Iris di ricotta
L’iris fritta è un dolce tipico palermitano fatto in un sottile guscio di morbida pasta di brioche impanata, che custodisce al suo interno un raffinato cuore di crema di ricotta e scaglie di cioccolato, tipico delle tavole dell'aristocrazia siciliana, questo dolce che è quanto di più semplice possa esistere: un panino dolce ripieno di cioccolato, solitamente fritto e utilizzato per gustosissime prime colazioni.
Il nome è dovuto alla passione per l'opera del suo creatore, il pasticcere palermitano Antonio Lo Verso, che nel 1901 diede al dolce il nome dell'ultimo lavoro di Pietro Mascagni.
Trama opera lirica, musica di Pietro Mascagni e libretto di Luigi Illica
Iris, un'ingenua figlia di un vecchio cieco, vive lieta godendo delle semplici cose della natura, ma involontariamente attira su di sè le attenzioni di un nobile: Osaka. Invaghitosi della ragazza Osaka la rapisce tramite un teatrino di pupi che la incantano.
Iris viene condotta allo Yoshiwara, luogo di perdizione, mentre crede ancora di sognare, o di trovarsi in paradiso; Osaka cerca di sedurla ma riesce solo a terrorizzare la fanciulla.
Stanco e infastidito della semplicità di Iris, Osaka la lascia in balìa di Kyoto, che la espone nella casa di piacere.
Là, raggiunta e maledetta dal padre che non sa del rapimento, Iris si getta, per la vergogna, in un baratro. La ragazza muore sotto il bacio del sole, che trasforma il suo corpo nel fiore che ha il suo nome.