Giuseppe Borgese di Polizzi Generosa, la strada degli scrittori - La strada ed i parchi letterari degli scrittori in Sicilia

La Strada degli Scrittori in Sicilia

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Giuseppe Antonio Borgese a Polizzi Generosa ed i parchi letterari

Giuseppe Antonio Borgese nacque a Polizzi Generosa centro montano in provincia di Palermo,  Calinni nel romanzo" Rubè" nel novembred el 1882 e morì a Fiesole nel1952. Sulla sua lapide è scolpito:

A GIUSEPPE ANTONIO BORGESE POETA, NARRATORE, CRITICO E POLITICO CHE VOLLE L'UNITA' DELL'ARTE E DEL MONDO

Fin dall'infanzia è stato affascinato dai posti e luoghi che lo videro crescere come uomo nello spirito letterario. Cresciuto tra le montagne della sua piccola cittadina, la sua formazione culturale e letteraria  avenne appunto tra austerità e severità dell'esistefiza e la ricca biblioteca paterna che gli offrì l'opportunità di consultarei classici della letteratura italiana. Autore eclettico, versatile, moderno, veramente cittadino del mondo, forte delle proprie idee tanto da non piegarsi a nessuna imposizione divienei il veicolo di trasmissione di un'immagine non solo dei luoghi, ma anche del carattere di chi vi abita.  

A Palermo  nel 1900 ebbe modo di seguire I 'Università alla Facoltà di Lettere approfondendo le tradizioni popolari. E' in questo periodo che dà vita alla rivistina goliardica "La Scintilla". Comincia la sua vena di scrittore ed infaui elabora il saggio "GIGANTI E SERPENTI" che gli fu pubblicato dal Pitrè ed inoltre collabora al palermitano "Archivio per lo studio delle tradizioni popolari" sempre del Pitrè.

L'anno successivo lo vediamo trasferito a Firenze dove frequenta l'Istituto di Studi Superiori, nello stesso Istituto si laurea con una tesi discussa con il Mazzoni sulla "STORIA DELLA CRITICA ROMANTICA IN ITALIA", che anche questa volta piacque e gli fu pubblicata dal Croce.

Polizzi Generosa comune nella , 920 m s.m., patrono San Gandolfo terza domenica di settembre
centro situato nell'alto bacino del fiume Imera Settentrionale è compreso nel

Definita da alcuni la città dell’arte, visto che il nucleo storico di Polizzi Generosa è uno scrigno di chiese, monasteri, anche per la sua posizione strategica, punto di confluenza delle regie trazzere.
Gironzolando per le sue strette ed impervie vie ad ogni angolo si incontrano chiese a volte semplici ed a volte fastose, palazzi riccamente adornati, vecchie e semplici casette, corti e bagli, piccoli negozi di artigianato, un paio di musei.

Il centro cittadino si sviluppa lungo il Corso Garibaldi, che unisce la piazza principale, alla piazza Santissima Trinità. La Piazza è sede della Chiesa Santa Maria Lo Piano candidata ad essere censita come luogo del cuore dal FAI, Polizzi ospitava tanti ordini religiosi e infatti ci sono ancora tante chiese di cui però la maggior parte sono ormai chiuse al pubblico. Da non perdere la visita alla Chiesa Madre che custodisce un meraviglioso trittico fiammingo .

La Chiesa Madre, intitolata a Santa Maria Assunta, al suo interno opere d’arte pregevoli, tra le quali un grande trittico ritenuto il più bel quadro fiammingo di Sicilia, e il sarcofago marmoreo realizzato nel 1482 da Domenico Gagini per accogliere le spoglie di San Gandolfo, protettore di Polizzi, morto qui nel 1260.
Nei pressi della chiesa si trova il Palazzo Gagliardo, dimora storica siciliana del ‘500, un vero gioiello architettonico, dove sembra soggiornò anche l’Imperatore Carlo V. Il Palazzo Carpinello, anticamente sede della Regia Secretia che riscuoteva le imposte che il Parlamento votava a favore del Re, si distingue per la sua lunga facciata dove risaltano due meridiane.
L’antico Collegio dei Gesuiti ospita il Comune di Polizzi Generosa, la Biblioteca e il Museo Civico Archeologico e si erge con la sua imponente architettura accanto alla Chiesa di San Girolamo, dalla bella facciata barocca e dalla pianta ellittica, realizzata alla fine del ‘600 dall’architetto gesuita fra’ Angelo Italia.

Oltre le 21 chiese, tra cui Santa Margherita, Santa Maria delle Grazie, Carmine, chiesa Madre, la Commenda, San Gandolfo, San Nicolò de Franchis, Santa Maria degli Schiavi e gli antichi Palazzi nobiliari Caruso-Porcaro, Carpinello e Gagliardo, ci sono i musei ambientalistico ed archeologico, i resti del Castello fortificato da Ruggero il Normanno, la Torre di Leo nel quartiere bizantino e gli Archi, un acquedotto costruito alla fine del 1400.

Il territorio di Polizzi un tempo era molto ricco di acqua e a testimonianza di ciò rimangono gli archi di un acquedotto e soprattutto la presenza di antichi mulini ad acqua, risalenti ad epoca araba, che sorgono tra i noccioleti nella cosiddetta Valle dei Mulini, la flomaria molendinorum a nord di Polizzi.

