Canicatti feste, sagre mercatini e rievocazioni storiche - Feste e Sagre in Sicilia

Feste e sagre in Sicilia

Benvenuti su "Feste e Sagre in Sicilia", la vostra guida per scoprire le tradizioni popolari dell'isola. Troverete una vasta selezione di feste, sagre, eventi che animano la
Sicilia durante tutto l'anno. Antiche usanze, celebrazioni moderne, in un viaggio attraverso le coinvolgenti manifestazioni della cultura siciliana.


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Canicattì feste, sagre ed eventi

Canicatti feste, sagre ed eventi, per chi ama scoprire il territorio, le manifestazioni tradizionali, sono legate ai prodotti della terra, alla cultura ed alla musica popolare, alla fede ai lavori artigianali, un appuntamento folcloristico stimolante, soprattutto se si tratta di manifestazioni legate alle stagioni dell’agricoltura, ai prodotti tipici, alle radici più caratteristiche della cultura contadina, rievocazioni storiche che si tengono annualmente, dedicate alla valorizzazione e conservazione, delle tradizioni.

Ogni Comune ogni Paese ha le proprie specialità, eventi popolari legati alla religiosità, celebrazioni hanno l'apice nella processione in onore del beato con la partecipazione dei dei fedeli, si avrà la possibilità di conoscere le prelibatezze del paese, i suoi prodotti tipici offerti in degustazioni, l'artigianato locale, conoscere la cucina locale, si potrà approfittare per una visita in una cantina vinicola, godere delle bellezze naturali, le mostre.
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Festa di Li Tri Re a Canicattì 06 gennaio

La festa di "Li Tri Re", è il riferimento ai Tre Re Magi che vennero dall'Oriente per visitare Gesù a Betlemme, seguendo la scia della Stella Cometa. La festa nacque nel 1870 per iniziativa del maniscalco Luigi Antinoro che ebbe l'idea di creare una grande festa per celebrare i Magi e a tale scopo fondò un comitato presso la chiesa del Santo Spirito.
La rappresentazione si svolge il 6 Gennaio, Giorno dell'Epifania. Al mattino il Quartiere Borgalino è il primo a svegliarsi con il suono soave delle cornamuse (Ciaramedde) che attraversano il paese. La rappresentazione ha inizio nel pomeriggio, in sella ai loro cavalli Li Tri Re partono dalle chiese di San Francesco, Santa Lucia e San Domenico, anticipati da zampognari (ciaramiddrara) scudieri e soldati in foggia orientale, che convergono tutti in Piazza Roma. I Magi, vanno diretti alla grotta di Betlemme, dalla fittizia reggia di Erode ricostruita su un palco in Piazza IV Novembre, tornano in Piazza Roma, dove svetta la Stella Cometa che segnala la presenza del Presepe, posto nel sagrato della Chiesa Spirito Santo. "Li Tri Re" si prostrano innanzi alla figura di Gesù Bambino, offrendo i loro doni: oro, incenso e mirra. Nel ritorno compare il personaggio dell'Angelo alato dalla spada sguainata che li mette a guardia da Erode, per poi recarsi da Giuseppe e riferire sulla strage degli innocenti. Segue la rievocazione drammatizzata della Fuga in Egitto con Giuseppe e Maria sull'asino con il Bambinello in braccio, l'accompagnamento musicale delle zampogne e l'allegro squillo delle campane.

E' una sceneggiata popolare, basata sull'arte della mimica, che riproduce la vita pastorale e il lavoro nei campi. Al centro della rappresentazione c’è il momento della transumanza, per questo la messinscena prende il via dalla parte più alta del paese (la Chiesa Matrice) per concludersi “a valle”, in piazza San Carlo. Il protagonista dei numerosi episodi che scandiscono la rappresentazione è Nardu, che incarna la semplicità, spesso intesa come ingenuità. Particolare rilevanza nella sceneggiata ha il momento della preparazione della cena con il piatto tipico della pastorale, la pasta con ricotta (celebrato inoltre nel corso della sagra che conclude la giornata), servita in un unico recipiente, ‘a maiddra, dal quale tutti si servono. Al termine di questa parte “laica” della pastorale, il finale assume invece una connotazione religiosa legata alla festività dell’Epifania: una stella guida un angelo seguito da tre cavalieri che rappresentano i tre re magi e si ferma davanti alla grotta che ospita la sacra famiglia, dove per primo, e inconsapevolmente, arriva proprio Nardu.

