L'alloro è una pianta aromatica molto diffusa in Sicilia. Appartiene alla famiglia delle Lauraceae e si presenta come un arbusto di varie dimensioni, simbolo di trionfo nel campo della poesia e repellente per gli insetti.
la prima immagine che ti viene in mente è quella del ritratto di Dante con la corona d'alloro, il lauro era inoltre sacro ad Apollo, dio del Sole, della musica, della poesia, della profezia, delle arti mediche, e chi più ne ha più ne metta.
La sua amata, la ninfa Dafne, era stata trasformata in alloro e pertanto Apollo portava la pianta sempre con sé, ornando i capelli.
È ormai consuetudine che un parente o un amico regali al neolaureato la corona trionfale. Il termine ''laurea'' deriva proprio dal latino ''laurus'' che significa ''alloro'', ma anche, in senso figurato, ''vittoria'' o ''trionfo''.
L’impiego dei rami di palma e olivo in funzione apotropaica non è dissimile, come vedremo più avanti, dall’uso che viene fatto nelle feste patronali dell’area dei Nebrodi dei rami di alloro.
L’uso dell’alloro nelle cerimonie pasquali era ed è ampiamente diffuso, sebbene in maniera discontinua, su tutto il territorio siciliano. L’ampia presenza dell’alloro all’interno delle feste pasquali e la sua “interscambiabilità” con le palme e i rami d’ulivo. Esso è, come questi ultimi, un albero sempreverde e quindi particolarmente indicato a simboleggiare la vita che si rigenera: «La Pasqua è la morte e la rinascita di Dio, ma è anche morte e rinascita della natura»
In Sicilia, le feste dell'alloro sono legate alle tradizioni agricole e pastorali e al rapporto dell'Isola con la terra e la natura. Queste festività sono la testimonianza di antichi riti pagani, tramandati nel corso del tempo e reinterpretati in chiave cristiana.
Il simbolismo dell’albero.
Tutte le culture del mondo, per quanto distanti nel tempo e nello spazio, condividono forme di culto, miti e credenze simili. In ogni cultura, l'albero rappresenta la morte e la rinascita, il tempo e lo spazio circolari,fungendo da simbolo unificante dell'asse del mondo. L'albero è anche associato alle divinità, è considerato abitato dagli spiriti e in molte credenze popolari è visto come sede delle anime dei defunti
Elementi vegetali e rituali festivi in Sicilia.
Molte feste religiose siciliane, soprattutto quelle legate al ciclo pasquale e ai santi patroni,sono caratterizzate da elementi vegetali, in particolare alberi. Ad esempio, in passato a Monterosso Almo, la Domenica di Pasqua si svolgeva il rito della "ncrinata", che prevedeva l'incontro tra la Madonna e il Cristo risorto e coinvolgeva un grande tronco di pioppo portato in processione, spesso suscitando conflitti tra fazioni rivali. In molte di queste feste era tradizione decorare le edicole votive con fronde di alberi. Inoltre, era consuetudine raccogliere rami di diversi alberi e portarli in processione. Durante la festa di San Sebastiano ad Avola, un'edicola è collocata tra un mandorlo e un cipresso, dove è custodita un'immagine del Santo. Di notte, i pellegrini provenienti dalle zone limitrofe si fermano presso l'edicola e appendono ai due alberi i caratteristici abitini rossi.
