Caltabellotta feste, sagre mercatini e rievocazioni storiche - Feste e Sagre in Sicilia

Feste e sagre in Sicilia

Benvenuti su "Feste e Sagre in Sicilia", la vostra guida per scoprire le tradizioni popolari dell'isola. Troverete una vasta selezione di feste, sagre, eventi che animano la
Sicilia durante tutto l'anno. Antiche usanze, celebrazioni moderne, in un viaggio attraverso le coinvolgenti manifestazioni della cultura siciliana.


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Caltabellotta feste, sagre ed eventi

Caltabellotta feste, sagre ed eventi, per chi ama scoprire il territorio, le manifestazioni tradizionali, sono legate ai prodotti della terra, alla cultura ed alla musica popolare, alla fede ai lavori artigianali, un appuntamento folcloristico stimolante, soprattutto se si tratta di manifestazioni legate alle stagioni dell’agricoltura, ai prodotti tipici, alle radici più caratteristiche della cultura contadina, rievocazioni storiche che si tengono annualmente, dedicate alla valorizzazione e conservazione, delle tradizioni.

Ogni Comune ogni Paese ha le proprie specialità, eventi popolari legati alla religiosità, celebrazioni hanno l'apice nella processione in onore del beato con la partecipazione dei dei fedeli, si avrà la possibilità di conoscere le prelibatezze del paese, i suoi prodotti tipici offerti in degustazioni, l'artigianato locale, conoscere la cucina locale, si potrà approfittare per una visita in una cantina vinicola, godere delle bellezze naturali, le mostre.
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Il Giovedi Santo, verranno celebrate sante messe nelle chiese dei Cappuccini, del Carmine e di sant'Agostino. Successivamente il giro di Li Sibiluchi”.
Il venerdi santo, giornata di digiuno e astinenza, via crucis vivente in mattinata e successivamente il momento della crocifissione. Nel pomeriggio azione liturgica e adorazione della croce nella chiesa di sant'agostino, processione con l'addolorata fino al calvario, commemorazione della morte del signore e deposizione del crocifisso e, in serata, processione con il cristo morto.
Sabato Santo, giornata della grande attesa, veglia di pasqua e santa messa di resurrezione nelle chiese dei cappuccini e di sant'agostino e nella cattedrale.
La Domenica di Pasqua, incentrate naturalmente sulla resurrezione. Gia' a cominciare dall'alba si udiranno spari di bombe a cannone e si potra' assistere alla “Nisciuta di San Micheli” che, in giro per le vie del paese, annuncia il risorto. In serata, messa in cattedrale cui seguira' “lu ncontru di pasqua”. Per finire, spettacolo pirotecnico in serata in localita' Calvario.

Sagra della Pasta con le sarde a Caltabellotta il 18 e 19 marzo

Una tradizione caltabellese in occasione dei festeggiamenti in onore di San Giuseppe.

Ogni anno a Caltabellotta il 18 e 19 marzo si svolge una magnifica festa dedicata al patriarca San Giuseppe con annessa Processione. La festa e arricchita da mostre e manifestazioni varie e con l' allestimento di un magnifico altare dove vengono esposti una serie si simboli fatti rigorosamente di pane.
Il 19 marzo, giormo dei festeggiamenti il santo viene onorato con una tradizionale processione che si snoda lungo le principali vie del paese e attraverso la degustazione di tavolate e pietanze tipiche.

Il rito della Pioggia a Caltabellotta

Nel 1954 si ebbe un’annata di gran siccità fino al 25 marzo del 1955 quando per decisione degli stessi cittadini, si volevano portare i simulacri della Madonna dei Miracoli, di San Pellegrino e di un Cristo che una vecchia signora aveva sognato, il Diovivo della chiesetta dei Cappuccini, posto all’interno delle catacombe del convento annesso. Non appena il crocifisso fu portato fuori, dal mare in direzione di San Calogero, apparve una nuvoletta che man mano si avvicinava andava ingrossandosi fino a coprire tutto il cielo. Intanto dalla Chiesa di Sant’Agostino era portata la Madonna, mentre tutta la gente piangendo gridava: “L’acqua e lu pani vulemu”! Uno dei tanti sacerdoti affermava che l’acqua sarebbe caduta solo da recipienti, letteralmente: “Ora l’acqua vi la duna cu lu bummulu!” Nonostante ciò il popolo portò, penitente, i simulacri verso la contrada Giubbu ad ovest della cittadina, dove le “vare”, sgabelli sui quali tutt’oggi sono poste le statue dei Santi, furono sistemate in modo da guardare verso la città e posate sull’orlo del precipizio. A quel punto dopo tanta preghiera iniziò a cadere dal cielo una pioggia incassante, che durò per tutta la processione inondando le campagne assetate. Da quel giorno ogni anno è fatta una festa di ringraziamento, detta “di li fimmini”, che vuole ricordare il grande miracolo della pioggia. Ancora oggi nei periodi di siccità, i simulacri della Madonna dei Miracoli, del Diovivo e di San Pellegrino, dopo “li missi di grazia” che durano per una settimana, sono portati nella stessa contrada, posti allo stesso modo di come furono sistemati in quell’anno ed è fatta una processione di penitenza. Spesso tale sacrificio è accettato da Dio che nella sua bontà dona la pioggia.

