Scopri i Vini Siciliani, un viaggio tra gusto e passione
Scoprire le tipologie di vini siciliani è come intraprendere un viaggio nei sapori e nei profumi dell'isola.
Dalle fresche note agrumate dei bianchi come il Grillo, ai rossi corposi come il Nero d'Avola, ogni calice racconta una storia unica legata alla terra, al sole e alla tradizione.
Che tu sia un esperto sommelier o un curioso neofita, la varietà di vini che la Sicilia offre saprà sorprenderti e conquistarti. Preparati a esplorare un mondo di gusti e aromi, dove ogni sorso è un invito a scoprire la passione e l'arte della viticoltura siciliana.
Vediamo ora nei particolari, anche se per necessità in modo som-mario, i principali procedimenti di vinificazione.
Poiché ogni tecnologia è funzione di uno o più scopi principali pensiamo sia ragionevole raggruppare tali tecnologie secondo la tipologia dei vini ottenuti.
In Sicilia, il vino non è solo una bevanda, ma un vero e proprio modo di vivere! Dai rossi corposi come il Nero d'Avola ai bianchi freschi come il Grillo, ogni tipologia racconta una storia unica legata al territorio. Non dimentichiamoci dei rosati, perfetti per le calde serate estive, e dei vini dolci, ideali da abbinare ai dessert. Esplorare le diverse varietà di vino siciliano è un viaggio che stimola i sensi e arricchisce l'anima, rendendo ogni sorso un'esperienza indimenticabile. Pronto a scoprire il mondo del vino siciliano con noi?
Vinificazione in bianco
Di norma, la prima operazione di una vinificazione in bianco è la separazione della fase liquida, cioè del mosto, dalle parti solide dell’uva (bucce, raspi, vinaccioli), Per conseguire questo scopo è ne-cessario un intervento meccanico preliminare, detto ammostatura, che rompa la struttura dell’acino e predisponga l’uva così trattata all’intervento successivo, cioè la pressatura, che operando su di essa un’adeguata pressione, consenta di estrarre il più possibile della fase liquida, danneggiando il meno possibile i tessuti delle parti solide. Infatti in queste, accanto a sostanze che hanno un impatto positivo, ne sono presenti altre, fra quelle contenute nelle bucce, nei vinaccioli e nei raspi, che possono, se passano nel mosto a causa di azioni meccaniche troppo intense, compromettere seriamente la qualità del futuro vino.
Vinificazione in rosso
Tale tipo di vinificazione è quella adottata per la produzione dei vini rossi, nel qual caso è necessario trasferire nel prodotto ottenuto, almeno in parte, i coloranti contenuti nella bucce dell’uva, coloranti detti antociani. Schematizzando all’eccesso, ciò si ottiene facendo restare in contatto per un tempo più o meno lungo col mosto in fermentazione le parti solide dell’uva e sfruttando l’aumento di temperatura che si sviluppa spontaneamente dalla fermentazione degli zuccheri (la cosiddetta macerazione).
Vini rosati
Esaminando i vini rosati attualmente in commercio si può osservare come in pratica esista un ampia gamma di vini definiti rosati, che spazia dai vini bianchi appena macchiati, ai rosati propriamente detti, ai cerasuoli, ai chiaretti, mano a mano che la sfumatura rosso-rosata si manifesta in maniera più evidente.
Questa varietà è favorita anche dal fatto che, dal punto di vista delle caratteristiche cromatiche, non esiste una definizione legale di tali vini. Nondimeno, i rosati rappresentano una categoria che, nonostante l’apparenza, è più affine ai bianchi, per il corpo modesto, la freschezza acida, il profumo fruttato.
Vini spumanti
I procedimenti per l’elaborazione dei vini spumanti sono numerosi; tuttavia, semplificando, si possono suddividere in due gruppi principali:
rifermentazione di zucchero aggiunto a un vino base secco. Rifermentazione che può avvenire sia in bottiglia (metodo classico), sia in grandi recipienti, resistenti ovviamente alla pressione, detti autoclavi;
rifermentazione di parte dello zucchero naturale presente in un mosto o in un semifermentato. Questo procedimento, eseguito sempre in autoclavi, è particolarmente utilizzato per la preparazione di spumanti aromatici e dolci. La legge consente però di addizionare saccarosio anche in questi casi.
Vini dolci
I vini dolci propriamente detti possono suddividersi in due categorie:
Alla prima appartengono quei vini in cui la fermentazione appena iniziata viene rallentata e poi interrotta allontanando i lieviti con op-portuni interventi di filtrazione o di centrifugazione, stabilizzando poi eventualmente il prodotto con un’inattivazione termica. Eredi di prodotti di carattere famigliare o artigianale molto diffusi in certe regioni, sono soprattutto elaborati con mosti da uve aromatiche, per esempio i vari Moscati, Malvasie, Brachetti e così via. Adatti al consumo con i dessert, sono graditi soprattutto dai giovani e dalle signore, per il loro basso contenuto alcolico.
Una seconda tipologia riguarda invece i vini dolci liquorosi, ottenuti da mosti di uve più o meno appassite e quindi con un rilevante contenuto zuccherino, la cui fermentazione lenta e difficile o si arresta spontaneamente, oppure viene arrestata con interventi di refrigerazione o filtrazione, seguiti poi da un’opportuna stabilizzazione biologica a mezzo di dosi convenienti di diossido di zolfo, stabilizzazione resa più facile dalla contemporanea presenza di un’elevata gradazione alcolica e di un notevole residuo zuccherino.
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