Giuseppe Giovanni Battaglia ad Aliminusa ed i parchi letterari
Il Poeta Giuseppe Giovanni Battaglia nasce ad Aliminusa il 24 giugno 1951, muore il 2 novembre 1995 a quarantaquattro anni ad Aliminusa.
Dopo le prime prove, “La Terra Vascia” e “La piccola valle di Alì” si trasferisce a Roma e vi incontra Gaetano Giganti e Pio la Torre protagonisti dell’occupazione delle Terre in Sicilia. Frequenta circoli che gravitano nell’area politica della sinistra e pubblica “Campa padrone che l’erba cresce” (1977) con la presentazione di T. De Mauro.
Torna spesso a Palermo, scrive sulla rivista “Sindacato” diretta da Aurelio Colletta, ed inizia la sua collaborazione con la CGIL a Roma.
Agli inizi degli anni ’80 pubblica la prima edizione de L’Ordine di Viaggio (1982), che raccoglie la sua poesia in dialetto e, contemporaneamente, “avvicinandosi alla lingua” dà alle stampe Luoghi di terra e di cielo.
Per il teatro scrive Alchimia, G III, Tutti ubriachi prima della fine, rappresentati al teatro dell’orologio a Roma.
Chiuso nel 1984, in modo burrascoso, il rapporto con la CGIL torna in Sicilia. È un periodo difficile ma ricco di opere e di incontri. Conosce Michele Perriera e, per la sua scuola di teatro Teatès, scrive Girello e Astorio Imperatore. Pubblica, tutti nel 1986, Genesi e Requiem, I luoghi degli elementi, Sonatine.
Incontra Carla Martinetto, che darà stabilità alla sua vita affettiva, e torna a Roma dove inizia la sua collaborazione con l’Istituto Luce. Sono forse, gli anni più felice della sua vita.
Pubblica Rocciàs (1987), inventario degli strumenti del Padre e della Madre (1987) e la seconda edizione dell’Ordine di viaggio (1988).
Giungono all’inizio degli anni ’90 le prime avvisaglie della malattia che avverte e teme ma che non vorrà mai ammettere.
Riunisce il suo lavoro poetico fino al 1986 in Poesie (1991), pubblica “Il Libro delle variazioni lente” e il “Libro Mistico” (1992).
Ha un rapporto privilegiato e solidale con alcuni pittori ed, insieme ad essi, pubblica “Notte” (1991) con Luigi Granetto e la prefazione di Alessandro Masi “Fantasimà” con Vincenzo Ognibene, “Frainteso a scatto” con Gianfranco Barucchello e una nota di Biancamaria Frabotta. Più antichi sono i rapporti che lo legano a Bruno Caruso e Nicolò D’Alessandro.
Si trasferisce a Torino la Città di Carla ma, finito il suo rapporto con lei ritorna a Palermo.
Torna spesso a Palermo, scrive sulla rivista “Sindacato” diretta da Aurelio Colletta, ed inizia la sua collaborazione con la CGIL a Roma.
Agli inizi degli anni ’80 pubblica la prima edizione de L’Ordine di Viaggio (1982), che raccoglie la sua poesia in dialetto e, contemporaneamente, “avvicinandosi alla lingua” dà alle stampe Luoghi di terra e di cielo.
Per il teatro scrive Alchimia, G III, Tutti ubriachi prima della fine, rappresentati al teatro dell’orologio a Roma.
Chiuso nel 1984, in modo burrascoso, il rapporto con la CGIL torna in Sicilia. È un periodo difficile ma ricco di opere e di incontri. Conosce Michele Perriera e, per la sua scuola di teatro Teatès, scrive Girello e Astorio Imperatore. Pubblica, tutti nel 1986, Genesi e Requiem, I luoghi degli elementi, Sonatine.
Incontra Carla Martinetto, che darà stabilità alla sua vita affettiva, e torna a Roma dove inizia la sua collaborazione con l’Istituto Luce. Sono forse, gli anni più felice della sua vita.
Pubblica Rocciàs (1987), inventario degli strumenti del Padre e della Madre (1987) e la seconda edizione dell’Ordine di viaggio (1988).
Giungono all’inizio degli anni ’90 le prime avvisaglie della malattia che avverte e teme ma che non vorrà mai ammettere.
Riunisce il suo lavoro poetico fino al 1986 in Poesie (1991), pubblica “Il Libro delle variazioni lente” e il “Libro Mistico” (1992).
Ha un rapporto privilegiato e solidale con alcuni pittori ed, insieme ad essi, pubblica “Notte” (1991) con Luigi Granetto e la prefazione di Alessandro Masi “Fantasimà” con Vincenzo Ognibene, “Frainteso a scatto” con Gianfranco Barucchello e una nota di Biancamaria Frabotta. Più antichi sono i rapporti che lo legano a Bruno Caruso e Nicolò D’Alessandro.
Si trasferisce a Torino la Città di Carla ma, finito il suo rapporto con lei ritorna a Palermo.
Alla galleria d’arte moderna di Gallarate è rappresentato “Lo stomaco è arte” (1993), compone “I dodici mesi di canegrate” (1994) pubblicato con altrettante opere di pittori e “La conte delle ore”.
Dall’Aprile 1994 abita a Milano con il pittore Daniele Oppi, alla cascina del Guado lungo il Ticino e il 18 Luglio torna in Sicilia. “Scuvassi un sonu lèggiu un giuccu” e l’inizio del suo ultimo viaggio.
Curiosità
Aliminusa comune della città metropolitana di Palermo, 450 m s.m., patrono Sant’ Anna 26 luglio
centro delle Madonie occidentali,
la chiesa di Sant'Anna è del sec. XIX,
Il Baglio di Aliminusa, (dall'arabo Bahah edificio che contiene il cortile) è orientato verso nord-est, ha pianta rettangolare con corte interna divisa dal palazzo signorile culminante in due torrette e terrazza.
con il progetto delle Case Museo Contadine ad Aliminusa si è inteso recuperare le case contadine, un percorso che porta ovviamente a scoprire e valorizzare le case che sono chiuse da molto tempo e che conservano al loro interno arredi e strumenti dell'epoca,
la Festa di San Giuseppe, è caratterizzata dal tradizionale rituale dei Virgineddi, persone e bambini a cui viene offerto il pranzo organizzato per la festa.
Nel territorio comunale ricade la Riserva naturale orientata Bosco di Favara e Bosco Granza.
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Aliminusa, cosa fare e vedere le principali attrazioni
Con il progetto "Case Museo Contadine", eleggendo Aliminusa "Paese della cultura contadina", individuate le case "tipiche”, adibite ad abitazione dei contadini, realizzate nel periodo tra la nascita del paese, collocata intorno al 600, e gli anni ’50 del secolo scorso, sono messe a disposizione del turista visitatore, hanno la triplice funzione di abitazione, ricovero di animali e conservazione delle provviste.
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