Maniace feste, sagre mercatini e rievocazioni storiche - Feste e Sagre in Sicilia

Feste e sagre in Sicilia

Benvenuti su "Feste e Sagre in Sicilia", la vostra guida per scoprire le tradizioni popolari dell'isola. Troverete una vasta selezione di feste, sagre, eventi che animano la
Sicilia durante tutto l'anno. Antiche usanze, celebrazioni moderne, in un viaggio attraverso le coinvolgenti manifestazioni della cultura siciliana.


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Maniace feste, sagre, manifestazioni popolari ed altri eventi

Maniace feste, sagre ed eventi, la festa del Santo Patrono. Per chi ama scoprire il territorio, le manifestazioni tradizionali, sono legate ai prodotti della terra, alla cultura ed alla musica popolare, alla fede ai lavori artigianali,  un appuntamento agrituristico stimolante, soprattutto se si tratta di manifestazioni legate alle stagioni dell’agricoltura, ai prodotti tipici, alle radici più caratteristiche della cultura contadina, rievocazioni storiche che si tengono annualmente, dedicate alla valorizzazione e conservazione, delle tradizioni.
Maniace comune della Città Metropolitana di Catania, 787 m s.m.,
patrono san Sebastiano 20 gennaio
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Maniace 20 gennaio Festa di San Sebastiano

Festeggiamenti in onore del patrono il fercolo che, portato in spalla dai nudi, compie veloci evoluzioni prima all'interno della Matrice, poi attorno alla croce celtica in pietra lavica nel cortile del Castello e infine si lancia in una corsa per le tante borgate del paese, fermandosi in particolare davanti alle case degli ammalati. Per ricordare come il cavaliere romano diventato Santo, in vita avesse scelto la missione di portare consolazione ai derelitti 20 gennaio / 27 gennaio

La festa vera e propria comincia la vigilia del 20 gennaio, con i vespri. Il simulacro del santo viene allora accompagnato fino alla chiesa del castello da una lunga processione che parte da contrada Margherito. In chiesa, quindi, si cantano i "vespri" e si benedicono i "panuzzi" di S. Sebastiano, che vengono distribuiti poi ai fedeli. La mattina del 20, nella chiesa Santa Maria si raccolgono tutti i maniacesi . Subito dopo la messa la statua del Santo viene trasportato di corsa dall’altare al fondo e viceversa e, prima dell’uscita dal castello, fatta girare per tre volte intorno alla grande croce celtica del cortile, monumento a Nelson, "l’eroe immortale del Nilo".
Quindi, ha inizio la processione vera e propria, lunga e faticosa. Portato a spalla dai "Nudi", i devoti vestiti di bianco e scalzi, che in tempi passati compivano il tragitto col Santo in spalla tra fango, neve e sassi, San Sebastiano farà il giro di tutte le borgate, anche delle più lontane per chilometri e chilometri.
Le origini della festa di Tortorici, da cui si origina anche quella di Maniace, si fanno risalire al cosiddetto (diluviu), la disastrosa alluvione che nel 1682 devastò il paese. Secondo la tradizione, durante la tempesta la campana maggiore della chiesa di Santa Maria di Maniace precipitò con tutto il campanile, fu trascinata dalla corrente e scomparve nel fango. Qualche tempo dopo, dice ancora la tradizione, in paese arrivarono due pellegrini che a Roma, dove San Sebastiano era stato martirizzato e sepolto, avevano rubato due reliquie del martire e che quando cercarono di allontanarsi da Tortorici, al Torrente Calagni furono impediti nel cammino da una forza misteriosa.
Accorse gente e i due confessarono allora di avere addosso le reliquie del Santo mentre nel greto del Torrente si Apriva una voragine ed appariva la grande campana scomparsa. Da quel momento San Sebastiano divenne il patrono di Tortorici e fino al Torrente Calagni, in uno dei giorni della festa, si spinge ancora la processione dei “Nudi”, con il fercolo in spalla per ricordare quell’avvenimento. Una settimana prima della festa si svolge “a bura” il falò di inflorescenze di anpelodesmo sulle cui fiamme i giovani saltano spargendo brace dovunque mentre la domenica precedente ha luogo la “festa d’u dauru”, dell’alloro, con i Tortoriciani che scendono dalle loro case sui monti e fra i boschi recando lunghi rami dell’albero sacro ”a sam-Mastianuzzu” o di “darifogghiu”, l’agrifoglio guarniti di nastri.
Seguono quindi altre manifestazioni come la “fuitina della vara” che ricorda forse l’episodio dei due ladri di reliquie, la benedizione dei ”panitti” e i “vesturi” finché si arriva al giorno della festa e alle celebrazioni solenni in chiesa. Qui, davanti al fercolo attorniato da un nuvolo di bambini vestiti di bianco, è condotto un vitello promesso in voto pieno di nastri variopinti e di bende, che viene fatto inginocchiare davanti al Santo e restando da quel momento “di sua proprietà”. Quindi, verso mezzogiorno, ha inizio la grande processione della vara di San Sebastiano fino al Torrente Calagni e poi di casa in casa per la questua, fino al crepuscolo.
A sera il fercolo viene portato nella chiesa di S. Nicolò e li lasciato fino all’ottava, la domenica più vicina al 27-28 gennaio, quando sarà riportato fuori per la questua nei quartieri alti. La festa si considera quindi conclusa il Lunedì successivo all’ottava, con una messa di ringraziamento nella chiesetta di San Emerenziana, prima che il fercolo faccia ritorno alla chiesa madre.

Maniace Sagra delle Pesche e delle Pere agosto

Sagra delle Pesche e delle Pere aManiace  
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