Catania feste, sagre ed eventi
Catania feste, sagre ed eventi, la festa del Santo Patrono. Per chi ama scoprire il territorio, le manifestazioni tradizionali, sono legate ai prodotti della terra, alla cultura ed alla musica popolare, alla fede ai lavori artigianali, un appuntamento agrituristico stimolante, soprattutto se si tratta di manifestazioni legate alle stagioni dell’agricoltura, ai prodotti tipici, alle radici più caratteristiche della cultura contadina, rievocazioni storiche che si tengono annualmente, dedicate alla valorizzazione e conservazione, delle tradizioni.
Catània capoluogo della Città Metropolitana omonima, 7 m s.m.,
patrono Sant’ Agata 3-5 febbraio,
la città, venne ricostruita nel Settecento ad opera dell'architetto Giovanni Battista Vaccarini, si evidenzia per i suoi edifici barocchi, che sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO,
in occasione della Festa di Sant'Agata, patrona della città, si svolgono due solenni processioni in cui il busto in argento della santa, contenente le sacre reliquie e preziosamente addobbato, viene accompagnato da una folla di devoti, con indosso il tradizionale abito bianco, detto “sacco”
e da undici candelore che rappresentano le corporazioni di mestiere della città, enormi ceri di legno intagliato e dorato, arricchiti da statuine che raffigurano il martirio della santa
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La festa di Sant' Agata, patrona di Catania 3 al 5 febbraio a Catania
La festa di Sant' Agata, patrona di Catania 3 al 5 febbraio a Catania, una festa che si svolge, in tre giorni di culto, devozione, folclore, tradizioni. Tradizionale Fiera di S. Agata. Le origini della venerazione di sant'Agata si fanno risalire all'anno seguente il martirio, ovvero al 252. Il popolo nutrì subito una grande devozione per la vergine Agata che si era votata al martirio pur di difendere il suo onore e per non abiurare alla sua fede. I catanesi furono orgogliosi di questa giovane che si rivoltò contro il volere del proconsole romano. In questo si dovette innestare l'odio per l'oppressore straniero.
LA PROCESSIONE
Il primo giorno è riservato all’offerta delle candele. Una suggestiva usanza popolare vuole che i ceri donati siano alti o pesanti quanto la persona che chiede la protezione. Alla processione per la raccolta della cera, un breve giro dalla fornace alla cattedrale, partecipano le maggiori autorità religiose, civili e militari. Due carrozze settecentesche, che un tempo appartenevano al senato che governava la città, e undici "candelore", grossi ceri rappresentativi delle corporazioni o dei mestieri, vengono portate in corteo. Questa prima giornata di festa si conclude in serata cori un grandioso spettacolo di giochi pirotecnici in piazza Duomo. I fuochi artificiali durante la festa di sant’Agata, oltre a esprimere la grande gioia dei fedeli, assumono un significato particolare, perché ricordano che la patrona, martirizzata sulla brace, vigila sempre sul fuoco dell’Etna e di tutti gli incendi.
Il 4 febbraio è il giorno più emozionante, perché segna il primo incontro della città con la santa Patrona. Già dalle prime ore dell’alba le strade della città si popolano di "cittadini ". Sono devoti che indossano il tradizionale "sacco" (un camice votivo di tela bianca lungo fino alla caviglia e stretto in vita da un cordoncino), un berretto di velluto nero, guanti bianchi e sventolano un fazzoletto anch’esso bianco stirato a fitte pieghe. Rappresenta l’abbigliamento notturno che i catanesi indossavano quando, nel lontano 1126, corsero incontro alle reliquie che Gisliberto e Goselmo riportarono da Costantinopoli. Ma l’originario camice da notte, nei secoli, si è arricchito anche del significato di veste penitenziale: secondo alcuni l’abito di tela bianca è la rivisitazione di una veste liturgica, il berretto nero ricorderebbe la cenere di cui si cospargevano il capo i penitenti e il cordoncino in vita rappresenterebbe il cilicio. Tre differenti chiavi, ognuna custodita da una persona diversa, sono necessarie per aprire il cancello di ferro che protegge le reliquie in cattedrale: una la custodisce il tesoriere, la seconda il cerimoniere, la terza il priore del capitolo della cattedrale. Quando la terza chiave toglie l’ultima mandata al cancello della cameretta in cui è custodito il Busto, e il sacello viene aperto, il viso sorridente e sereno di sant’Agata si affaccia dalla cameretta nel crescente tripudio dei fedeli impazienti di rivederla. Luccicante di oro e di gemme preziose, il busto di sant’Agata viene issato sul fercolo d’argento rinascimentale, foderato di velluto rosso, il colore del sangue del martirio, ma anche il colore dei re. Prima di lasciare la cattedrale per la tradizionale processione lungo le vie della città, Catania dà il benvenuto alla sua patrona con la solenne "Messa dell'Aurora", celebrata da S.E. Mons. Arcivescovo. Tra i fragori degli spari a festa, il fercolo viene caricato del prezioso scrigno con le reliquie e portato in processione per la città.
