Il sentiero dei Briganti siciliani, dalle Madonie ad i Nebrodi - Parchi naturali in Sicilia

Parchi naturali in Sicilia

Siete appassionati di trekking, amate la natura, siete nel posto giusto, in queste pagine vi parliamo dei parchi naturali in Sicilia, delle riserve dove potrete  
immergervi nella bellezza incontaminata dell'isola.
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Il sentiero dei briganti siciliani, dalle Madonie ad i Nebrodi

Se sei alla ricerca di un'avventura unica in Sicilia, il sentiero dei Briganti è quello che fa per te.
Questo percorso affascinante ti porterà attraverso le splendide Madonie e i suggestivi Nebrodi, offrendoti panorami mozzafiato e un tuffo nella storia e nelle tradizioni locali.
Camminando tra boschi secolari e paesini pittoreschi, potrai scoprire storie di briganti che un tempo popolavano queste terre e assaporare la vera essenza della Sicilia. Prepara le scarpe da trekking e lasciati guidare da questo itinerario che unisce natura, cultura e un pizzico di avventura.

Il sentiero dei briganti siciliani, dalle Madonie ad i Nebrodi, è lungo circa 100 chilometri, inizia a San Mauro Castelverde all’interno del Parco delle Madonie, passa per Gangi, e si conclude a Cesarò nel cuore del Parco dei Nebrodi.
Il cammino, nato in seguito ad una ricerca storica di Giovanni Nicolosi, ha la finalità di scoprire le antiche trazzere e vie utilizzate dai briganti nel periodo che va dai primi anni dopo l’Unità d’Italia fino all’assedio di Gangi da parte del Prefetto Cesare Mori nel 1926. Si tratta di un percorso storico e della memoria per  riscoprire e far conoscere  gli avvenimenti legati al brigantaggio che segnarono   i primi decenni dell’Unità d’Italia
I briganti sono spesso banalmente associati a semplici malviventi; si identifica il bandito come colui che ha commesso qualcosa di ‘criminale’, ma la definizione stessa di ‘criminale’ non viene data dalla coscienza popolare del luogo, ma dallo Stato, il quale può, in virtù di ciò, intervenire.
Il nuovo ordinamento avendo preparato nuove pesanti imposte (come quella sul sale e quella sul macinato) e il servizio di leva obbligatorio, in un mondo contadino, quello siciliano, togliere braccia alla terra costituiva un grosso problema, così si trasforma in piena ostilità verso tutto ciò che sa di piemontese; si diffonde un comune senso di insofferenza verso chi ormai si comporta da invasore.

Maggiori informazioni

Prima Tappa
San Mauro Castelverde - Gangi

Lasciato il centro storico di San Mauro si segue il sentiero che conduce alla pineta di colle Calandra per circa 3 chilometri, fino ad arrivare sulla SP 52 bis all’abbeveratoio di contrada Comuni. Si prosegue a destra per scendere verso contrada Malia, seguendo una strada prima sterrata e successivamente asfaltata, fino a incontrare dopo circa 3 km la SP 60, nei pressi dell’omonima contrada. Il piccolo borgo può essere visitato facendo una breve deviazione di circa 300 metri per ammirare un antico abbeveratoio, un frassino da manna secolare, di oltre 400 anni, e i resti di un mulino ad acqua. In direzione mare, invece, a un chilometro si incontra un altro piccolo borgo legato alla cultura contadina, quello di Botindari. In questa zona si possono incontrare anche numerosi ulivi secolari e seguendo la statale fino al ponte di Malia, sulla sinistra, è possibile vedere l’ulivo più longevo censito sulle Madonie con i suoi 1.800 anni di età. Il percorso continua sulla SP 60 per 1,7 km, fino al bivio Calabrò. Da qui prosegue a sinistra per 2 km su una strada sterrata fino ad arrivare al fiume, per poi risalire verso Gangi. Il percorso segue la trazzera che attraversa le contrade Montededero, Rainò, Celso e Pascovaglio, prima di giungere nel centro abitato di Gangi.



