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Esplora il Consorzio Vini Doc Salaparuta
La cittadina si è impegnata nello sviluppo economico, basato principalmente sulla viticoltura, con i suoi 450 produttori, dispone di un potenziale vitivinicolo che gli permette di entrare fra i territori più vocati dell’enologia italiana, raggiungendo un importante riconoscimento con la D.O.C. dei vini Salaparuta.
Diverse sono le Cantine Sociali e le aziende private presenti sul territorio, associate al Consorzio Volontario per la Tutela e la Valorizzazione dei vini D.O.C. Salaparuta che ha il compito di promuovere, tutelare e valorizzare i propri vini.
Salaparuta si trova nel sud dell’Italia, nella Sicilia Occidentale, a circa quaranta km a Sud della città di Palermo, in una zona collinare, un comprensorio di 15.000 ettari, dei quali solo il 35% è occupato dai vigneti.
I ‘lati’ sono delimitati dai Comuni di Partanna, Santa Ninfa, Gibellina, Santa Margherita di Belìce, Contessa Intellina.
Consorzio Tutela Vini Doc Salaparuta
Consorzio Tutela Vini Doc Salaparuta
Piazza Principe Paruta,
91020 Salaparuta
Tel. 328 38 93 106
salaparutadoc@yahoo.it
Se sei un amante del vino e dell'enoturismo, non puoi perderti il Consorzio Vini Doc Salaparuta.
Scopri i segreti delle cantine vinicole della magnifica Sicilia e lasciati affascinare dalla tradizione vinicola di Salaparuta.
Leonardo Attardi
Via Giovanni Boccaccio, 25
91020 Salaparuta
Cell. +39 333 48 30 017
info@leonardatardi.com
Cantina Giacco
C/da Cappuccini
91020 – Salaparuta TP
Villa Scaminaci
Bruchicello
Via Napoli 11,
91020 Salaparuta TP
Vini Vaccaro Agricola
C.da Comune
91020, Salaparuta TP
Vini Scalia e Oliva
Nadore
I Comuni del consorzio del vino Doc Salaparuta
Partanna, Santa Ninfa, Gibellina, Santa Margherita di Belìce, Contessa Entellina
Partanna comune del Libero consorzio Comunale di Trapani, 414 m s.m., patrono San Vito 15 giugno
L'antico castello di origine normanna dei Graffeo conserva lo stemma della famiglia scolpito da Francesco Laurana. La torre che lo affiancava divenne poi il campanile della chiesa madre di Santa Maria della Catena, di fondazione secentesca, molto danneggiata dal sisma e restaurata, al cui interno sono diversi quadri barocchi, un coro ligneo intagliato (1668-80) e un monumentale organo disegnato alla fine del Seicento da Paolo Amato. Al sec. XVIII appartiene, invece, il campanile della chiesa di San Francesco, unico elemento del convento dell'Ordine dei Frati Minori Francescani.
il Chiostro di San Benedetto del XVII sec.
Sagra della Cipolla rossa di Partanna a luglio, un mix di sapori, arte e tradizioni, la manifestazione punta i riflettori sulla Cipolla rossa di Partanna
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Santa Ninfa comune del Libero Consorzio Comunale di Trapani, 410 m s.m., patrono Santa Ninfa 12 ottobre, distrutto dal terremoto del 1968, l'abitato fu completamente ricostruito
La chiesa del Purgatorio (1629), restaurata dopo il sisma del 1968 come la chiesa della Badia (sec. XVIII-XIX), conserva dipinti sei-settecenteschi di scuola siciliana e un gruppo ligneo barocco settecentesco.
Nel 1995 è stata istituita al Riserva Naturale Integrata “Grotta di Santa Ninfa” affidata in gestione a Legambiente, per la protezione e la valorizzazione di un suggestivo ambiente carsico.