U Pagghiaru a Bordonaro
La festa del Pagghiaru, celebrata il 6 gennaio, prende il nome dalla struttura attorno alla quale si svolge il rituale festivo, simile a un albero di Natale e a un albero della cuccagna. Quest'albero viene decorato di addobbi colorati e sulla cima ospita premio alimentare che diventa oggetto di competizione.Secondo la tradizione locale, la festa fu introdotta nel 1100 da una comunità di monaci basiliani che si erano stabiliti nei pressi del Paese, ma probabilmente ha un'origine più antica che collega le celebrazioni di Bordonaro ai rituali pre-cristiani di morte e rinascita della vegetazione. Ed è possibile che i monaci abbiano adattato un rituale tradizionale della comunità locale alle loro usanze. Il rituale inizia qualche giorno prima dell'Epifania, quando un comitato raccoglie il materiale per costruire la struttura e i fondi, tramite questua, per finanziare la festa. La struttura consiste in un palo centrale, una costruzione conica di rami intrecciati e una struttura circolare chiamata "crucera". Il giorno della festa, la comunità partecipa a giochi e consuma cibi tradizionali. Nel pomeriggio, la banda musicale gira per il paese prima di fermarsi a suonare ai piedi dell'albero festivo. Successivamente si celebra la messa seguita dalla processione fino al Pagghiaru, che viene benedetto da parroco.
Nel frattempo una persona travestita da befana distribuisce dolci ai bambini. Il momento centrale della festa è la gara di scalata dell'albero, in cui giovani atleti competono per raggiungere la cima e prendere il premio alimentare. Il vincitore viene portato in trionfo e l'albero viene spogliato delle sue frondebenedette. La festa si conclude con una pantomima chiamata "U cavadduzzu e l’omu sabbaggiu", che rappresenta il confronto tra l'uomo e le forze della natura.
Feste del ciclo pasquale
La festa degli Schietti a Terrasini è caratterizzata dalla presenza di elementi vegetali. La mattina del sabato Santo, gli uomini in gruppo raccolgono piante di arancio “selvatico” che vengono poi portate a un artigiano che le prepara innestandole su robuste aste che decora con fazzoletti, fiocchi, nastri colorati,coccarde e forme di cacio.La festa si svolge la mattina di Pasqua, nella piazza del paese, dove i giovani scapoli,dopo essere stati benedetti insieme agli alberi, si esibiscono in una gara di abilità e di forza, sollevando gli alberi sul palmo della mano, sulla fronte o sul naso. Le ricche decorazioni e gli elementi alimentari richiamano antichi riti pagani legati alla prosperità. Per gli Ebrei e per i Cristiani, la Pasqua rappresenta un momento di rinascita e rinnovamento. Gli Ebrei ricordano la liberazione dalla schiavitù in Egitto, mentre i Cristiani commemorano la morte e resurrezione di Cristo, ossia la salvezza dell'umanità e la rinascita della vita. Gli elementi vegetali presenti nel giorno di Pasqua (palme, olivo e alloro), presenti in tutte le celebrazioni pasquali siciliane, rappresentano il legame tra la festa e i cicli della natura
Feste dell'alloro
Molte feste religiose cristiane hanno in comune l'uso rituale di rami e fronde di alloro.Questa pratica si osserva principalmente nelle feste pasquali, spesso insieme alla palma e all'ulivo.
Nei Nebrodi, l'alloro è il protagonista di complessi rituali legati ai pellegrinaggi, alla raccolta e alle processioni.
San Silvestro a Troina
Periodo: Penultima e ultima domenica di maggio. Pellegrinaggio: Fedeli raccolgono alloro per due settimane, prima a piedi, poi a dorso di mulo/cavallo. Processione: Ramo d'alloro trasportato attraverso la città con rituali devoti, con tamburi e festeggiamenti. Rituale della raccolta: Fedeli armati vanno nei boschi, scegliendo e innestando rami di alloro. Particolarità: Processione e festa suddivise in due momenti ravvicinati, con gruppi distinti di pellegrini.
La festa di San Silvestro si divide in tre momenti, sparsi per tutto l’anno, nelle tre differenti stagioni: inverno a gennaio, in primavera a maggio, verso la fine dell’estate a settembre.
Prima di comprendere come si articola il sistema simbolico della festa bisogna appurare che vi è una differenziazione identitaria tra i pellegrini di Troina, i quali si suddividono in: ramara e ddarara.