Segni di Santa Marta a Caltabellotta

All’interno della Cattedrale di Caltabellotta, è collocata, nella Cappella della “Madonna della Catena” del Ferraro, la statua della Santa con ai piedi un cane (Mars Grabovius era un Dio romano che soleva trasformarsi in cane o in quercia per dare dei responsi). Dal mito dell’Oracolo di Delfi agli odierni oroscopi, l’usanza di chiedere responsi il giorno di Santa Marta, in pratica tutti i martedì, è arrivata fino a noi grazie alla grande tradizionalità del popolo caltabellottese. La lettura dei segni è effettuata ogni martedì e se si vuole conoscere la fertilità di una donna, oppure come andrà la giornata, o che fine abbia fatto un parente, o se avremo dei guadagni o no, basta affacciarsi la mattina e vedere se passa qualche chioccia con la propria covata, oppure una donna con prole, o dei ragazzi e così via. Nel periodo delle due grandi guerre, bastava affacciarsi sul costone “Gogala” e porre una domanda diretta al proprio congiunto e se si sentiva la risposta allora il parente lontano era vivo, o dava l’annuncio del suo imminente arrivo. Oggi vi sono i telefoni cellulari ed altro, ma in ogni modo tante persone guardano ai segni premonitori, riconoscendo in questi molta veridicità.

La Madonna dei Miracoli a Caltabellotta

Nella venerabile chiesa di S. Agostino oggi Parrocchia, si venera con fervorosa devozione una miracolosa immagine della Vergine SS. del Soccorso, sotto il nome di Madonna dei Miracoli. Scrivendo di essa, Rocco Pirro riferisce che fu dichiarata protettrice e patrona di Caltabellotta con pubblico voto degli abitanti il 22 Aprile 1601 per averli preservati dal colera. La storia della Madonna comincia con il passaggio della contea di Caltabellotta dalla famiglia Peralta ai Conti Luna (inizi del secolo XV).
Questi commissionarono al maestro Francesco Laurana una bellissima statua di marmo della Madonna del Soccorso per farne dono alla comunità dei Padri Agostiniani che intendevano stabilirsi in città. I padri agostiniani si sganciarono dalla chiesa di San Lorenzo, che la cedettero al clero locale, ed edificarono accanto ad essa una chiesa più grande dedicata al Padre S. Agostino; qui, con il convento attiguo, svolgevano un grande ministero di grazia a favore del popolo di Dio a loro affidato. Successivamente la prima immagine in marmo del Laurana fu riportata in legno. A tal proposito vengono tramandate di generazione in generazione varie storie e leggende legate al culto della Madonna dei Miracoli.
Si narra che un artigiano locale, che aveva la figlia ammalata, si rivolse alla Vergine del Soccorso e ricevuto il miracolo della guarigione della figlia scolpì una piccola statua della Madonna su un ceppo di fico e successivamente ne fece dono ai Padri Agostiniani.
Data la piccola dimensione, la statua veniva portata in processione nelle case degli ammalati che la richiedevano e poi, avvenuta la guarigione, ritornava in chiesa adorna di doni; per questo era detta anche la Madonna degli Ammalati.
Un altro racconto sull’origine di questo miracoloso simulacro recita: ...sotto la rupe Gogala, esisteva un bell’albero di fico; il proprietario, per particolare aspirazione e per certi misteriosi movimenti del tronco, decise di farne una statua.
Dopo qualche giorno, la dipinse, la pose al sole ad asciugare e poi si recò in campagna. A mezzogiorno scoppiò un temporale ed il contadino, ricordandosi della sua opera, si precipitò nel suo giardino per riparare dalla pioggia la statua che con tanta cura aveva realizzato. Con grande meraviglia vide che la statua della Madonna era al riparo e perfettamente asciutta ed integra nei colori. Nessuno l’aveva toccata.
Un’altra versione sull’origine del miracoloso simulacro, è la seguente: ...un giorno un certo Padre Paolo (Pallu) monaco Agostiniano (morto in fama di santità il 30 Dicembre 1847), trovò nel giardino sotto la rupe Gogala un ceppo di legno di fico e lo ritenne utile per sbarrare la porta della chiesa di S. Agostino. Così fece.
La mattina seguente andò ad aprire la chiesa e vide che il Ceppo di legno di fico non c’era più.
Chiese agli altri monaci se per caso lo avessero visto o se qualcuno lo avesse preso, ma questi gli risposero negativamente.
Un giorno si recò per il suo ministero alla Chiesa Madre, e con grande meraviglia, vide che il ceppo di legno era situato vicino al Crocifisso (proprio quello che c’è attualmente nella chiesa di S. Agostino).
Sbigottito, chiese chi avesse portato quel ceppo fino alla chiesa Madre. Domandò in giro, ma non ebbe risposte esaudienti.
Alla fine della Messa, dato che quel ceppo andava bene per chiudere la chiesa di S. Agostino, lo prese, lo riportò con sè e la sera lo sistemò allo scopo.
Il giorno dopo, come tutte le mattine, andò ad aprire la porta della chiesa e si accorse che il ceppo di fico era sparito. Subito pensò ad uno scherzo dei suoi confratelli anzi li accusò violentemente della stupida azione che, a parere suo, avevano commesso.
Ma vedendo che questi erano piuttosto frastornati, gli venne un dubbio. Andò di nuovo alla Madrice e vide, con grande meraviglia, che il ceppo di fico era ancora vicino al Crocifisso.
Riportò il pezzo di legno a S. Agostino, lo sistemò come le altre volte, e restò a vigilarlo.
Arrivata la notte, ad un tratto, vide che il pezzo di legno sì tolse dalla posizione in cui era stato sistemato e, balzellando, si diresse per la strada che porta alla madrice. Arrivato là si accostò, come le altre sere, vicino al Crocifisso. (La Madre che va a trovare il Figlio; lu Ncontru).
Da lì, poi, la scultura della statua su quel pezzo di legno di fico.
Un’altra storia legata alla devozione di Padre Pallu recita che: …un giorno arrivò al convento di Caltabellotta un certo Padre Paolo, uomo di Santa Vita e con una particolare devozione alla Vergine. Passava le sue notti in preghiera, e in contemplazione, quando, si dice, vede uscire la Madonna dalla porta della chiesa; la segue e si accorge che sale su per le balze che portano al colle Gogala. Di ritorno notò che la Madonna ha il manto sporco e si permise di chiedere: “Dove siete stata e perché avete la veste sporca?”. La Madonna, racconta Padre Paolo, che spesso si reca alla vecchia chiesa Madre per stare vicino al Figlio Crocifisso che li risiede (ritorna anche qua la storia della Madre che va a trovare il Figlio: lu ncontru). Da questo racconto scaturisce il nucleo centrale della festa così come l’abbiamo oggi.