Nell’area adiacente si trova il “Castello di Rampinzeri”. La denominazione “castello” per ciò che riguarda la grande masseria di Rampinzeri è impropria non essendo questo munito di fortificazioni. Viene così chiamato a seguito delle trasformazioni subite nell’800. Di questo castello si fa cenno nel romanzo “Il Gattopardo”. Il 17 agosto 1937 il re Vittorio Emanuele, accompagnato dal principe Umberto,assistette, dal terrazzo del castello di Rampinzeri, unitamente al capo del governo Benito Mussolini alla fase conclusiva delle grandi manovre.
– il Museo “Nino Cordio” interamente dedicato all’opera del nostro grande concittadino Nino Cordio, pittore e scultore
– la biblioteca comunale che ospita una sezione che porta la dicitura “Fondo prof. Giuseppe Bellafiore”,il prof. Bellafiore nostro concittadino, già professore di Storia dell’Arte Medievale e Moderna presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Palermo ha donato la sua biblioteca personale a questo comune.
– il “Museo dell’Emigrazione” sull’emigrazione siciliana conseguente ai moti del 1894.
Sagra della Salsiccia a Santa Ninfa ad agosto. La manifestazione prevede stand espositivi lungo tutto il viale, esibizione di gruppi musicali locali e artisti di strada. L’evento gastronomico-culturale che si tiene ogni anno nel mese di agosto viene organizzato dal Comune con il patrocinio dell’Unione dei comuni del Belice https://www.facebook.com/sagradellasalsicciasantaninfa/
Festa dell'Agricoltura a Santa Ninfa domenica a settembre, organizzata dal Comune di Santa Ninfa con il contributo dell'Assessorato Regionale Agricoltura e con la collaborazione delle cantine, degli oleifici, dei caseifici, delle aziende agricole del territorio, di Legambiente e della Pro Loco Santa Ninfa. Una giornata all'insegna della tradizione contadina, della gastronomia locale e del divertimento.
Gusta la Pecora a Santa Ninfa a novembre, la tradizionale Sagra della Pecora della Valle del Belice, la manifestazione interamente dedicata alla pecora e ai suoi derivati, in una splendida collina seicentesca, il paese della Grotta. https://www.facebook.com/SagraDellaPecoraSantaNinfa
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Gibellina comune in provincia di Trapani, 227 m s.m., patrono San Rocco 16 luglio
Sul viadotto d'ingresso a Gibellina sorge la Stella del Belice, gigantesca porta-scultura di Pietro Consagra, divenuta il simbolo della città.
Tra le varie realizzazioni architettoniche spiccano il Meeting, un edificio per i congressi, realizzato dallo stesso Consagra, in acciaio e cristallo, il Centro civico e culturale di Vittorio Gregotti, Giuseppe Pirrone e Alberto e Giuseppe Samonà.
Agli stessi architetti si deve anche la costruzione che ospita il Municipio, fronteggiato dalla Torre Civica di Alessandro Mendini.
Di Ludovico Quaroni è la chiesa madre, mentre a Franco Purini e a Laura Thermes si devono il Sistema delle Piazze e la Casa del Farmacista.
Il Palazzo Di Lorenzo, opera di Francesco Venezia, è una particolare casa-museo in cui si sovrappongono stili antichi e moderni e nel cui cortile è inglobata la facciata recuperata da un antico palazzo della vecchia Gibellina.
Nel 1996 è stato istituito nel “baglio” Di Stefano, imponente edificio rurale trasformato in sede di istituzioni culturali e residenza di artisti e studiosi ospiti della città,
il Museo delle Trame Mediterranee, che raccoglie ed espone tessuti, gioielli, ceramiche, costumi, reperti archeologici, sculture e quadri provenienti da molti paesi del Mediterraneo.
Nel granaio è allestita la sezione d'arte contemporanea, con alcune tra le opere donate dagli artisti che, nel corso degli anni, hanno lasciato segni tangibili a Gibellina (Mario Schifano, Pietro Consagra, Toti Scialoja, Carla Accardi ecc.).
Il Museo Civico, che comprende una ricca collezione di arte contemporanea, una sezione etno-antropologica e una storica.