Il periodo dell’anno in cui si svolge il rito che interessa la nostra analisi viene caratterizzato da due momenti separati; le due tipologie di pellegrini compiranno il pellegrinaggio nei due momenti concentrati nelle due ultime domeniche di maggio. La differenziazione delle due tipologie risiede nel fatto che i ramara compiono il viaggio a piedi, mentre i ddarara sull’asino.
La struttura del rito e il momento topico del viaggio, per quanto riguarda le due tipologie identitarie, sono i medesimi. Il periodo che più ci interessa è quello primaverile, in quanto rappresenta un periodo che dal punto di vista della tradizione presenta un sistema simbolico molto profondo. Come dice Eliade, la primavera è una resurrezione della vita universale e di conseguenza della vita umana (Eliade 1996, p. 323).
La dimensione vegetativa che sta alla base del pellegrinaggio in onore di San Silvestro diventa elemento fondamentale della simbolica di questo processo rituale, in quanto vi è questa
idea di fondo di una rigenerazione della collettività in quanto parallela alla resurrezione della vegetazione. Il viaggio inizia il giovedì prima della penultima domenica di maggio. Saranno i ramara che daranno inizio al cammino, il quale comincerà nella piazza antistante la chiesa di San Silvestro. Il capo fazione del gruppo di pellegrini in questione darà inizio al cosiddetto
principiu de li festi. Il cammino durerà tutta la notte e si concluderà alle prime luci del venerdì. L’alloro si raccoglie in uno specifico punto della foresta che si chiama Angara di Faccilonga, uno spazio pericoloso e scosceso che si trova nella zona San Fratello, dove avverrà il momento ultimo della prova: i fedeli giungono qui per tuccari u ddauru. Una volta che i rami di alloro saranno raccolti dai prescelti, questi, si ricongiungeranno con il gruppo di fedeli che li attende al campo base dove si risiedeva per la condivisione dei canti e del pasto prima di recarsi al vadduni (Angara). Questi, all’alba, ripartiranno in direzione di Troina, con un’avvenuta trasformazione: il ramo d’alloro è tra le mani dei fedeli. Quest’ultimi sono costituiti da pertiche di diversa lunghezza e sono
ricoperte da fronde di alloro e a tali fronde sono appese immagini del Santo, fiocchi colorati.
San Vito a Regalbuto
Periodo: 8-11 agosto. Viaggio e raccolta: Fedeli si recano nei Nebrodi per raccogliere alloro come voto al Santo. Processione: Con rami d'alloro, immagini sacre e cani, tra acclamazioni e partecipazione dei ntinni (pertiche di alloro). Particolarità: Presenza di cani nella processione, in riferimento ai miracoli attribuiti a San Vito.
La processione dell’alloro si svolge il pomeriggio del giorno 8. Nei giorni immediatamente precedenti, i fedeli compiono il viaggiu in diverse zone dei Nebrodi, per raccogliere dei rami di alloro. Lo scopo effettivo e dichiarato del “viaggio”, così come il gesto di raccogliere l’alloro, è il desiderio di ingraziarsi il Santo. Il fedele fa una promisioni (voto) al Santo e la assolve effettuando uviaggiu anche per diversi anni successivi. Il “viaggio” non è necessariamente effettuato con l’intenzione di sciogliere un voto, ma anche per “semplice” devozione
San Sebastiano a Cerami
Periodo: 27-28 agosto. Feste dell'alloro: Due celebrazioni, una per San Sebastiano e una per la Madonna
della Lavina, separate da circa dieci giorni. "Viaggi a San Sebastiano": Fedeli si recano a piedi scalzi presso la chiesa del Santo per preghiere serali nei 30 giorni precedenti la festa. Processione di San Sebastiano: Il 27 agosto si svolge la processione delle bandiere di alloro, seguita il giorno successivo dalla processione della vara di San Sebastiano. Partecipazione: Quattro confraternite attive organizzano e animano gli eventi festivi, con gestione autonoma senza coinvolgimento ecclesiastico.Raccolta dell'alloro: Effettuata dai fedeli nei giorni precedenti la festa, senza forma di pellegrinaggio collettivo come in passato. Processione della vara: Si svolge il giorno successivo alla festa di San Sebastiano, con la vara decorata e pesante, seguita dalla banda e dai devoti.