Seconda Tappa
Gangi - Sperlinga/Nicosia

L’itinerario da Gangi segue per circa 2 km la SS 120 delle Madonie fino a un abbeveratoio; da qui il percorso continua a destra in contrada Soprano, con una salita. Si prosegue per circa 10 km su una strada comunale asfaltata e pianeggiante, intorno ai 900 metri di altitudine in contrada Zimmara. Successivamente, la strada diventa sterrata per 4 km, e si passa dalla provincia di Palermo a quella di Enna. Si continua scendendo nella vallata fino a 600 metri d’altitudine, seguendo una strada secondaria di campagna asfaltata, prima dell’ultima salita, di circa 150 metri di dislivello, per raggiungere il castello del piccolo borgo di Sperlinga, costruito sulla rocca che sovrasta l’abitato. Chi volesse proseguire nello stesso giorno per Nicosia deve ancora affrontare altri 6 km su un percorso alternato tra asfalto e terra, oppure seguendo direttamente la SS 120.



Terza Tappa
Sperlinga/Nicosia - Capizzi

Chi parte da Sperlinga deve prima raggiungere Nicosia, percorrendo 6 km attraverso la SS 120, oppure seguendo un percorso alternativo tra strada asfaltata e terra battuta. Dal centro abitato di Nicosia si prosegue sulla SS 120, per circa 7 km, fino a incontrare la strada provinciale che collega la SS 120 con la SS 117 per Mistretta. Da questo punto, a sinistra, si continua per la regia trazzera per Capizzi, scendendo per circa 3 km fino al torrente Calogno. Qui dalla provincia di Enna si passa a quella di Messina, per iniziare una salita impegnativa di 5 km, con un dislivello di circa 450 metri, fino a raggiungere Capizzi, nel messinese, a 1.100 metri s.l.m.

Quarta Tappa
Capizzi – Caserma Sambuchello (proprietà dell’azienda silvo-pastorale di Troina)

Si parte da Capizzi per giungere presso l’ex­caserma delle guardie campestri di Sambuchello dell’Azienda Speciale Silvo Pastorale di Troina. Questo è l’unico giorno in cui si pernotta in mezzo al bosco in tenda o sfruttando i servizi dell’ex-caserma che, a conclusione dei lavori di restauro, sarà una struttura ricettiva con 24 posti letto. Lasciato il comune del messinese, si prosegue per 8 km lungo la SP 168 per Caronia fino al km 32, dove a destra si interseca la dorsale dei Nebrodi che si percorre per 15 km, fino a Portella Scarno nel territorio di Cesarò. Il tracciato supera i 1.500 metri di altitudine e ci si trova immersi in un bosco fitto tra roverelle, querce, aceri, faggi, ed altre varietà del sottobosco. Lungo il percorso, dopo 13 km, si incontra l’area attrezzata Nocita, con un punto acqua, e a seguire l’ex­caserma delle guardie campestri Mafauda, oggi utilizzata come rifugio. Da Portella Scarno all’ex­caserma Sambuchello, che segna la fine della tappa, mancano meno di due chilometri da percorrere, lungo un tratto in discesa.



Quinta Tappa
Caserma Sambuchello - Piano delle case - Cesarò

Lasciata la caserma di contrada Sambuchello, percorsi circa 4 km e attraversata la zona delle sorgenti (Fontana Bianca, Malpertusa, Canalotto e Fau) del vecchio acquedotto di Troina, si svolta a destra in contrada Ambolà e si inizia a salire verso l’omonimo monte, fino a superare i 1.500 metri. Scollinando, si prosegue per contrada Solazzo per 4 km, fino a raggiungere Piano delle case, luogo dove è avvenuto lo scontro tra la banda di Candino e la famiglia dei Leanza. Si continua per 4 km in discesa, fino alla strada statale che collega Cesarò con San Fratello al km 42, a Piano della Cicogna, dove si trova un’area attrezzata. Per raggiungere Cesarò mancano ancora 8 chilometri, di cui parte da percorrere sulla provinciale e altri seguendo una stradina sterrata parallela. Esistono altre due possibilità per raggiungere il centro nebroideo: seguendo la statale oppure la variante cha passa per San Teodoro. I due comuni sono pressoché attaccati essendo distanti soltanto un chilometro. Il percorso si conclude al cimitero dove un epitaffio ricorda la distruzione della banda maurina a opera dei Leanza.

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