Pier Maria Rosso di San Secondo a Caltanissetta ed i parchi letterari
Pier Maria Rosso di San Secondo a Caltanissetta ed i parchi letterari, nasce il 30 novembre 1887 a Caltanissetta. Figlio del conte Francesco, padrone di alcune miniere del bacino zolfifero ricadenti nel territorio nisseno. Compie i suoi studi nel capoluogo nisseno, dove consegue la maturità classica presso il liceo classico “Ruggero Settimo”, che si trovava presso l’attuale Collegio dei Gesuiti. La sua casa natale si trova nel Quartiere di Santa Lucia (oggi Sant’Agata) poco più avanti, nella parte finale della strada che conduce al mercato Strata a’Foglia, mercato ultrasecolare, sito ancora in Via Consultore Benintendi, e destinato prevalentemente all’agroalimentare, dove i venditori di frutti e verdure espongono la loro merce in grande stile e la promuovono con un vociare caratteristico e attraente.
Dal 1907 in poi inizia una serie di viaggi nei paesi europei (Olanda, Francia, Germania). Nel 1915 partecipa alla prima guerra mondiale. Comincia ad affermarsi come autore teatrale e romanziere. Nel 1930 sposa Inge Reolich, una studentessa tedesca.
Le sue opere teatrali riscuotono notevole successo in Europa e in Argentina: “La Bella Addormentata”, “Marionette che passione”, “Tra vestiti che ballano”, “L’Avventura terrestre”, “Per fare l’alba”, sono tra le opere più rappresentative a tutt’oggi.
La sua fantasia è affollata da una popolazione di disadattati, esseri omologati, spogliati da ogni sussulto di umanità. Commedie, novelle, romanzi, vengono sfornati a gettito continuo: una creatività che sembra alimentata da un fuoco interiore, che si accende a ogni minima sollecitazione del corpo e della mente. Nelle sue zolfare i protagonisti assumono connotati strani: donne abbandonate, perché senza dote, dopo la “fuitina” che trovano accoglienza, svergognate recuperate all’ emarginazione; carrettieri che vagabondano senza meta mentre lo stereotipo reale è un povero Cristo che si spezza la schiena a scaricare merci. È la realtà desiderata, romantica e civile, quella modellata durante i viaggi nel nord Europa.
Le miniere di zolfo sono teatro ineludibile, dove si consumano forti passioni, fortissimi contrasti sociali.
Sul finire degli anni Quaranta, Rosso Di San Secondo si ammala; si ritira a Lido di Camaiore dove, assistito dalla moglie, il 22 novembre 1956 cessa di vivere. Riposa nel cimitero monumentale di Caltanissetta, che si trova nelle vicinanze del Convento dei Frati minori osservanti e del Castello di Pietrarossa. La tomba di Rosso di San Secondo si trova nella parte più antica vicino il cancello principale.
Caltanissétta capoluogo dell'omonimo libero consorzio comunale, 568 m s.m., patrono San Michele Arcangelo 29 settembre
Città dall'aspetto prevalentemente moderno,
L'Abbazia di Santo Spirito è la più antica chiesa del Nisseno, consacrata il 2 giugno 1151; la Cattedrale (Santa Maria La Nova), edificio di culto più importante della città, fu costruita tra il 1570 e il 1622;
la Chiesa di S. Agata (anno 1605) presenta un interno a croce greca ricco di tarsie marmoree;
il Collegio dei Gesuiti, costruito tra il 1589 e il 1600 per volere dei Moncada,
la Chiesa di San Sebastiano sorge nella bellissima piazza Garibaldi, accanto alla Cattedrale. Eretta, secondo la tradizione, nel '500 come omaggio della popolazione a San Sebastiano per la liberazione della città dal flagello della peste bubbonica,
Chiesa di Santa Maria degli Angeli ed annesso Monastero, il portale in pietra arenaria, è costituito da un archivolta a sesto acuto strombato a tre piani e decorato con fasce e linee spezzate, di stile normanno.
Palazzo del Carmine attuale sede del Comune di Caltanissetta. La costruzione del palazzo iniziò intorno all'anno 1371. La zona in cui sorge attualmente, all'epoca, si trovava ben fuori dalle mura cittadine ed ospitava una chiesetta rurale dedicata a San Giacomo. Per volere di Guglielmo Peralta e di sua moglie Eleonora d’Aragona, figlia del marchese di Randazzo, vicino la chiesetta fu edificato il convento dei Carmelitani Scalzi e l'annessa chiesa di Maria Santissima Annunziata, comunemente chiamata Madonna del Carmine.
La Villa Barrile costituisce certamente una testimonianza della storia di Caltanissetta fatta anche di nobiltà e di fasto, viene comunemente chiamata "il Castelletto" proprio per il suggestivo torrione merlato del suo muro di cinta, costruito verso la fine dell'Ottocento e oggi più di una volta scelto a rappresentare l'immagine più caratteristica in numerose monografie della città nissena, come un vero e proprio simbolo distintivo.