Madonna della Lavina a Cerami
Periodo: 7 settembre, Novene: Si recitano ogni mattina alle 6:30 nei giorni precedenti alla festa. Processione: Inizia con una processione dalla chiesa delle suore sacramenti ne recante il manto per la Madonna, seguita dalla processione principale dopo l'ultima messa. Partecipanti: Fedeli, con bambini e ragazze vestite di bianco e rosso, trasportano il manto mariano e il quadro della Madonna. Offerte: Durante il percorso vengono offerti vino, bibite e biscotti ai partecipanti. Decorazione delle banneri: In passato decorate con frutti, animali e immagini sacre, oggi adornate principalmente con fiocchi, nastri e immagini sacre.•Offerte: In passato offerte in natura, ora sostituite da donazioni in denaro,mantenendo comunque il senso del dono.
Festa di San Cataldo a Gagliano Castelferrato
Periodo: 29 agosto Evento principale: Processione dell’alloro in onore di San Cataldo, protettore del paese. Descrizione:- Virghi: Lunghe pertiche di agrifoglio, ricoperte di carta velina e stoffa colorata,sormontate da una croce o un fascio di alloro, vengono portate in processione. Partecipanti: Fedeli, alcuni scalzi, portano ramoscelli o alberelli di alloro decorati con carta velina e immagini di San Cataldo. Pellegrinaggio: Inizia il 23 agosto con la raccolta dell’alloro nei boschi di Caronia. I fedeli si radunano presso la chiesa Madre e si dirigono in auto verso i boschi, con la reliquia del Santo. Processione principale: La sera del 29 agosto, i fedeli portano le virghi a cavallo o a piedi per le vie del paese. La festa culmina il 31 agosto con una messa cantata e una processione del fercolo del Santo, accompagnata da petardi e concludendosi alla chiesa della Santissima Annunziata. Tradizione: Il rito della raccolta e della processione dell’alloro è antico e risale a un privilegio concesso dal principe Lancellotto Castelli. La tradizione coinvolge tutta la comunità, anche se alcuni aspetti, come la preparazione delle virghi, sono oggi semplificati rispetto al passato.
Madonna delle Grazie a Naso
Celebrazione il sabato dopo Pasqua. Antica processione dell’alloro, oggi meno partecipata rispetto al passato.
L’antica processione dell’alloro, ricordata dai vecchi come“memorabile”, richiamo di genti da tutte le campagne circostanti e dai paesi limitrofi. Un cenno al rito rinveniamo in Pitrè: «In Naso la mattina del 1° sabato dopo Pasqua, molte persone, precedute da un suonatoredi tamburo, vanno a tagliare grossi rami d’alloro nelle vicinanze d’un lontano torrente.A quei rami attaccano fettucce, pagnotte, melarance, altri ninnoli, e con essi alle mani, nelle ore p. m., accompagnano la Madonna delle Grazie, che lascia la sua chiesa per andare a passare 9 giorni nella Cattedrale. È una processione che fa piacere a vedersi, ma quando finisce, succede sempre ungran baccano, perché tutti vogliono un ramoscello di quell’alloro per portarselo a casa».
L’alloro, raccolto in abbondanza e suddiviso in rami più o meno grandi, viene portato all’interno di una piccola e vecchia chiesa; lì i rami vengono addobbati con nastri, qualche fiocco e le tradizionali ciambelle di pane, dette con voce locale cuddureddi.