In un'antica casa contadina rimasta indenne dal terremoto del 1968 è stato allestito il Museo Etno-Antropologico della Valle del Belice con la ricostruzione dei cicli lavorativi del grano, della vite, dell'olivo, del lino e del formaggio, e numerosi attrezzi relativi ad arti e mestieri tipici della zona.
Gibellina dal 6 al 8 maggio sarà nuovamente FESTA RANNI, la più bella delle feste della tradizione popolare siciliana. L’evento, molto atteso dalla popolazione locale e fortemente voluto dalla Congregazione del SS. Crocifisso di Gibellina ha visto anche la compartecipazione del Comune di Gibellina, per la realizzazione del ricco programma di eventi. La domenica Solenne Processione del simulacro del SS. Crocifisso per le vie del paese.
l clou dei festeggiamenti è previsto il sabato pomeriggio con la Solenne Sfilata del Prisenti con Muli Bardati con partenza da Piazza XV Gennaio 1968. I cavalieri sfileranno in sella ai muli bardati.
Tra giugno e settembre si svolgono a Gibellina le “Orestiadi”, che prevedono un ciclo di rappresentazioni classiche e rassegne di prosa, musica etnica e arti visive.
Sulle rovine del paese antico Alberto Burri ha realizzato il Grande Cretto di Gibellina, uno degli esempi di Land Art in Sicilia, il Cretto è una tra le opere d'Arte Contemporanea più estese al mondo. http://www.clicksicilia.com/itinerarisicilia/land-art-sicilia.php
Cantine Aperte alle Tenute Orestiadi di Gibellina. una giornata dedicata all'allegria e la spensieratezza, alla scoperta delle Tenute Orestiadi e dell'incredibile, ricca e varia, realtà che le circonda. Buon vino, buon cibo, buona musica e ottima compagnia!
Durante la giornata musica dal vivo, visite attraverso Gibellina Museo En Plein Air a bordo del Trenino Caterino, pranzo con prodotti locali, vino fino ad esaurimento silos.
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Santa Margherita di Bèlice comune del Libero consorzio Comunale di Agrigento, 400 m s.m., patrono Santa Rosalia 4 settembre e 4 ottobre,
Del vecchio abitato rimangono la chiesa madre, dedicata a Santa Rosalia, originaria del Seicento ma ricostruita nel secolo seguente, e il palazzo Filangieri, con annesso parco e teatro, di cui Giuseppe Tomasi di Lampedusa diede una descrizione nel romanzo Il gattopardo.
Il Museo del Gattopardo nasce in onore del celebre scrittore Tomasi di Lampedusa, che trascorse a Santa Maria del Belice trascorse, tra i sei e i vent’anni, le proprie estati. Il museo è ospitato presso il Palazzo Filangeri Cutò, divenuto, nel capolavoro di Tomasi di Lampedusa "il Gattopardo", il palazzo di Donnafugata.
Si tratta di un museo costruito quindi interamente attorno al celebre romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Il Museo della Memoria di Santa Margherita del Belice ha lo scopo di ricostruire, custodire e comunicare la memoria civile della Valle del Belice nel periodo del terremoto del 15 gennaio 1968. Il museo ha sede presso l'ex Chiesa Madre di Santa Margherita, distrutta dal terremoto del 1968 e ricostruita per ospitarne il museo
Ficodindia Fest a Santa Margherita di Belìce, ad ottobre. Sapori, gastronomia, tradizione, arte, cultura, folklore: una due giorni ricca di eventi, spettacoli, degustazioni, laboratori del gusto, mostre e visite guidate nei suggestivi luoghi che furono di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. A Santa Margherita di Belìce, che nel famoso romanzo viene decritta sotto il nome di Donna Fugata, si possono visitare le ville e i giardini del Palazzo Filangeri di Cutò, dove all'interno è stato allestito il Museo del Gattopardo. Nell'antica piazza Matteotti ancora i segni e i ruderi del terremoto del 1968 che viene ricordato dalla vecchia facciata della chiesa madre trasformata in Museo della Memoria.
Negli stand allestiti in centro, si potranno gustare i ficodindia del Belìce preparati in svariati modi: marmellate, torte, gelati, liquori.