Fuori dal paese si possono ammirare la chiesa della Commenda dell’Ordine Gerosolomitano, che fu la più ricca del priorato di Messina, l’Eremo di San Gandolfo, importante luogo di culto per tutto il paese, ed antichi torrioni, tra cui la Torre Tonda, un tempo posta a protezione di una vasta tenuta agricola.

Chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, Madonna della Grazia, statua marmorea del 1514 ed il gruppo scultoreo della Natività realizzato da Antonello Gagini del 1526.
Chiesa di San Giuliano è la chiesa dedicata al santo patrono di Pollina.
Torre di Maurolico: parte integrante del sistema difensivo del castello di Pollina. Dal 1548 al 1550 fu utilizzata da Francesco Maurolico quale osservatorio astronomico, il Teatro Pietra Rosa è un teatro all'aperto interamente realizzato in pietra, che si estende ai piedi della Torre.

Festa della Neve" a Polizzi Generosa, luglio. Escursione al nevaio naturale di Fossa della Principessa e preparazione della granita secondo metodi naturali.
L’evento rientrante nell’ambito delle iniziative promosse dallo stesso C.A.I. di Polizzi, avrà come protagonista la neve caduta sulle Madonie durante l’inverno. Secondo un’antica tradizione locale, infatti, i cristalli di ghiaccio si conservano sino ad estate inoltrata, grazie a cavità presenti nel territorio dove la temperatura rimane costante tutto l’anno.  https://www.facebook.com/people/Club-Alpino-italiano-Sezione-di-Polizzi-Generosa/100064842784417/

Sagra delle Nocciole a Polizzi Generosa ad agosto. Caratteristica manifestazione popolare dedicata alle nocciole, tipico prodotto polizzano, con degustazioni di prodotti tipici locali e spettacoli. Settimana del Gusto" Quartieri in festa, concerti, manifestazioni. https://prolocopolizzi.it/
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"La Sicilia è un'isola non abbastanza isola, meno che nazione, più che regione"

Esordisce con questa frase G. A. Borgese in uno dei suoi tanti scritti, mostrando così il rimpianto verso la sua isola. Pur avendo lasciato molto presto le sue montagne, egli ha saputo tuttavia mantenere i legami emotivi e culturali con le sue radici, la qual cosa gli ha consentito la produzione di scritti per i quali è entrato a far parte della storia della letteratura italiana e internazionale.

Il Borgese è legato spiritualmente nell'arco della sua vita a tutta la sua isola natale e lo dimostra nel 1904 quando traduce in siciliano, su invito dell'autore G. d'Annunzio "La figlia di Jorio" e la fa recitare all'attore catanese Govanni Grasso, che in quei tempi era l'attore più drammatico e che D'Annunzio ammirava notevolmente. Questa traduzione fu giudicata ottima non solo appunto dal D'Annunzio, ma anche da critici siciliani quale G. Bartolone che ne scrisse sul "Giornale di Sicilia", e dalla rivista teatrale romana "L'attualità" in cui L. Bellinzoni definì questa traduzione "magistrale", affermando che i suoi versi siciliani "sono talvolta più coloriti ed efficaci di quelli stessi meravigliosi del testo, che Borgese non ha mai tradito, facendone la traduzione letterale in un dialetto che, pur restando pregno dell'acre profumo di zagara che ha l'idioma siculo, riesce comprensibilissimo a tutti coloro i quali non conoscono il siciliano". Inoltre nel 1974 la compagniateatrale di "Rosina Anselmi" con la regia del Di Leo e con gli attori Carlo Mangiù e Angela Leontini, quali protagonisti, ha rappresentato "La Figlia di Jorio" nella traduzione siciliana di G. A. Borgese, riscuotendo vivissimo successo.  

Anche nel Rubè, la sua opera più nota, Borgese si dimostra orgoglioso della sua terra, che qui chiama Calinni, quando accenna all'avvenire economico della Sicilia, afferma:"L'avvenire era della buona terra d'Italia, del lavoro agricolo, non dell'industria metallurgica col ferro pagato a peso d'oro. A Calinni c'erano frutta da marmellata, miele denso d'odori, pomidoro dalla polpa serrata e recisa per la sua stessa abbondanza, come carne di spettacolosi poppanti. Si poteva costituire un consorzio di proprietari per Ia preparazione di conserve in scatola ... ".
Monastero di santa Margherita o Badia Vecchia
L’antico monastero per donne di Santa Margherita è stato fondato dalla regina Elisabetta in contrada San Peri. Nel 1444 le monache benedettine, appartenenti a nobili famiglie polizzane, lasciarono San Peri e si trasferirono in paese. La chiesa venne rifatta nel 1660; quell’attuale risale alla fine del Settecento e ai primi dell’Ottocento come certificano gli stucchi dorati, le decorazioni in stile neoclassico e gli affreschi nella volta a botte. L’interno è formato da un’unica navata. All’ingresso due colonne di stile dorico formano tre archi a tutto sesto, che sorreggono il coro, circoscritto da una ricchissima ed elegante grata di ferro battuto a motivi floreali, con preziosi stalli lignei settecenteschi. Altre opere di interesse sono la statua di S. Margherita in marmo di Domenico Gagini ed il dipinto di S. Benedetto in trono tra i SS. Mauro e Placido di Giuseppe Salerno del 1611. Il monastero oggi non esiste più perché dopo il 1866, con la legge Siccardi, l’ordine religioso venne soppresso.

Museo Archeologico, ha sede nel seicentesco Collegio dei Gesuiti, oggi sede del Palazzo Comunale, Museo Ambientalista Madonita, Museo del Giocattolo Antico
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