San Sebastiano a Tortorici
Processione dell’alloro in onore di San Sebastiano. La sera precedente si celebra la festa della "bura" con torce accese e falò.
San Basilio a San Marco d’Alunzio.
Il 31 luglio, rami di alloro decorati con nastri e biscotti. Balli e riti culminano con la distruzione dei rami e la distribuzione di biscotti.
Fino a pochi anni fa, mi dicono i devoti, il ramo meglio adornato veniva premiato al termine della cerimonia. Il pomeriggio del 31 i fedeli si raccolgono presso la chiesetta del Santo. Di qui intorno alle ore 18:00, seguiti dalla banda musicale e dalla folla dei fedeli, i devoti del Santo (adulti, ragazzi, bambini), ognuno con il suo ramo più o meno grande, attraversano il paese, discendendo alla chiesa del SS. Salvatore, dove
alcuni anziani lauriferi (un tempo tutti) eseguono, sulla piazza antistante il diruto edificio sacro, variballi al suono della banda, cercando di non far cadere il proprio pesante ramo. La gente che, disposta in cerchio, assiste allo spettacolo, sottolinea la sua approvazione gettando a terra del denaro che i ballerini si fermano di tanto in tanto a raccogliere. Terminato il ballo tutti si avventano sui rami che, secondo la tradizione locale, devono essere distrutti. Bambini e anziani si affannano con singolare accanimento e in breve una catasta di fronde verdi rimane abbandonata al centro delpiazzale. Solo adesso vengono distribuite ai presenti i cuddureddi, i tradizionali biscotti a forma di ciambella.Il 2 agosto si svolge poi la processione della vara di san Basilio, durante la quale i fedeli portano in processione dei lunghi e grossi ceri interamente ricoperti di basilico, fiori e nastri (aspetto questo che si collega evidentemente all’uso dei rami, caricandosi di analoghe simbologie). La processione ripercorre lungamente le vie del paese fino a notte, illuminata dalle torce.
Sant’Antonio a Capizzi
Festeggiamenti dal 31 agosto con una fiera del bestiame e una cavalcata.•Decorazioni di alloro per le cavalcature e cerimonia di ingresso sottolineata da colpi di fucile.
La notte tra il 31 e l’1 settembre i fedeli di sant’Antonio con le loro cavalcature (muli e cavalli) si riuniscono in piazzetta dei Miracoli. Intorno alle 3:00 parte la cavalcata nelle ore precedenti sono partiti anche numerosi gruppi di pellegrini appiedati. I cavalieri disposti secondo un ordine legato al ceto di appartenenza (carbonai, massari, operai, contadini, etc.), discendono il corso e si lasciano l’abitato alle spalle. La teoria dei cavalieri siinoltra per contrade campestri fino a raggiungere il bosco. È qui che si svolge la vera e propria festa. Dopo la celebrazione di una messa, i fedeli banchettano con pane, formaggio e carni di capretto e castrato e si abbandonano ad abbondanti libagioni.I pellegrini decorano con rami di alloro le cavalcature. Al mattino riprendono la strada per il paese fino a giungere a piano della Fiera dove la “processione” si conclude.L’ingresso degli urdunara è detto a ntrata addauru. La cerimonia di ingresso è sottolineata a colpi di fucile dai cacciatori, lì convenuti a esibire la selvaggina catturata il giorno precedente e nella mattinata.Elemento assai significativo è l’esposizione della selvaggina, evidente auspicio di abbondanza in analogia al valore rigeneratore dell’alloro.
Maria SS. Annunziata a Ficarra
Celebrata due volte: ad agosto e il 25 marzo. Processione con la vara della Madonna accompagnata da un albero di alloro decorato.Queste festività condividono l'uso dell’alloro, simbolo di devozione e augurio, e mantengono vive tradizioni locali attraverso riti che coinvolgono l'intera comunità.