la Settimana Santa  Canicattinese

Il Venerdì Santo si commemorano sia la passione che la crocifissione di Gesù Cristo, dalla chiesa di San Diego parte la statua di Cristo, la processione una volta la processione era un evento solenne e particolarmente amato dalla comunità, e suscitava aspre contese anche in seno alle confraternite, oggi la processione della scinnenza è molto ordinata; i vari gruppi parrocchiali, le congregazioni religiose e gli ordini conventuali sfilano in adorazione innanzi all’imponente simulacro di Cristo con la croce in spalla. Dietro procede la gente e la banda che intona marce d’ispirazione funebre. Protagonisti di un tempo erano li lamentatura, per la morte di Cristo.
Li lamentatura danno il meglio di sé giunti a Piazza IV Novembre, punto dove s’incontrano i simulacri di Cristo, della Madonna, di San Giovanni Apostolo e di Maria Maddalena. Al calar delle tenebre è il momento della scinnenza vera e propria, letteralmente la “discesa”, cioè la “deposizione” di Cristo dalla croce. La processione, accompagnata dalle marce funebri della banda musicale e dal clamore della folla, giunge finalmente al Calvario. Due sacerdoti salgono le scale che portano al Cristo crocifisso intonando dei salmi e accingendosi a liberare il simulacro dai chiodi che lo tengono e a deporlo.
La processione riprende al seguito dell’urna di Cristo e le altre tre statue dell’Addolorata, della Maddalena e di San Giovanni. In sottofondo le musiche solenni e lugubri della banda e le litanie funebri dei lamentatura che perdurano fino alla mezzanotte, l’ora che conclude le cerimonie del Venerdì Santo con la spartenza, cioè la separazione. La processione torna al punto in cui aveva avuto inizio, innanzi alla Chiesa di San Diego.
Qui l’urna di Cristo, e i simulacri della Madonna, di San Giovanni Apostolo e della Maddalena sono trasportati verso l’ingresso della chiesa di San Diego, dove avanzano e tornano indietro più volte, a significare la volontà dei vari protagonisti del dramma della passione di non separarsi.
È il doloroso distacco, l’elaborazione di un lutto espressa in maniera simbolica e molto pregnante. Alla fine l’urna del Cristo rientra nella chiesa insieme al simulacro di Maria Addolorata, ancora una volta i due non riescono a separarsi, e vengono così sballottati avanti e indietro.
A conclusione della lunga giornata della scinnenza le varie statue riccamente addobbate e vestite tornano nelle loro chiese dove resteranno per un altro anno, fino alla prossima processione.
Il simulacro della Madonna rientra così nella chiesa di San Biagio, quello di San Giovanni alla chiesa dello Spirito Santo e Maria Maddalena alla chiesa del Redentore.
Collegato alle cerimonie del Venerdì Santo è la rappresentazione del mortorio.
Un tempo per il mortorio si rappresentava un lunghissimo dramma in versi in tre atti.
Sabato Santo è il giorno della Resurrezione, si celebra nelle ore notturne; tuttavia prima di allora si celebrava il Sabato mattina.

Uva Fest a Canicattì novembre

"Uva Fest" a Canicattì - Sagra dell'Uva Italia, torna la tradizionale manifestazione autunnale dedicata al Vino, all'uva ed all'agricoltura. La manifestazione porta in piazza le eccellenze della produzione agricola del comprensorio, i produttori locali promuoveranno la protagonista della kermesse: l'Uva Bianca da tavola della varietà "Italia". Degustazioni, sfilate di carretti siciliani e musiche della tradizione siciliana.
Canicattì comune nel Libero Consorzio Comunale di Agrigento, 465 m s.m.,
patrono San Diego ultima domenica di agosto
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