Spettacoli, concerti e folklore allieteranno le serate dove si potranno gustare ficodindia e bere del buon vino accompagnato dalle prelibatezze del luogo come il famoso formaggio vastedda della valle del Belìce. https://www.facebook.com/ficodindiafest
La Rete Naturale Museale Belicina, nasce con lo specifico obiettivo di raccontare la storia, dei luoghi dei paesi che costituiscono la Valle del Belìce intesa come comunità.
La storia le arti antiche, il paesaggio l’identità culturale delle comunità, il dramma del sisma, la ricostruzione che hanno determinato l'incontro con i grandi maestri dell’arte contemporanea che con le loro opere hanno riconfigurato il territorio siciliano vedi il Cretto” di Alberto Burri, a Gibellina, come le realtà urbane scomparse nella valle del Belìce quali le rovine di Poggioreale e quelle di Salaparuta. https://retemusealebelicina.it/
Il Distretto Turistico Selinuntino mira a valorizzare e far conoscere l'area Sud-Ovest della Sicilia ai fini turistici
Terre del vino sicane
La Strada del vino Terre Sicane è un itinerario-sistema per conoscere il territorio dei comuni di Contessa Entellina, Menfi, Montevago, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita Belice e Sciacca.
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Contéssa Entellina comune della Città metropolitana di Palermo, 571 m s.m., patrono Santa Maria della Favara 8 settembre
Contessa Entellina fu fondata nel 1450 quando i primi immigrati greco albanesi si insediarono nel casale Contessa, concesso loro dai Conti di Caltabellotta.
Il centro è ancora oggi caratterizzato da numerose chiese di rito greco, tra queste la chiesa di Maria SS. Immacolata e San Rocco e la chiesa delle Anime Sante del Purgatorio. Fra quelle di rito latino è di grande interesse la chiesa di Santa Maria delle Grazie delle Favare. Anche a Contessa permane l'uso della lingua albanese.
Abbazia di Santa Maria del Bosco a Contessa Entellina
A causa del terremoto del 1968, della chiesa barocca restano solo il maestoso bel prospetto con l’elegante rosone e il campanile.
L’ex monastero è diviso da due chiostri in stile classico. Nel primo, a pianta quadrata, si contano 36 colonne con capitelli dorici che fronteggiano archi e nicchie. Al centro, una fontana a base ottagonale, del Seicento.
Il secondo chiostro ha pianta rettangolare e semplici colonne che sorreggono archi a tutto sesto. Anche qui, al centro dello spazio aperto, si trova una fontana del 1713. Da questo secondo chiostro si accede al refettorio che è impreziosito dall’affresco del Settecento che raffigura il miracolo della Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci.
Bellissime le scalinate che conducono ai piani superiori, dove si trovavano le camere dei frati, la cappella privata dell’abate, la foresteria e l’antica libreria.
Terre Sicane Wine Fest a Contessa Entellina - Rassegna enogastronomica promossa dalla Strada del Vino Terre Sicane e dal Comune di Contessa Entellina nel cuore del Parco dei Monti Sicani. L’evento dedicato alle migliori espressioni vinicole delle Terre Sicane. luglio https://www.facebook.com/terresicanewinefest/
Per Aspera ad Astra a Contessa Entellina - Nella magica atmosfera del Castello di Calatamauro una serata dedicata alla bellezza. Visita guidata, degustazione dei vini del territorio e di prodotti locali. agosto https://www.facebook.com/castellodicalatamauro/
Contessa Entellina, la cittadina è posta nella Valle del Belice, alle falde settentrionali del monte Genuardo, è considerata oasi etnica, linguistica e religiosa per la peculiare identità culturale dei suoi abitanti. Il piccolo comune montano infatti, insieme a Piana degli Albanesi e Santa Cristina Gela, fa parte delle tre comunità albanesi (arbëreshët) di Sicilia, sorte nel XV secolo, dove l’antica lingua albanese (gljuha arbërishte) viene ancora parlata. I suoi abitanti sono arbëreshë, ossia italo-albanesi.
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