Essa viene festeggiata due volte: in agosto (3-4-5) con la processione solenne della preziosa vara e il 25 marzo, con una processione nella quale la vara è accompagnata da alcuni rami di alloro. L’antico rito vedeva sfilare per le strade del paese numerosi ed alti alberi di alloro, decorati con fazzoletti variopinti, arance, limoni, tanti quanti i quartieri del paese.Oggi ne restano solo uno o due decorati con nastri. Dal 15 al 23 marzo iniziano le novene di preparazione. Nella tarda mattinata del giorno della festa i devoti della Madonna portano in processione la vara alla chiesa Madre e la introducono al suo interno. Al termine della messa vi sistemano sopra, all’interno del baldacchino, la pesante statua marmorea dell’Annunziata. Tutti i presenti seguono con trepidazione queste delicate fasi preparatorie.La vara esce dall’edificio sacro seguita dalla massa dei fedeli, un tempo anche dalle non più esistenti numerose confraternite. I portatori della Madonna, in omaggio devoto, sono tutti scalzi. In testa alla processione si pone, ultimo testimone della pompa passata, un unico albero di alloro riccamente addobbato di nastri multicolori.La processione scende verso il basso fino a raggiungere il corso che, al suono della banda musicale,viene interamente attraversato.Di tanto in tanto, i portatori levano acclamazioni (Viva viva, la gran signura Maria!). Tra strette viuzze si ritorna verso la chiesa Madre. Il suono della banda si fa ora più incalzante e fra un tripudio di spari, di mortaretti e acclamazioni la statua rientra in chiesa. Il grande alloro viene nel frattempo smembrato. Tutti coloro che hanno partecipato al rito ne pretendono un ramoscello augurale da portare a casa.
A Burgio, la Domenica di Pasqua dopo che nella mattinata si è svolto l’incontro, nelle ore pomeridiane si svolgono le “gare” tra le vare di san Vito e di san Luca (riattiate).
Le statue dei due Santi sono portate in piazza a turno dai rispettivi “partigiani” che li festeggiano con salti e balli agitando pezzuole (rosse o bianche a seconda della fazione di appartenenza) e rami di alloro.Altra cerimonia di rilevante interesse è quella di san Giuseppe a Ribera.
La domenica precedente il 19 marzo si celebra la cosiddetta festa della Straula. In questa occasione si assiste all’”entrata dell’alloro”. Il suono della banda, i rulli di tamburo, gli spari di mortaretti e petardi, insieme alle acclamazioni dei fedeli, salutano nella tarda mattinata l’ingresso della cavalcata: un gruppo di cavalieri che a dorso di muli e cavalli riccamente bardati si è adunato alle porte del paese. Ogni cavaliere porta in mano un grosso ramo di alloro raccolto, nella prima mattinata, nelle campagne dei dintorni. La cavalcata attraversa il paese soffermandosi dinanzi la chiesa del Santo al quale i lauriferi offrono in dono i rami che in parte vengono distribuiti ai fedeli. L’alloro portato dai cavalieri serve anche all’allestimento della Straula, una struttura lignea turriforme interamente rivestita con questi rami oltre che da cudduri e buccellati.
L’alloro e i cudduri caratterizzano anche l’addobbo del circu, una struttura semisferica innestata su un bastone, recato in processione in occasione dei festeggiamenti settennali del SS. Crocifisso a Calatafimi (TP) il 3 maggio.
Forza d'Agrò la Festa dell’Alloro
A Forza D’Agrò, la tradizione vuole che il Lunedì di Pasqua si svolga la Festa dell’Alloro, e la Processione dei Sacri Oli.