A Caltanissetta si può ammirare la torre del Castello di Pietrarossa. Di origine araba, il Castello comprendeva in origine tre torri di avvistamento e il suo nome probabilmente derivò dal colore dei mattoni che costituivano le torri stesse. Della costruzione originaria oggi rimane soltanto una torre di avvistamento.
Molto suggestive sono le celebrazioni della Settimana Santa: il giovedì si svolge la Processione dei Misteri, in cui i sedici gruppi statuari a grandezza naturale, raffiguranti scene della Passione di Cristo, vengono portati per le strade del paese fino alla piazza del Duomo, dove avviene la cosiddetta “spartenza”; al tramonto del venerdì, invece, la statua del Cristo Nero, posta dentro un baldacchino dorato a forma di corona, viene portata a spalla e a piedi scalzi per le stradine del centro storico, appena illuminate, accompagnata dalle lamentazioni bibliche cantilenate in un dialetto arcaico.
A circa 3 km di distanza da Caltanissetta sorge uno tra i più importanti monumenti romanici della Sicilia centrale: la badia di Santo Spirito, con l'annessa chiesa di fondazione normanna, che custodisce decorazioni a fresco (sec. XV) e un Crocifisso quattrocentesco su tavola attribuito a Salvo d'Antonio.
A ottobre si svolge il Festival Internazionale della Moda “MedModa” . https://www.medmoda.com/
Il Sicily Food Festival a settembre, il centro storico di Caltanissetta farà da cornice per questo evento culinario di portata internazionale, la città si trasformerà nella capitale del cibo d’eccellenza, dove sarà possibile trovare un’infinita varietà di delizie gastronomiche. I visitatori potranno gustare street food di ogni tipo, birre artigianali, il Sicily Food Festival non è solo una celebrazione del cibo di strada. Ci saranno anche cooking show con chef di fama mondiale che condivideranno i loro segreti culinari, nonché convegni su temi di interesse gastronomico, https://www.sicilyfoodfest.it/
SICILY MINERAL SHOW a Caltanissetta 11, 12 novembre 2023. L'associazione Mineralogica e Paleontologica e della cultura della Solfara di Sicilia organizza annualmente il Sicily Mineral Show .
Durante le giornate della manifestazione si svolgeranno mostre tematiche e concorsi fotografici nonchè degustazioni di prodotti tipici locali. https://www.facebook.com/amipadcss
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Il centro di Caltanissetta è costituito dalla piazza Garibaldi su cui prospetta La Cattedrale dedicata a S. Maria la Nova e a S. Michele, fu costruita tra il 1570 e il 1622 successivamente subi’ rifacimenti che riconfigurarono la facciata, la zona delle absidi, il transetto e la cupola. L’interno, a croce latina, ha tre navate marcatamente longitudinali e cupola all’incrocio dei bracci; la navata centrale è ornata di stucchi; la volta fu affrescata da Guglielmo Borremans nel 1720; nella parte anteriore, gli affreschi sono stati rifatti per riparare aidanni subiti dalla chiesa nella seconda guerra mondiale. Sempre nella navata centrale, si trova un bell’organo secentesco e, sull’altare maggiore, una pregevole pala del Borremans citato; raffigurante l’Immacolata.
Nelle cappelle si conservano buone opere scultoree: l’Immacolata in legno, del 1760, panneggiata con lamina d’argento, nella seconda cappella a destra; un’ altra statua lignea policroma di Stefano Li Volsi, raffigurante l’ Arcangelo Michele, e due statue in marmo, gli Arcangeli Gabriele e Raffaele, 1753, di Vincenzo Vitaliano, nella cappella a destra del presbiterio. Un bell’ostensorio in argento del Quattrocento si conserva nel tesoro.
Sempre sulla piazza Garibaldi, di fronte al Duomo, è la chiesa di San Sebastiano, edificata nel XVI sec. La facciata è un rifacimento ottocentesco. All’interno si conserva una statua lignea del sec. XVII, raffigurante San Sebastiano. Davanti alla chiesa è la fontana del Tritone, 1956, opera di Gaetano Averna su calchi di Michele Tripisciano.
Nella parte settentrionale del corso Umberto I, si erge la chiesa del Collegio o di Sant’Agata, edificata nel 1605 in forme tardo rinascimentali. La facciata, opera di Natale Masuccio, è elegantemente abbellita da membrature su paramento chiaro; il portale ha timpano spezzato e fastosa decorazione. L’interno, a croce greca, è ricco di esuberanti decorazioni a marmi mischi, e di affreschi di Luigi Borremans, sec. XVIII. Sull’altare maggiore, una tela del 1654 di Agostino Scilla, raffigurante il Martirio di Sant’Agata, è contenuta in una splendida cornice di marmo nero con putti, opera di Ignazio Marabitti. A questo stesso scultore, si deve pure la grande pala marmorea raffigurante Sant’Ignazio in gloria, posta nel fastoso altare a sinistra del transetto.