Il "giro", la processione del giorno 4, dura l’intera giornata. Il fercolo attraversa i luoghi del martirio e ripercorre le vicende della storia della "santuzza ", che si intrecciano con quella della città: il duomo, i luoghi del martirio, percorsi in fretta, senza soste, quasi a evitare alla santa il rinnovarsi del triste ricordo. Una sosta viene fatta anche alla "marina" da cui i catanesi, addolorati e inermi, videro partire le reliquie della santa per Costantinopoli. Poi una sosta alla colonna della peste, che ricorda il miracolo compiuto da sant’Agata nel 1743, quando la città fu risparmiata dall’epidemia. I "cittadini" guidano il fercolo tra la folla che si accalca lungo le strade e nelle piazze. In quattromila o cinquemila trainano la pesante macchina. Tutti rigorosamente indossano il sacco votivo e a piccoli passi, tra la folla, trascinano il fercolo che, vuoto, pesa 17 quintali, ma, appesantito di Scrigno, Busto e carico di cera, può pesare fino a 30 quintali. A ritmo cadenzato e agitando bianchi fazzoletti, gridano: "cittadini, cittadini, semu tutti devoti tutti, cittadini, viva sant’Agata", un'osanna che significa anche: "sant’Agata è viva " in mezzo alla folla. Il "giro" si conclude a notte fonda quando il fercolo ritorna in cattedrale.
Sul fercolo del 5 febbraio, i garofani rossi del giorno precedente (simboleggianti il martirio), vengono sostituiti da quelli bianchi (che rappresentano la purezza). Nella tarda mattinata, in cattedrale viene celebrato il pontificale. AI tramonto ha inizio la seconda parte della processione che si snoda per le vie del centro di Catania, attraversando anche il "Borgo", il quartiere che accolse i profughi da Misterbianco dopo l’eruzione del 1669. Il momento più atteso è il passaggio per la via di San Giuliano, che per la pendenza è il punto più pericoloso di tutta la processione. Esso rappresenta una prova di coraggio per i "cittadini", ma è interpretato anche - a seconda di come viene superato l’ "ostacolo" - come un segno celeste di buono o cattivo auspicio per l’intero anno. All'alba del giorno 6, il Fercolo con le reliquie giunge in via Crociferi. E' il momento in cui la Santa saluta la città prima della conclusione dei festeggiamenti. Per tutta la notte, migliaia di cittadini in camice bianco sfidano il freddo della notte, gridando "Viva Sant'Agata", in un momento denso di magia e spiritualità. A questo punto, mentre improvvisamente l'atmosfera si fa silenziosa, si eleva il canto angelico delle monache di clausura. A notte fonda i fuochi artificiali segnano la chiusura dei festeggiamenti.
Il fercolo, raffinata opera d’argenteria impiegata per portare in processione le sacre Reliquie della Martire catanese attraverso le vie cittadine nei giorni delle festività agatine. Nel 1519 iniziò l’opera Vincenzo Archifel arricchita poi da ornamenti dal figlio Antonio; nel corso dei secoli venne abbellita di nuovi addobbi: i marchi e le sigle sulle parti argentee testimoniano come nel tempo diverse maestranze, soprattutto catanesi e messinesi, si sono avvicendate nella realizzazione dell’opera che nel corso dei secoli ha subito diverse trasformazioni e danneggiamenti ultimo dei quali in seguito ai bombardamenti del secondo conflitto mondiale che ne ha determinato il totale rifacimento. Nello zoccolo in basso diverse formelle illustrano scene della vita, del martirio della Santa e del rientro a Catania delle reliquie da Costantinopoli; in alto a coronamento della copertura, circondata da statuette a tutto tondo raffiguranti i 12 apostoli, simboli legati a Sant’Agata e al suo martirio quali una corona un giglio e una palma.
