Confraternita dello Spirito Santo alla Chiesa di San Leonardo, L'ingresso di Gesù a Gerusalemme, La processione e l'adorazione in Duomo del Collegio dei Rettori, L'adorazione della Confraternita di Maria Santissima del Rosario, Lunedì santo L'adorazione della Confraternita di Sant'Anna, Martedì santo, L'adorazione della Venerabile Confraternita dello Spirito Santo, Mercoledì santo Ora di adorazione della Confraternita del Cuore di Gesù, Giovedì santo, La processione del Venerdì santo, Domenica di Pasqua, si concludono in grande stile le celebrazioni della Settimana Santa: la festa della Resurrezione ha luogo in piazza Duomo, nel pomeriggio alle 18:00, si svolge la Processione della Pace (Paci in dialetto), durante la quale la Madonna e il Cristo Risorto vengono portati dai confrati in processione, rispettivamente da quelli di San Giuseppe e del SS. Salvatore, per convergere ai piedi della Chiesa Madre. Quando il Cristo Risorto appare all'ombra della mole del Duomo, il velo nero che sino ad allora ha ricoperto la Madre cade, i due fercoli corrono l'uno verso l'altro al suono delle campane che vengono finalmente sciolte, quindi i fercoli vengono portati dentro alla Chiesa Madre dove rimarranno per una settimana.
Leonforte, I Riti della Settimana Santa.
Nicosia, La Casazza.
Troina, I riti della Settimana Santa, la processione del Venerdì Santo in cui si commemorano le stazioni della Via Crucis, a cui partecipa la confraternita del SS. Salvatore, con il simulacro della Madonna Addolorata portata dalle donne e l'Urna del Cristo morto portata dagli uomini e la processione del Cristo risorto e della Madonna SS. di Pasqua, la domenica di Pasqua a cui partecipano le confraternite di San Silvestro monaco basiliano, San Giuseppe, e Maria SS. Annunziata e che culmina nell'incontro.
Villarosa, Le confraternite e i Riti della Settimana Santa.
Messina e provincia la Settimana Santa
Barcellona Pozzo di Gotto, Le Varette e i Riti della Settimana Santa.
Castroreale, Le Varette e la Processione del «Cristo Lungo» il Venerdì Santo.
Forza d'Agrò, Festa dell'Alloro.
Lipari, Riti della Settimana Santa di Lipari.
Messina, Processione delle Barette.
Motta d'Affermo, Domenica delle Palme: benedizione e processione delle palme. Giovedì Santo: celebrazione della Messa in Cœna Domini nella chiesa madre e adorazione del Santissimo Sacramento nell'altare della reposizione. Venerdì Santo: in tarda serata Via Crucis nella chiesa di San Rocco e in seguito solenne processione del Venerdì Santo con il Cristo morto nell'Urna e la Madonna Addolorata. Domenica di Pasqua: processione dell'incontro tra il Cristo Risorto e la Madonna.
Patti, Processione delle Varette.
San Fratello, I Giudei e i Riti della Settimana Santa. La "Festa dei Giudei" è una manifestazione della settimana pasquale molto insolita, studiata da molti etnologi. Si caratterizza per la presenza dei "Giudei", gruppi di persone che scorrazzano per il borgo suonando trombe, indossando un'uniforme colorata e disturbando addirittura le manifestazioni religiose, senza però profferire parola. Impersonano più demoni allegri e chiassosi che i carnefici di Cristo e sul loro significato gli studiosi hanno fatto varie ipotesi. Sciascia vi ha visto una sorta di rovesciamento sociale in cui oppressi si fingono oppressori.
Sant'Angelo di Brolo, suggestiva processione della Madonna Addolorata con fiaccolata e meditazione della Via Crucis per le vie del paese.
Savoca, La Passione di Cristo.
Sinagra, La corsa di San Leone.
Taormina, Processione dei Misteri del Venerdì Santo, consorelle della Congregazione del Varò o Congregazione dell'Addolorata.
Palermo e provincia
Pasqua a Piana degli Albanesi, benedizione delle uova rosse
Caccamo, U Signuruzzu a cavaddu.
Caltavuturo
Collesano, 'A cerca e i Riti della Settimana Santa.
Corleone, Il Venerdì santo e i Riti della Settimana Santa.
Gangi, La domenica delle Palme.
Gratteri, 'A Sulità e i Riti della Settimana Santa.
Misilmeri, L'incontro di Pasqua e i Riti della Settimana Santa.
Montelepre, Processione dei Misteri.
Palermo, I Riti della Settimana Santa.
Petralia Sottana, U 'Ncuontru e i Riti della Settimana Santa.
Prizzi, Il Ballo dei Diavoli e i Riti della Settimana Santa. Durante la processione di Pasqua, due "diavoli" e la "morte" cercano di ostacolare l'incontro tra la Madonna e Gesù risorto e sono scacciati dagli angeli.
Termini Imerese, Il Venerdì Santo.
Terrasini, Festa di li schietti.
Piana degli Albanesi, Contessa Entellina, Mezzojuso, Palazzo Adriano, Santa Cristina Gela, Palermo (alla Chiesa della Martorana e alla Chiesa di S. Macrina delle monache basiliane), Pasqua Arbëreshe e i Riti della Grande e Santa Settimana secondo il rito bizantino degli albanesi di Sicilia.
Ragusa e provincia
Comiso, A paci e i Riti della Settimana Santa.
Ispica, Processione del Cristo alla Colonna e i Riti della Settimana Santa.
Modica, La Madonna vasa – vasa e i Riti della Settimana Santa.
Pozzallo, l'Addolorata e i riti della settimana santa.
Ragusa, La Settimana Santa di Ragusa e Ragusa Ibla.
Scicli, La festa dell'Uomo vivo e i Riti della Settimana Santa.
Vittoria, Cristo alla colonna e i Riti della Settimana Santa.
Siracusa e provincia
Augusta, I riti della Settimana Santa.
Buccheri, U Passiu Santu
Canicattini Bagni, A paci a paci.
Cassaro, La fratellanza e i riti della Settimana Santa.
Ferla, La Sciaccariata e i riti della Settimana Santa.
Trapani e provincia
Alcamo, Lu Risuscitu e la vara di Maria Addolorata.
Buseto Palizzolo, Riti della Settimana Santa.
Castellammare del Golfo, processione della Domenica delle Palme, giro delle chiese il Giovedì Santo, processione del Cristo morto seguito dall'Addolorata il Venerdì Santo e Risuscito con la calata la notte di Pasqua. Sacra rappresentazione della Passione di Cristo (Mercoledì Santo).
Castelvetrano, Festa dell'aurora.
Erice, La processione dei Misteri il Venerdì Santo.
Marsala, Sacra Rappresentazione della Passione della Signore di Marsala (via Crucis vivente) il Giovedì santo.
Trapani, il Martedì Santo la Processione della Madonna “dei Massari", il Mercoledì Santo la processione della "Madre Pietà del Popolo", e il Venerdì Santo la Processione dei Misteri che si conclude intorno alle 14 del sabato.
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