Dedalo Festival a Caltabellotta 06 / 09 agosto

Rassegna e seminari per musica e arte invisibile per la valorizzazione e la promozione del territorio. Attualità, laboratori, pittura, scultura, teatro, libri, musica.

Presepe Vivente di Caltabellotta dicembre / gennaio

Presepe Vivente di Caltabellotta a Caltabellotta, da parecchi anni a Caltabellotta, in provincia di Agrigento, si ripete un avvenimento che affascina e richiama per la voglia d’immergersi nelle atmosfere create dalla natura, prima che degli organizzatori e dalle scenografie. Natività, luci, musiche, sapori: in luoghi di incomparabile bellezza le rocce e le antiche stradine proiettano il visitatore nell'alba dei tempi e i sapori e gli odori accompagnano e scandiscono il ritmo della vita da oltre 2000 anni.
Caltabellotta è un presepe e, in particolare, sono fatte a presepe le vie strette e tortuose del Quartiere dellaPietà, quelle che salgono, abbarbicandosi verso la chiesetta bizantina, un’improbabile costruzione che sembra più una capanna che un luogo di culto, le vie che arrivano alle grotte di San Cono, dove si colloca la natività, in un’ambientazione che richiama la Stalla di Betlemme. Un’atmosfera gioiosa accompagna i visitatori accolti dalle luci, dalle nenie tradizionali delle zampogne e dalle musiche natalizie. I fuochi, le capanne, gli animali, le scene degli antichi mestieri e, qualche volta, una spruzzata di neve,
Lungo il percorso si potrà approfittare delle gustose degustazioni di prodotti locali, ascoltando dal vivo i canti natalizi.

Olio Folk Fest a Caltabellotta ottobre

Olio Folk Fest a Caltabellotta, l’eccellenza dell’olio di oliva della cultivar Biancolilla protagonista a Caltabellotta, volta a valorizzare l’olio extra vergine di oliva con degustazioni di prodotti tipici del territorio, passeggiate guidate negli oliveti e nei frantoi, cooking show, stand, sflilata per le vie del paese.
Nel corso della manifestazione, i partecipanti potranno visitare i frantoi e comprenderne i vari processi per la realizzazione dell’olio autoctono. Percorsi creativi e del gusto, atti a valorizzare le potenzialità del territorio in cui gli artisti si collegheranno al trionfo dei sapori e degli odori dei prodotti locali.
Caltabellòtta comune del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, 949 m s.m.,
patrono San Pellegrino 18 agosto
nella parte più alta del paese sorge l'eremo di San Pellegrino, edificato nel Seicento
Appunti di viaggio, l'accoglienza, dove mangiare, lasciate un messaggio
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