Accanto alla chiesa è l’ex collegio gesuitico, a cui la chiesa apparteneva. Scendendo dal corso Umberto e volgendo per via Matteotti, s’incontra il palazzo Moncada, edificato nel 1635 da Guglielmo Moncada, conte di Caltanissetta. Ha un aspetto maestoso e imponente, con belle mensole figurate nei balconi del piano nobile. Il palazzo Moncada, denominato anche Bauffremont dal nome degli ultimi proprietari, situato nel centro storico di Caltanissetta, costituisce uno dei monumenti più rappresentativi della città. Costruito nella seconda metà del seicento per volontà del Principe Moncada, venne edificato per rendere testimonianza della potenza e del prestigio della famiglia Moncada.Questo imponente palazzo, reggia nel cuore della Sicilia, non fu mai completato in quanto il Principe Guglielmo fu chiamato in Spagna a ricoprire la carica di Viceré di Valenza. Il Palazzo rimase proprietà dei Moncada anche nei secoli successivi e nel 1915 la principessa Maria Giovanna di Bauffremont, consentì la costruzione, nel cortile del palazzo, di un grande Salone in stile “liberty” con sovrastante galleria. Nel 1938 il Palazzo Moncada venne ceduto interamente alla famiglia Trigona della Floresta. Quest’ultima, dopo un lungo periodo, trasferì la proprietà dell’intero piano terra dell’edificio e di alcuni locali, al signor Mandalà Michele al quale successe, nel 1985 il figlio Francesco Paolo. Alla fine degli anni ottanta, la struttura venne denominata “Cine Teatro Bauffremont”, in onore della principessa Maria Giovanna di Bauffremont, che acconsentì alla realizzazione dello spazio.
Ritornati di nuovo a piazza Garibaldi, si continua verso la parte orientale del corso Vittorio Emanuele: al tèrmine, è la chiesa di Santa Croce, edificata nel Seicento e in seguito rimaneggiata.
Da qui, scendendo per la via San Domenico fondata nel XIV secolo e ricostruita nel XVIII, che conserva una tela di F. Paladino del 1614 e una di G. Borremans del 1722.
E attraversando il quartiere di San Francesco, caratterizzato da un intreccio di viuzze medievali, si giunge alla chiesa di San Domenico, edificata nel Quattrocento e annessa all’omonimo convento. La facciata, convessa, fu realizzata nel XVIII sec. All’interno sono di notevole interesse una tela di Guglielmo Borremans, raffigurante San Vincenzo Ferreri, 1722, e un’altra tela, la Madonna del Rosano, 1614, di Filippo Paladini, sull’altare maggiore. La Madonna del Carmelo, 1604, altra opera pittorica del Paladini, che era un tempo in questa chiesa, si trova oggi nel Duomo.
Tornati indietro, percorrendo il corso Umberto e il viale Regina Margherita, si giunge al Palazzo Vescovile che, nel Museo d’arte sacra, conserva una tela della Madonna del Rosario, di Gian Battista Corradini, 1614, e una copia cinquecentesca dello Spasimo di Sicilia di Raffaello.
Si può notare anche il Palazzo Provinciale di Caltanisetta fu edificato durante la seconda metà dell’Ottocento, seguendo il progetto dell’architetto Giuseppe di Bartolo e costituisce uno degli edifici più maestosi della città. Il progetto originario prevedeva che il palazzo ospitasse, oltre agli uffici della Provincia e della Prefettura, anche quelli comunali e statali. Tra i materiali usati, fu fatto largo uso di roccia proveniente dalla cava di Santa Lucia, mentre gran parte del rivestimento e i fregi, furono realizzati usando la pietra da taglio delle cave di Comiso e di Sabucina. Il Palazzo è disposto su tre piani e racchiude al suo interno un’elegante corte, circondata da un portico a colonne. Numerose sono le sale di rappresentanza, riccamente addobbate e decorate, tanto da rappresentare uno dei massimi esempi di architettura civile della Sicilia. Tra gli affreschi, che si trovano sia negli uffici della Provincia che della Prefettura, sono da menzionare quelli realizzati da Salvatore Frangiamore e Giuseppe Cavallaro: molto interessante è il dipinto che raffigura Cicerone in Sicilia, al centro del soffitto. Il Palazzo custodisce anche diverse sculture.
Sul viale della Regione, n.73, è l’ Istituto tecnico industriale Sebastiano Mottura, che ha un interessantissimo Museo mineralogico, paleontologico e della zolfara. Anche interessante è il Museo archeologico regionale, già Museo civico, in via Colajanni n. 3. Nella stessa via Colajanni, presso la chiesa di San Pio X, è il Museo del folklor È in questo Museo che sono conservate le quindici vare che vengono portate in processione il Giovedì santo.
A metà della via del Redentore, s’incontra la via San Giovanni Bosco che, salendo, porta fuori dall’abitato: a circa 2 km, giunti sul monte San Giuliano, m 727, si apre alla vista il bel panorama della città.
Nella parte opposta, a oriente dell’ abitato, si trovano la chiesa di Santa Maria degli Angeli e i resti del castello di Pietrarossa. Edificato in età musulmana, il castello fu ristrutturato dai Normanni e successivamente occupato da Federico II d’ Aragona. Ne sussistono pochi ruderi. Vicina è la chiesa di Santa Maria degli Angeli, fondata nel sec. XIII; il portale principale, in stile hiaromontano, è di un secolo dopo, come il portaletto sul fianco sinistro.
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