LE CANDELORE
La festa di sant’Agata è inscindibile dalla tradizionale sfilata delle "candelore", enormi ceri rivestiti con decorazioni artigianali, puttini in legno dorato, santi e scene del martirio, fiori e bandiere. Le candelore precedono il fercolo in processione, perché un tempo, quando mancava l’illuminazione elettrica, avevano la funzione di illuminare il passo ai partecipanti alla processione. Sono portate a spalla da un numero di portatori che, a seconda del peso del cero, può variare da 4 a 12 uomini. I maestri orafi del Trecento avevano realizzato il Busto di sant’Agata, un capolavoro d’arte raffinato e prezioso. Ma il popolo, da sempre vicino alla patrona, ha voluto essere presente nella festa con creazioni proprie, opere di fattura artigianale che rappresentassero, inoltre, associazioni di varie categorie di lavoratori. Ognuna delle 11 candelore possiede una precisa identità. Sulle spalle dei portatori, essa si anima e vive la propria unicità, che si compone di diversi elementi: la forma che caratterizza il cero, l’andatura e il tipo di ondeggiamento che gli viene dato, la scelta di una marcia come sottofondo musicale.
Le candelore sfilano sempre nello stesso ordine. Ad aprire la processione è il piccolo cero di monsignor Ventimiglia. Il primo grande cero rappresenta gli abitanti del quartiere di San Giuseppe La Rena e fu realizzato all’ inizio dell’Ottocento. E’ seguito da quello dei giardinieri e dei fiorai, in stile gotico-veneziano. Il terzo in ordine di uscita è quello dei pescivendoli, in stile tardo-barocco con fregi santi e piccoli pesci. Il suo passo inconfondibile ha fatto guadagnare alla candelora il soprannome di "bersagliera". Il cero che segue è quello dei fruttivendoli, che invece ha passo elegante ed è dunque chiamato la "signorina". Quello dei macellai è una torre a quattro ordini. La candelora dei pastai è un semplice candeliere settecentesco senza scenografie. La candelora dei pizzicagnoli e dei bettolieri è in stile liberty, quella dei panettieri è la più pesante di tutte, ornata con grandi angeli, e per la sua cadenza è chiamata la "mamma". Chiude la processione la candelora del circolo cittadino di sant’Agata che fu introdotta dal cardinale Dusmet. In passato le candelore sono state anche più numerose: esistevano quelle dei calzolai, dei confettieri, dei muratori, fino a raggiungere in alcuni periodi il numero di 28.
I dodici cerei hanno una posizione ben codificata nell'ordine da tenere nel corso della processione alla quale partecipano:
Le candelore in via Etnea il giorno 3 precedono la processione per l'Offerta della cera a sant'Agata 1.Cereo di Monsignor Ventimiglia o di sant'Aita. È il più piccolo e fu donato nel 1766 da Monsignor Salvatore Ventimiglia allora arcivescovo di Catania.
2.Cereo dei rinoti Questa è la prima delle grandi cannalore in processione, essendo la più antica, ed è costruita in stile barocco.
3.Cereo dei giardinera (ortofloricoltori) costruito in stile gotico, è sormontato da una corona ed è per questo motivo che è soprannominato la regina delle cannalore.
4.Cereo dei pisciari (pescivendoli), in stile rococò, detta anche "a bersagliera", si distingue per una corona floreale, pendente dagli altorilievi del secondo ordine, che conferisce una sensazione di movimento durante le evoluzioni dell'annacata.
5.Cereo dei fruttaiola (fruttivendoli), detto 'a signurina (la signorina) per la sua semplice bellezza. Si distingue per essere realizzato su di una base costituita da quattro cigni.
6.Cereo dei chiancheri (macellai), poggia su di una base costituita da quattro leoni ed ha, nella parte alta, una statua di San Sebastiano patrono della corporazione.
7.Cereo dei pastari (produttori di pasta), è l'unico che ha tuttora il candelone centrale in cera, le altre candelore hanno un cereo in plastica (l'ultima candelora che effettuò il cambio fu quella dei fruttivendoli, il vecchio cereo è visibile nella cappella dell'addolorata nella parte destra della basilica cattedrale di Catania, vicino alla cappella di Sant'Agata, risale ai primi anni del settecento ed è costruito in stile barocco).
