Giovanni Verga e la strada degli scrittori, la strada SS 640 degli scrittori, ad Acitrezza
La riviera dei Ciclopi, lungo cui si snoda il Parco Letterario intitolato a Giovanni Verga, Acitrezza
La riviera dei ciclopi, è nota per le vicende mitologiche tramandateci dai grandi poeti dell'antichità: Omero e Virgilio. La leggenda vuole che i tre faraglioni, situati lungo la costa di Acitrezza, siano massi lanciati da Polifemo, contro la nave di Ulisse che fuggiva. "L'Arcipelago dei Ciclopi" in seguito è diventato scenario suggestivo per ill rito "U pisci a mari", tradizione popolare legata ai festeggiamenti in onore di S.Giovanni Battista, patrono di Acitrezza, che si svolgono ogni anno il 24 giugno. La pantomima rappresenta l'antica arte della cattura del pesce spada. Questa messinscena rispecchia tutta la cultura di un popolo indissolubilmente legato al mare.
Uno squarcio di vita quotidiana che ispirò il "verismo" di Verga. Il percorso nella memoria verghiana continua attraverso i luoghi suggeriti dall'autore. Ne fa parte il castello normanno, scenario suggestivo degli avvenimenti narrati con la novella "Le storie del Castello di Trezza", e prosegue per Acitrezza, dove si rivisitano i luoghi del lento decadimento della famiglia protagonista de "I Malavoglia": la casa del nespolo, le viuzze, la piazza, la fontana, la chiesa.
Si ripercorrono anche i luoghi del celebre film di Luchino Visconti "La terra trema", girato con attori locali, i pescatori di Trezza. Nonostante nei titoli di testa del film non appaia alcun esplicito riferimento a Verga ed a "I Malavoglia", l'opera cinematografica è ispirata ai luoghi e ai personaggi del romanzo.
Casa Museo Giovanni Verga
Indirizzo : Via Sant'Anna, 8
Indirizzo : Via Sant'Anna, 8
Catania.
Tel. : 0957150598
Tel. : 0957150598
Fondazione Verga
Via Sant’Agata, 2
Catania
Tel 095 7150623
info@fondazioneverga.it
Verga 1922-2022
comunicazione@verga2022.it
https://www.verga2022.it/
Catania capoluogo della Città Metropolitana omonima, 7 m s.m., patrono Sant’ Agata 3-5 febbraio
in occasione della Festa di Sant'Agata, patrona della città, si svolgono due solenni processioni, una con il busto in argento della santa, contenente le sacre reliquie e preziosamente addobbato, viene accompagnato da una folla di devoti, con indosso il tradizionale abito bianco, detto “sacco”, e da undici candelore che rappresentano le corporazioni di mestiere della città, https://www.festadisantagata.it/
La città, ricostruita nel Settecento su piano regolatore dell'architetto Giovanni Battista Vaccarini, si evidenzia per i suoi edifici barocchi, che sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Centro cittadino è la piazza del Duomo, con la famosa fontana dell'Elefante o Liotru), sulla piazza il seminario dei Chierici e il Palazzo degli Elefanti, sede municipale, entrambi settecenteschi,
la cattedrale dedicata a Sant'Agata. Con tre absidi semicircolari e il transetto dell'originaria costruzione medievale (sec. XI-XII), la chiesa si presenta nel rifacimento settecentesco, con prospetto del Vaccarini (1733-61); nell'interno, a tre navate, è la cappella di Sant'Agata, https://www.cattedralecatania.it/
La barocca porta Uzeda (1696) collega la piazza del Duomo con la popolare zona del porto, percorsa dalla via Dusmet, costeggiata dai resti dell'antica cerchia muraria e su cui si affacciano l'Arcivescovado e il palazzo Biscari. L'edificio, realizzato nel 1763 su progetto di Francesco Battaglia e completato alla fine del Settecento da Antonino Battaglia, presenta una fastosa facciata principale, con cariatidi e balconi decorati da ricchi rilievi. All'interno sono da menzionare il salone delle feste, con volta a cupola, specchi e affreschi di Sebastiano Lo Monaco, e la galleria, con una bella scala a chiocciola di gusto rococò.
Dalla piazza del Duomo si diparte l'ampia e diritta via Etnea, che sale in direzione dell'Etna; nella contigua piazza dell'Università si collocano il palazzo Sangiuliano, realizzato dal Vaccarini nel 1745, e il palazzo dell'Università dall'elegante cortile interno, con prospetto di A. Battaglia (fine sec. XVIII), rimaneggiato nell'Ottocento. La barocca Collegiata, con splendida facciata di Stefano Ittar.