I Forzesi, per lo più i giovani, si riuniscono in gruppi, ciascuno dei quali realizza degli stendardi d’alloro con foglie disposte su un telaio di canna o di legno, in onore della SS. Trinità. Dopo la premiazione delle “opere” migliori, tutti gli stendardi d’alloro, la confraternita e tutta la moltitudine dei Forzesi e dei turisti, provvisti del tradizionale ramoscello di foglie d’alloro, accompagnati dalla banda musicale, si partono dalla chiesa della Triade percorrendo in corteo la lunga Via SS. Annunziata. Giunti nella piccola Piazza Sant’Antonio, proprio alla fine del paese (come a voler ricreare un legame con la chiesa di San Michele al Casale o addirittura col Tempio dei monaci basiliani), da parte dell’Arciprete forzese avviene la benedizione dell’alloro, che ognuno tiene bene in alto, e del Sacro Olio.
Il “Lunedì dell’Angelo”, i confrati, in segno di ospitalità, distribuiscono le “cuddure”, tipici dolci siciliani preparati nel periodo pasquale, a tutti i fedeli presenti, sia paesani sia forestieri, come Abramo nel deserto fece con i tre angeli che vennero a fargli visita.
FESTE CARATTERIZZATE DALL’USO RITUALE DI FRONDE, RAMI E ALBERI
1 Terrasini
2 Naso
3 Ficarra
4 San Marco
5 Tortorici
6 Capizzi
7 Bordonaro
8 Forza d’Agrò
9 Troina
10 Gagliano
11 Cerami
12 Regalbuto
13 Sambuca
14 Burgio
15 Lucca Sicula
16 Caltabellotta
17 Villafranca
18 Calamonaci
19 Ribera
20 San Biagio Platani
21 Rodì Milici
22 Calatafimi
23 Vita
Per una analisi delle feste dell’alloro.
Nell'area dei Nebrodi, le feste rituali formano un unico nucleo celebrativo, suggerisce che possano condividere un antico nucleo comune legato alle processioni dell'alloro in onore di Apollo, come ad esempio le dafneforie greche. È probabile che nel corso del tempo le forme e le azioni originarie delle celebrazioni siano andate perdute o reinterpretate in chiave cristiana.
Le celebrazioni sembrano avere radici nelle antiche festività agrarie, che miravano a rinnovare le energie vitali e a rigenerare il ciclo del tempo.
Il pellegrinaggio, l'allestimento dell'albero e la processione dell'alloro sono momenti fondamentali delle festività. Il pellegrinaggio rappresenta il movimento della comunità verso un luogo sacro, mentre l'allestimento dell'albero e la processione simboleggiano il rinnovamento della natura e la continuità del ciclo vitale.
Il pasto rituale, condiviso dalla comunità, ha un significato propiziatorio e unificante,rappresentando l'abbondanza e la condivisione dei beni. In particolare, il pane festivo simboleggia l'unità della comunità e la comunicazione sociale.
Le processioni dell'alloro,spesso seguite dall'allestimento degli alberi decorati, esprimono il desiderio di rigenerazione e rinnovamento della natura. Le competizioni e le gare durante le festività indicano la ricerca di fertilità e di status sociale all'interno della comunità.
Si è accennato a un possibile accostamento con le dendroforie greche e in particolare con le dafneforie apollinee.
Feste in onore di Apollo si celebravano tutta l’estate. Le dafneforie in particolare erano delle feste dedicate ad Apollo Daphnephoros, ossia portatore di alloro; secondo la saga delfica esse ricordavano un viaggio-pellegrinaggio compiuto dal dio da Tempe a Delfi.
A Tempe Apollo era andato, su ordine di Zeus, per raccogliere la sacra pianta e trapiantarla a Delfi, riparando così alla uccisione del pitone, custode del santuario.
Ogni nove anni si celebrava la festa che ricordava e riproponeva l’evento mitico: a Tempe venivano inviati dei giovani che, come già Apollo, spezzavano i rami del sacro alloro, se ne coronavano e altri ne portavano in mano ritornando al santuario delfico.
Resta che identico il carattere di rinnovamento della vegetazione, di espiazione.
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