8.Cereo dei pizzicagnoli (venditori di pezzi di formaggio); è costruito in stile art nouveau o liberty ed è realizzato su di una base costituita da quattro cariatidi.
9.Cereo dei putiari (bettolieri), è realizzato in stile impero ed è costruito su una base rappresentata da quattro leoni e da quattro aquile. È il secondo più pesandte dopo quello dei panificatori ed è portato da 10 persone.
10.Cereo dei pannitteri (panificatori) è il più grande e pesante di tutti ed è trasportato da ben 12 portatori o vastasi. La prima sua costruzione risale al XVIII secolo ed è costruito su di una base costituita da quattro statue di Atlante.
11.Cereo del Circolo sant'Agata, è il meno anziano degli undici ed è realizzato in stile neoclassico. In esso sono raffigurati, oltre a sant'Agata, l'altro martire catanese sant'Euplio, è il meno pesante tra i ceri grandi.
12.Cereo del Villaggio Sant'Agata È il più nuovo dei ceri grandi, voluto dal sig. Salvatore Russo ed inaugurato nel 2010, ha ricevuto il benestare dal comitato dei festeggiamenti per partecipare alle processioni dei tre giorni nel 2012 e il 3 febbraio 2012 ha fatto la sua prima uscita in occasione dell'offerta della cera.
Solennità della Pasqua, San Gregorio di Catania
Solennità della Pasqua e festeggiamenti del patrono San Gregorio Magno - “CORTEO STORICO” “Sagra delle delizie” e “Mercato dei prodotti artigianali". abato 3 aprile inaugurazione Fiera delle delizie e Mercato dell’artigianato - Veglia Pasquale.
Domenica 4 aprile funzioni della Santa Pasqua, manifestazioni culturali e ricreative, Processione del Santo Patrono San Gregorio Magno. Lunedì 5 aprile tradizionale “Fera do’ luni” la mattina ed il Corteo Storico il pomeriggio. Martedì 6 aprile "Giornata della devozione cittadina”. 03 aprile / 06 aprile
Marranzano Festival a Catania
Marranzano World Festival novembre a Catania, mostra di strumenti musicali, stage, incontri, concerti.
Festa di San Cono mese diMaggio a Catania
Festa di San Cono mese diMaggio a San Cono si svolgono i festeggiamenti in onore del patrono. Nella domenica, in mattinata il simulacro del Santo viene portato dalla sua Chiesa alla Matrice; la sera, la vara viene prima deposta davanti alla Chiesa, dove vengono raccolte le offerte dei fedeli, che vengono gridate a gan voce insieme ai nomi degli offerenti; il popolo risponde con il grido caratteristico "Viva Diu e Santu Conu".
Al termine della raccolta, il simulacro viene portato a spalla per le vie del paese, con il suo caratteristico incedere che è più una corsa del Santo. La processione si protrae per tutta la notte, continuando a raccogliere le offerte dei fedeli al grido 'Viva Diu e Santu Conu', interrotta solo per una pausa di preghiere e canti e, a mezzanotte, per lo sparo di fuochi artificiali. Seconda domenica Maggio
San Cono
Mercatino delle pulci a Catania
Mercatino delle pulci - Tutte le domeniche mattina, si tiene il mercatino delle pulci, dove si possono trovare mobili antichi e oggetti d'epoca o di modernariato. Tutte le domeniche mattina
Catania Jazz
Catania Jazz i concerti si svolgeranno presso: Hotel Sheraton
Aci Castello
via Antonello da Messina 45
info@cataniajazz.it
Festa di Santa Maria della Stella 08 settembre a Catania
Festa della patrona Santa Maria della Stella
Bellini Festival a Catania
- Il Bellini Festival, rappresentazioni operistiche e concerti con artisti di fama internazionale, ma anche mostre, dibattiti, conferenze www.bellinifestival.org settembre
Festa estiva di Sant'Agata 12 agosto / 17 agosto a Catania
Festa estiva di Sant'Agata, celebrazioni Estive di Sant'Agata. Commemorazione della Traslazione delle Reliquie della Santa patrona, da Costantinopoli a Catania.
Appunti di viaggio, l'accoglienza, dove mangiare, lasciate un messaggio
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