Su piazza Bellini si affaccia il teatro Massimo Bellini, edificio ottocentesco.
Il medievale il castello Ursino, eretto per volere di Federico II tra il 1239 e il 1250; la struttura, rigorosamente geometrica, a pianta quadrata con torri cilindriche agli angoli e torri semicilindriche a metà di ogni lato, fu più volte rinforzata e rimaneggiata.
Tra le più compiute espressioni del barocco catanese, si affacciano sulla via Crociferi: la chiesa di San Camillo (1723-57); il convento dei Padri Crociferi (1771-80); la chiesa di San Giuliano, realizzata dal Vaccarini; il Collegio gesuitico, sede dell'Istituto d'Arte; la chiesa di San Francesco Borgia; la chiesa di San Benedetto (all'interno, a una navata, sontuosi stucchi e altari e affreschi del messinese Giovanni Tuccari, 1725); la Badia grande (1771-77), opera di Francesco Battaglia, e la Badia piccola; e infine, passato l'arco di San Benedetto (1704), la chiesa di San Francesco d'Assisi e dell'Immacolata, dalla ricca facciata con due campanili con copertura a cupola.
Su piazza Dante prospetta la chiesa di San Niccolò, la più ampia tra le chiese della Sicilia, iniziata nel 1687 e continuata nel corso del Settecento. La facciata, mai completata, è scandita da possenti colonne tronche; l'interno, quasi privo di elementi decorativi, conserva una singolare meridiana con figure zodiacali (1841), un grandioso organo realizzato da Donato Del Piano e un pregevole coro ligneo intagliato; adiacente è l'imponente monastero benedettino di San Niccolò l'Arena, costruito a partire dal 1703 su un edificio della fine del Cinquecento e adesso adibito a sede universitaria, al cui interno sono il refettorio, che conserva nella volta una cornice a stucco che circonda un affresco di Giovanni Battista Piparo (San Benedetto e san Nicolò in gloria), due pregevoli chiostri, realizzati su disegno di A. Amato, e, nel giardino, il chiosco neogotico (sec. XIX), con belle ceramiche policrome.
la chiesa di Santa Maria di Gesù, risalente al Quattrocento, conserva dell'originaria costruzione la gotica cappella Paternò (sec. XV-XVI); all'interno sono la statua della Madonna col Bambino e due angeli di Antonello Gagini e un Crocifisso di fra' Umile da Petralia.
Tra i resti monumentali di epoca romana e greca, notevoli sono il teatro romano, costruito su uno più antico del sec. V a. C, l'adiacente odeon, ai piedi del colle dell'antica acropoli, l'anfiteatro romano (compiuto forse nel sec. II), i cui resti sono visibili in piazza Stesicoro, e i ruderi delle terme.
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Il Bureau Turismo
Via Vittorio Emanuele II, 172 - 95131 Catania
Orario di apertura: da Lunedì a Sabato 8.00 - 19.00; Domenica 8.30 - 13.30
Numero Verde gratuito 800 841 042, Tel.: +39 095 742 55 73
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La città, ricostruita nel Settecento su piano regolatore dell'architetto Giovanni Battista Vaccarini, si evidenzia per i suoi edifici barocchi, che sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Centro cittadino è la piazza del Duomo, con la famosa fontana dell'Elefante
La cattedrale dedicata a Sant'Agata. Con tre absidi semicircolari e il transetto dell'originaria costruzione medievale (sec. XI-XII), la chiesa si presenta nel rifacimento settecentesco, con prospetto del Vaccarini (1733-61); nell'interno, a tre navate, è la cappella di Sant'Agata (dove sono custodite le reliquie e parte del ricchissimo tesoro della santa
La più notevole costruzione di età medievale è il castello Ursino, eretto per volere di Federico II tra il 1239 e il 1250
Costruzioni religiose di grande pregio, tra le più compiute espressioni del barocco catanese, si affacciano sulla via Crociferi
In occasione della Festa di Sant'Agata, patrona della città, si svolgono due solenni processioni in cui il busto in argento della santa, contenente le sacre reliquie e preziosamente addobbato, viene accompagnato da una folla di devoti, con indosso il tradizionale abito bianco, detto “sacco”, e da undici candelore che rappresentano le corporazioni di mestiere della città, enormi ceri di legno intagliato e dorato, arricchiti da statuine che raffigurano il martirio della santa.
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